Guerra contro Hamas. In questa pagina una rassegna dei vari giornali di oggi, 28/12/2088. .
Sul MESSAGGERO, un quotidiano che in genere disinforma i suoi lettori con gli articoli di Eric Salerno, un commento equilibrato e bene informato di Carlo Jean. Lo segnaliamo con piacere, chissà se il direttore, dopo averlo letto, guraderà con occhio piò attento quel che scrive Salerno.
Sul GIORNO, un commento di Fernando Mezzetti, accurato ed informato, da quel bravissimo giornalista che è, nel quale segnala le responsabilità di Hamas senza ipocrisie.
Sul GIORNALE, oltre all' analisi di Fiamma Nirenstein, che pubblichiamo in altra pagina, da segnalare l'editoriale di R.A.Segre, che si chiede se e come Hezbollah interverrà nel conflitto. La cronaca è di Gian Micalessin.
Sul SECOLO XIX, un commento di Paolo Della Sala, dal titolo "Non un semplice blitz, ora è più probabile un attacco da terra", nel quale espone con equilibrio la situazione, richiamando anche il terrorismo internazionale in guerra contro l'Occidente. La cronaca è di Giorgio Raccah, uno dei corrispondenti Ansa da Israele, quindi ogni commento è superfluo.
IL SOLE 24ORE ci regala una gradita sorpresa. Ugo Tramballi, nel suo editoriale dal titolo " Quello che gli arabi vogluiono ", invece di ammannirci le solite tiritere sulle colpe di Israele, si dimostra per una volta degno di elogio. Capisce le ragioni di Israele, racconta le cose come stanno.
Su LIBERO, con il titolo " Israele si difende " , articoli di Fausto Cairoti, che descrive i palestinesi quali ostaggi di Hamas, una cronaca di Andrea Colombo, e l'analisi di Gianandrea Gajani sulle responsabilità dell'Iran.
Su AVVENIRE, di fronte ad una prima pagina equilibrata fanno da contrappeso, secondo tradizione, gli articoli. Camille Eid continua a ripetere la solita manfrina del blocco che ha peggiorato la vita dei civili a Gaza. Andrea Mergelletti, presidente del Centro Studi Internazionali, sostiene che sono i "falchi" ad avere vinto, dentro Hamas e dentro il governo di Israele. Non male per che si presenta come stratega. Barbara Uglietti, al solito, con un pesante uso di frasi retoriche, presenta Hamas nel modo più falso possibile. Ai tre pessimi servizi, si aggiunge, a conclusione, il solito brodo pacifista, nella cottura del quale il quotidiano cattolico ha lunga esperienza. Aggiungiamo il titolo " Israele mette Gaza a ferro e fuoco ", del tutto opposto all'azione mirata a colpire i centri operativi dei terroristi.
IL MANIFESTO, sostiene che la tregua era durata sei mesi, ignorando come sempre che da parte di Hamas il lancio dei missili Kassam non era mai cessato. Per il quotidiano comunista, vivere quotidianamente sotto la minaccia missilistica, è evidentemente una condizione di vita normale, non capiscono perchè gli isrealiani la trovuino inaccettabile. Anche vedersi la casa centrata da un Kassam è cosa normale e tranquilla per i redattori del quotidiano comunista. Michele Giorgio coglie il suo attimo di gloria, arriva addirittura a mettere le virgolette a " installazioni di Hamas ", come se i missili venissero inviati a mezzo posta.
Da un comunista all'altro. LIBERAZIONE, ospita in prima pagina uno scritto del segretario Paolo Ferrero, che se ne sta a Ramallah, ospite di Abu Mazen. Chissà che cosa gli avrà confidato il premier palestinese, gliela avrà contata giusta su cosa pensa di Hamas ? Ferrero non ce lo rivela, nel suo resoconto solo farsi ad effetto pacifista, a senso unico, naturalmente.
Sull' UNITA', Umberto De Giovannangeli da cronista a politologo. " L' illusione della forza delle armi ", come recita il titolo del suo pezzo. Israele sbaglia , la sua strategia è perdente . Hamas, scrive, è un movimento islamico-nazionale fortemente radicato nella società palestinese. Piaccia o no, aggiunge, Hamas ha vinto le uniche elezioni libere nei Territori. Negli anni '30 Udg avrebbe scritto le stesse cose sulle elezioni vinte da Hitler in Germania. Anche il nazional-socialismo era fortemente radicato nella società tedesca. Prima che gli ex comunisti si liberino dall'ideologia che li ha impregnati per decenni dovranno passare almeno un paio di generazioni.
LA STAMPA dedica diversi servizi. La cronaca di Aldo Baquis e Francesca Paci, nelle quali si racconta l'attacco israeliano come se Gaza fosse stata colpita da un terremoto. Feriti, morti, scene di disperazione, forse un richiamo al fatto che i "miliziani " dentro la scuola di polizia avevano appena finito l'addestramento in terrorismo, non avrebbe guastato. Due analisi, la prima di Arrigo Levi, che scrive sulla minaccia iraniana, la seconda di Igor Man, che fra alcune rimbambite elucubrazioni trova sempere il mosdo di infilare la frase che più gli sta a cuore, che Israele " ha seminato perlopiù morti inniocenti ", Ehud Barack è definito " implacabile ", Poi butta lì che si sente la mancanza dell'America, Povera America, quando interviene è la potenza straniera occupante, se non si fa sentire è scoraggiante, come scrive il bamba-vechio cronista. Francesca Paci intervista anche l'esperto militare Martin van Creveld, che pubblichiamo in altra pagina.
LA REPUBBLICA dedica diverse pagine, con cronache e commenti. L'editoriale è di Sandro Viola, che pubblichiamo in altra pagina. Le prime 5 pagine del quotidiano diretto da Ezio Mauro sono la versione cartacea di Al Jazeera. Non c'è niente da fare, una volta che i geni del pregiudizio anti-Israele sono entrati nel Dna, questo si riflette nell'ompostazione dei servizi. Articoli strappalacrime, immagini piene di cadaveri, non c'è un pezzo che non sia contro l'attacco israeliano. Persino le cautele del mondo arabo, evidenziate in molti giornali, su Repubblica sono assenti.
Il CORRIERE DELLA SERA si riconferma il quotidiano più equilibrato ed esauriente nei servizi sull'attacco israeliano contro Hamas. Due editoriali, entrambi interessanti, di Antonio Ferrari e del politologo israeliano Gadi Taub (che pubblichiamo in altra pagina), le cronache di Francesco Battistini ( stupisce solo il rlievo dato ad una intervista all'attivista politico Arrigoni, più degna del Manifesto che non del giornale milanese), nel complesso interessanti. Opportuno sentire anche i contro-Israele, come Bobo Craxi, Franco Cardini & C., è in questi momenti che si scoprono pienamente le carte.
Nelle pagine successive di IC editoriali e commenti.