Maurizio Caprara scrive: "Sul Washington Post si ricorda che negli ultimi tre anni i missili partiti da Gaza contro Israele sono stati 6.464." Ho citato solo questo passo per curiosità: quanto costano 6.464 missili? Non so in quanti si siano posti questa domanda. Il motivo è semplice. Da diversi giorni si sente dire dalla TV o si legge sui giornali che a Gaza c'è emergenza alimentare e anche emergenza sanitaria. Però da quanto scrive Caprara, Hamas si può permettere il lusso di spendere il denaro in missili, anziché badare alla popolazione che governa democraticamente, come ha asserito l'on. D'Alema. E qui è indifferente se Hamas riceve i missili in regalo o se li paga. Sì perché il controvalore di quelle armi può essere investito in altre attività pacifiche. Peraltro è del tutto irrilevante se Hamas è andato al potere democraticamente. D'Alema dovrebbe saperlo che anche i fascisti e i nazisti sono andati al potere democraticamente, come pure nei paesi comunisti si tenevano regolari elezioni con risultati bulgari. O forse qualcuno pensa che oltre ad avere la fornitura dei missili, Hamas avrà anche i finanziamenti in denaro o in natura per le varie emergenze? Evidentemente c'è qualcuno che foraggia tutte queste operazioni e altri che le sostengono ideologicamente; però questi ultimi sono sempre in meno. Un altro argomento su cui vorrei riflettere è la questione delle vittime civili. Dal punto di vista di Hamas non ha importanza chi viene colpito dai missili. Per Israele le cose, secondo me, stanno diversamente. Essi colpiscono i capi militari. Se casualmente vengono feriti o uccisi dei civili, è una questione che riguarda ancora Hamas. Secondo la Convenzione di Ginevra, se non mi sbaglio, bisogna tenere ben separate le zone dove si trovano i militari e quelle dove vivono i civili. E tali zone devono essere ben individuate, in modo che non vadano colpiti dei civili innocenti che non fanno parte delle truppe di combattimento. Però la strategia e la tattica usata dai terroristi è di camuffarsi e apparire all'improvviso, per colpire piuttosto civili indifesi che militari armati. E la differenza si nota subito. Inoltre i terroristi stanno insieme alla popolazione civile. Anche questo è un modo di camuffarsi, però in tal modo si ha come conseguenza secondaria, anche se non direttamente voluta, di colpire i civili che convivono con i militanti. Questo modo di agire risale all'altro secolo e fu adottato inizialmente in occasione della rivoluzione russa. I manifestanti erano preceduti da mamme con bambini per vedere se i militari zaristi erano così cattivi da uccidere nella repressione anche le mamme e i bambini. E cattivi lo erano veramente. Ovviamente questo espediente servì come motivo propagandistico: si doveva far vedere quanto cattivi sono i zaristi che uccidono le donne e i bambini. Ai capi dei manifestanti non interessava niente di chi moriva, l'importante era poter fare propaganda. Questo espediente fu presto imitato. Già nella II guerra mondiale moltissimi obiettivi bellici delle potenze dell'Asse e del Giappone erano nascosti fra le case civili e non in caserme o depositi facilmente individuabili. A ciò in parte si devono i bombardamenti indiscriminati. Il sistema fu poi esteso su vasta scala nelle varie guerre successive e trova ancora applicazione in tutte le zone dove si combatte, dove da una parte si trovano i terroristi, che applicano questa spietata guerriglia e dall'altra truppe regolari che cercano di arginarla e sconfiggerla. A parer mio nessuno può dichiararsi democratico se non rigetta risolutamente questo modo bestiale di combattere. Inoltre è bene ricordare e i fatti sono ancora molto recenti, che non basta andare al potere democraticamente per essere qualificati democratici: tutto dipende da come si persegue il bene comune. Saluti, Dario Bazec