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Provino a vivere a Sderot 29/12/2008

Come al solito, come sempre, alcuni tra gli scrittori israeliani più famosi, quando Israele inizia a difendersi dalle aggressione terroristiche di gruppi oltranzisti palestinesi, si esibiscono quasi come personalità mistiche a favore di una tregua, di cui è chiaro è bisognosa la parte terrorista dei palestinesi, poiché deve combattere non contro i civili le donne e i bambini israeliani ma contro i militari.

Questi firme alcune assai prestigiose, nella propria esibizione del peggior pilatismo che possa apparire di fronte a un’animo umano che sia emotivamente imparziale, nel loro parlare di pace di tregua di dialogo, danneggiano chi sta combattendo per Israele, poiché le loro proposte fanno apparire Israele come una nazione che ha in urto al pace, mentre è vero il contrario.

Questi signori, questi maestri della penna ebraica, perché per solidarietà non trasferiscono tutte le loro proprietà nelle aree israeliane massacrate dal lancio dei qassam? perché non se ne va vanno a vivere là dove cadono i qassam? questi signori offrano le proprie vite e i propri beni, alla tregua, alla pace, mettendo sé stessi sul piatto della bilancia. Altrimenti tacciano. Poiché i soldati israeliani ci mettono le proprie vite su quel piatto. Li rispettino!
Francesco Mangascià


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