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Ha ripetutamente detto Tzipi Livni, in questi giorni di guerra, che Israele non è in guerra coi palestinesi, ma con il gruppo dirigente di Hamas. E questa è una grande differenza rispetto a tutti i precedenti, duri conflitti che hanno coinvolto lo Stato di Israele. Non è più una guerra contro le armate di tante nazioni arabe coalizzate, non è più una guerra tra stati. No; oggi è la guerra, che era ormai inevitabile, tra il mondo occidentale del XXI secolo e la barbarie del medio evo (uso esattamente le parole che una grande giornalista araba laica, Wafa Sultan, ha avuto il coraggio di dire tempo fa nientemeno che alla televisione Al-Jazeera! Nessun quotidiano italiano ne ha mai fatto parola). Nella seconda guerra mondiale le potenze alleate dovettero, quando con colpevole ritardo lo capirono, allearsi tra di loro per annientare un'ideologia che non poteva trovare spazio nel mondo del XX secolo. E così sta facendo oggi, da solo, lo Stato di Israele; perché è lasciato così solo nella comunità delle nazioni? Non basta ai suoi dirigenti spiegare, mostrare documenti (filmati e testi scritti), mettere in guardia dal comune pericolo imminente. Un pericolo che non è circoscritto solo ad Israele. Quando la TV di Hamas annuncia che presto saranno i cristiani di Roma a dover temere l'armata di Allah, se le parole hanno un senso, bisogna comprenderlo e prendere le dovute precauzioni. E, guarda caso, è lo stesso senso che avevano le parole lasciate scritte dagli uomini palestinesi rimasti a lungo asserragliati nella Basilica di Betlemme: prima quelli del sabato, poi quelli della domenica. In Libano, per un periodo lunghissimo i cristiani vissero fianco a fianco con diverse etnie musulmane, finché, ad un certo punto, poco per volta, ma in maniera sempre più violenta, i cristiani furono messi nell'angolo, in condizioni di non contare più nulla. Oggi nulla si decide a Beirut contro la volontà di Hezbollah. Nella stessa Beirut fiorente di pochi anni fa, che oggi è irriconoscibile politicamente, finanziariamente e perfino come paese di vita! E i cristiani, rapidamente se ne stanno venendo via. Ma dove possiamo leggere questi allarmi, in questi mesi? Si teme di offendere l'islam destinato a vincere (?!) e si preferisce tacere questa verità. Nello statuto di Hamas si fa riferimento all'obbligo dei musulmani di vendicare la sconfitta patita dai crociati. Nello statuto di Hamas si spiega che tutti gli ebrei devono essere uccisi, fino all'ultimo che si nasconda dietro ad un albero o ad una roccia. E tutti gli infedeli devono essere convertiti all'islam o assoggettati ad uno stato di cittadini dhimmi. E' tanto lontana l'idea di Hitler? Ma come ha fatto il mondo a dimenticare così in fretta quanto successo 70 anni fa? E oggi vediamo che un principe della Chiesa, dimentico di quante polemiche hanno scosso il mondo negli ultimi mesi, paragona Gaza ad un lager. Ma come è possibile? Silenziosa fu la Chiesa quando sapeva della condizione degli ebrei nei campi di concentramento, quando avrebbe potuto salvarne tanti se solo non avesse scelto un pavido, colpevole silenzio. Ma ora, ancora pavida di fronte ad una violenza bruta che già la minaccia direttamente, si erge ad accusatrice degli ebrei, colpevoli di aver ricreato un lager! Basta confrontare le immagini tutte che ci giungono da Gaza con quelle che conosciamo dei veri lager per comprendere l'assurdità, la pericolosità folle di questo accostamento (non uso la parola paragone per la distanza abissale tra le due realtà!). Mai vi fu, in una guerra, uno dei contendenti che telefonasse all'altro per dire: attenzione che tra poco vi bombardiamo. Non ce l'abbiamo con voi, e quindi vi consigliamo di venire via. Vogliamo solo distruggere le armi nascoste dove voi siete ora. Anche questo succede a Gaza! Oltre 100000 telefonate inviate nei primi giorni di guerra. Già, ma chi sono tanti, troppi destinatari di queste telefonate? Una recente ricerca ci spiega che il 33% dei kamikaze è laureato, il 39% è diplomato; e allora una realtà diventa chiara: l'ideologia di Hamas, sottilissima, si è impadronita delle menti dei suoi concittadini, con un lavaggio dei cervelli fatto loro fin dalla primissima infanzia. Nei programmi televisivi destinati ai bambini, nei programmi scolastici, nella formazione di bande dei militari bambini (anche piccolissimi), tutto è stato studiato per creare un'armata pronta a vendicare gli arabi dalla sconfitta contro i crociati, pronta a conquistare l'occidente. Ed allora, grazie Israele per aver capito quale è la profonda verità di questo conflitto. Stiamo forse vivendo la terza guerra mondiale? Forse purtroppo si, e ben pochi lo hanno compreso. All'inizio della seconda, i pochi che lo compresero in tempo ebbero la possibilità di salvarsi. Oggi, forse, è la stessa cosa. Ma, oltre al vituperato Stato di Israele e all'America del vituperato Presidente Bush, quasi tutti gli altri credono che con Hamas si possa, si debba dialogare. Come, ripeto, pensavano che si dovesse fare con Hitler. Lettera firmata |
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