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La ripugnante dichiarazione del cardinale 08/01/2009
Ha ripetutamente detto Tzipi Livni, in questi giorni di guerra, che Israele
non è in guerra coi palestinesi, ma con il gruppo dirigente di Hamas.
E questa è una grande differenza rispetto a tutti i precedenti, duri
conflitti che hanno coinvolto lo Stato di Israele. Non è più una guerra
contro le armate di tante nazioni arabe coalizzate, non è più una guerra tra
stati. No; oggi è la guerra, che era ormai inevitabile, tra il mondo
occidentale del XXI secolo e la barbarie del medio evo (uso esattamente le
parole che una grande giornalista araba laica, Wafa Sultan, ha avuto il
coraggio di dire tempo fa nientemeno che alla televisione Al-Jazeera! Nessun
quotidiano italiano ne ha mai fatto parola).

Nella seconda guerra mondiale le potenze alleate dovettero, quando con
colpevole ritardo lo capirono, allearsi tra di loro per annientare
un'ideologia che non poteva trovare spazio nel mondo del XX secolo. E così
sta facendo oggi, da solo, lo Stato di Israele; perché è lasciato così solo
nella comunità delle nazioni? Non basta ai suoi dirigenti spiegare, mostrare
documenti (filmati e testi scritti), mettere in guardia dal comune pericolo
imminente. Un pericolo che non è circoscritto solo ad Israele. Quando la TV
di Hamas annuncia che presto saranno i cristiani di Roma a dover temere
l'armata di Allah, se le parole hanno un senso, bisogna comprenderlo e
prendere le dovute precauzioni. E, guarda caso, è lo stesso senso che
avevano le parole lasciate scritte dagli uomini palestinesi rimasti a lungo
asserragliati nella Basilica di Betlemme: prima quelli del sabato, poi
quelli della domenica.

In Libano, per un periodo lunghissimo i cristiani vissero fianco a fianco
con diverse etnie musulmane, finché, ad un certo punto, poco per volta, ma
in maniera sempre più violenta, i cristiani furono messi nell'angolo, in
condizioni di non contare più nulla. Oggi nulla si decide a Beirut contro la
volontà di Hezbollah. Nella stessa Beirut fiorente di pochi anni fa, che
oggi è irriconoscibile politicamente, finanziariamente e perfino come paese
di vita! E i cristiani, rapidamente se ne stanno venendo via.
Ma dove possiamo leggere questi allarmi, in questi mesi? Si teme di
offendere l'islam destinato a vincere (?!) e si preferisce tacere questa
verità.

Nello statuto di Hamas si fa riferimento all'obbligo dei musulmani di
vendicare la sconfitta patita dai crociati. Nello statuto di Hamas si spiega
che tutti gli ebrei devono essere uccisi, fino all'ultimo che si nasconda
dietro ad un albero o ad una roccia. E tutti gli infedeli devono essere
convertiti all'islam o assoggettati ad uno stato di cittadini dhimmi. E'
tanto lontana l'idea di Hitler? Ma come ha fatto il mondo a dimenticare così
in fretta quanto successo 70 anni fa?

E oggi vediamo che un principe della Chiesa, dimentico di quante polemiche
hanno scosso il mondo negli ultimi mesi, paragona Gaza ad un lager. Ma come
è possibile? Silenziosa fu la Chiesa quando sapeva della condizione degli
ebrei nei campi di concentramento, quando avrebbe potuto salvarne tanti se
solo non avesse scelto un pavido, colpevole silenzio. Ma ora, ancora pavida
di fronte ad una violenza bruta che già la minaccia direttamente, si erge ad
accusatrice degli ebrei, colpevoli di aver ricreato un lager! Basta
confrontare le immagini tutte che ci giungono da Gaza con quelle che
conosciamo dei veri lager per comprendere l'assurdità, la pericolosità folle
di questo accostamento (non uso la parola paragone per la distanza abissale
tra le due realtà!).

Mai vi fu, in una guerra, uno dei contendenti che telefonasse all'altro per
dire: attenzione che tra poco vi bombardiamo. Non ce l'abbiamo con voi, e
quindi vi consigliamo di venire via. Vogliamo solo distruggere le armi
nascoste dove voi siete ora. Anche questo succede a Gaza! Oltre 100000
telefonate inviate nei primi giorni di guerra.
Già, ma chi sono tanti, troppi destinatari di queste telefonate? Una recente
ricerca ci spiega che il 33% dei kamikaze è laureato, il 39% è diplomato; e
allora una realtà diventa chiara: l'ideologia di Hamas, sottilissima, si è
impadronita delle menti dei suoi concittadini, con un lavaggio dei cervelli
fatto loro fin dalla primissima infanzia. Nei programmi televisivi destinati
ai bambini, nei programmi scolastici, nella formazione di bande dei militari
bambini (anche piccolissimi), tutto è stato studiato per creare un'armata
pronta a vendicare gli arabi dalla sconfitta contro i crociati, pronta a
conquistare l'occidente.

Ed allora, grazie Israele per aver capito quale è la profonda verità di
questo conflitto. Stiamo forse vivendo la terza guerra mondiale? Forse
purtroppo si, e ben pochi lo hanno compreso.
All'inizio della seconda, i pochi che lo compresero in tempo ebbero la
possibilità di salvarsi. Oggi, forse, è la stessa cosa. Ma, oltre al
vituperato Stato di Israele e all'America del vituperato Presidente Bush,
quasi tutti gli altri credono che con Hamas si possa, si debba dialogare.
Come, ripeto, pensavano che si dovesse fare con Hitler.
Lettera firmata

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