martedi` 22 ottobre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Informazione Corretta Rassegna Stampa
06.01.2009 Los amigos todos caballeros: Mahmoud, Vladimir e Hugo
L'analisi di Piera Prister

Testata: Informazione Corretta
Data: 06 gennaio 2009
Pagina: 1
Autore: Piera Prister
Titolo: «Los amigos todos caballeros: Mahmoud, Vladimir e Hugo»
Sembra che la caduta a picco del prezzo del petrolio da 160 dollari al
barile a 40, secondo i dati pubblicati sul The Wall Street Journal del
30 dicembre 2008, abbia generato seri  problemi  economici e tensioni
domestiche di ordine sociale ai tre amici sempre piu' stretti,
Mahmoud, Vladimir e Hugo che nella passata estate, ringalluzzitisi
per l'ascesa alle stelle del prezzo del prezioso combustibile, gia'
pensavano sulla scia crescente dell'ebbrezza di poter dominare il
mondo attraverso il ricatto dei prezzi.
 Il nostalgico Vladimiro Putin lo scorso agosto, nei suoi sogni di
ritorno alla passata grandezza dell'Impero Sovietico, s'era spinto con
un fare da bullo oltre i confini russi e  con carri armati e
bombardieri aveva  invaso  la Georgia, mettendola a  ferro e fuoco e
s'era annesso l'Ossetia e l'Abkhazia, mentre i paesi della comunita'
internazionale restavano a guardare come le tre scimmiette di Agatha
Christie, non vedevano, non sentivano e tacevano, non volendo crepare
di freddo nella fredda imminente stagione. Anzi il presidente francese
Sarkozy  volava  persino a Mosca in Ottobre pronto a firmare un
possibile e agognato contratto di vendita di macchine Renault. Ora la
Russia  si ritrova con una grave inflazione e svalutazione del rublo,
perdite di posti di lavoro e un crescente malcontento interno stando
ai sondaggi della stazione radio Ekho Moskvy, che e' l'unica
indipendente, mentre le altre sono tutte asservite al regime.  Dozzine
di giornalisti sono stati assassinati e il giornalista Mikhail
Beketov, una voce libera e critica del regime giace con una gamba
amputata in un letto d'ospedale dopo essere stato assalito e pestato a
sangue dai soliti ignoti (The W.S.J. Andrew Osborne 3 dic.2008).
Quello e' stato solo un avvertimento. Solo nel mese di dicembre sono
scoppiate in almeno 30 citta' russe, rivolte domate da poliziotti
antisommossa per gli esosi prezzi di macchine usate Toyota che i russi
preferiscono a quelle di qualita' molto scadente di produzione russa
che i riccastri produttori vorrebbero imporre ai cittadini. Inoltre i
Russi da settimane stanno sperimentando  i brividi per i ritardi di
pagamento delle loro stipendi che rinnovano la paura del collasso
economico sovietico  nel 1998 quando in una sola notte il rublo perse
due terzi del suo valore.( Russian workers feel pain- Andrew Osborn
The WSJ 21 nov.2008). Proprio nella scorsa settimana Putin ha chiuso
l'approvvigionamento del gas all'Ucraina per insolvenza, mentre alla
TV imperversa con dosi da lavaggio del cervello la propaganda
antiamericana come con il documentario di Giulietto Chiesa -gia'
corrispondente dell'Unita' a Mosca- sull'11 settembre che sposa la
tesi del  complotto e che, trasmesso la prima volta venerdi' 15
settembre nell'ora di punta, ha avuto un alto indice di ascolto di
milioni e milioni di spettatori, ma di certo non tutti l'hanno bevuta.

 Mahmoud Ahmadinejad non e' da meno e continua nella sua
determinazione di incenerire Israele e, in attesa di raggiungere la
quantita'di uranio necessaria per la costruzione della bomba nucleare,
finanzia con fior di petroldollari e arma i terroristi  di Hamas che a
Gaza  hanno costruito rampe di lancio di missili contro Israele –ne
hanno lanciati oltre seimila- persino dentro le moschee, facendosi
spregevolmente scudo di bambini e di donne, dopo averli concentrati in
case piene di armi che  l'aviazione israeliana e l'artiglieria
bersagliano mezz'ora dopo il segnale d'avvertimento.  D'altronde
Israele se vuole sopravvivere non ha vie d'uscita, ha pazientato
abbastanza  e come il mitico eroe Ercole, deve distruggere
militarmente l'idra a cento teste di Hamas, perche' presto i missili
che stanno colpendo lo stato ebraico saranno di piu' lunga gittata e
con testate piu' distruttive e temibili.  La sua lotta e' immane ed
impari deve combattere contro due nemici entrambi agguerriti, il
fondamentalismo islamico e l'informazione deviata e distorta dei media
occidentali che e'un nemico piu' potente ed piu'insidioso del primo. I
media sono cosi' bugiardi e cosi'maldestri nel riportare le notizie
che la verita' alla fine non puo' che saltare fuori, come a proposito
della manifestazione a Melbourne con tanto di cartelli inneggianti ad
Israele riportata invece dall'Ansa come anti-israeliana, il colmo
dell'idiozia. Almeno si spera che Amhadinejad con la caduta del prezzo
del petrolio abbia sempre meno la possibilita' di finanziare il
terrorismo costretto com'e' adesso a ridurre la spesa pubblica e a
torchiare gli Iraniani che protestano contro l'aumento delle tasse,
come i venditori nei bazar che hanno incrociato le braccia scioperando
contro il governo che voleva imporre una nuova tassa. Ed anche nelle
universita' le proteste studentesche continuano seguite da una dura
repressione.

In Venezuela l'inflazione e' al 36%, ci sono file ai negozi di generi
alimentari che incominciano a scarseggiare e le tasse da pagare che
aumentano insieme all'altissimo indice di criminalita'. Hugo Chavez
avra' sempre meno soldi per finanziare trafficanti di droga come i
Farc colombiani e per erigersi alla guida dei paesi sudamericani
mandando milioni di dollari di petrolio in Nicaragua al sandinista
Daniel Ortega chiedendone solo il pagamento della meta' ( "Election by
fraud in Nicaragua" di Mary Anastasia O'Grady, The W.S.J. 24 nov.
2008) e sostenendo tutte le dittature latino- americane dei fratelli
Castro in Cuba, di Evo Morales in Bolivia, e di Rafael Correa in
Ecuador. E avra' meno soldi anche per comprare armi da Putin dopo la
parata militare del settembre scorso e dell'invio a Caracas  di jets
militari russi, Tu-160 -ossia bombardieri supersonici nucleari- e navi
da guerra.
Cosi' pare che il crollo del prezzo del petrolio giochi a favore della
democrazia e funga paradossalmente  da "galantuom galeotto" in quanto
favorirebbe il risveglio dello spirito democratico e l'opposizione dei
popoli  a questi regimi autocrati sponsors del terrorismo che sempre
piu' mostrano la loro vera natura corrotta, brutale e tirannica, e che
malgrado le ingenti ricchezze dei paesi che governano -anzi
sgovernano- costringono alla miseria un numero sempre piu' crescente
di diseredati.

Piera Prister Bracaglia Morante

http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT