Su REPUBBLICA di oggi, 27/12/2008, a pag.1-10 un articolo di Amos Oz tradotto da Yiediot Ahronot. Giuste la parole dello scrittore israeliano, ma Israele non ha alternative, non può consentire che i suoi cittadini vivano sotto l'incubo dei missili Kassam che Hamas lancia da Gaza. E' anche vero che più morti palestinesi ci saranno più Hamas otterrà consensi, e non solo nel mondo arabo. Ma nemmeno Amos Oz sa trovare una alternativa. E alla fine consigliare saggezza non è più sufficiente. Ecco l'articolo, dal titolo " Abbiamo il dovere di difenderci, senza fare il gioco degli integralisti ".
I bombardamenti che mirano a colpire sistematicamente le comunità civili israeliane sono un crimine di guerra e un crimine contro l´umanità. Lo Stato di Israele deve proteggere i propri cittadini.
Che il governo israeliano non desideri entrare nella Striscia di Gaza è chiaro a tutti. Il governo preferirebbe il cessate il fuoco che Hamas ha violato e, in ultima analisi, cancellato, ma la sofferenza della popolazione civile attorno a Gaza non può protrarsi.
La volontà di evitare l´invasione di Gaza non deriva da un´esitazione, bensì dalla consapevolezza che Hamas mira a provocare Israele costringendolo a lanciare un´operazione militare: l´uccisione di decine o di centinaia di civili palestinesi, donne e bambini, vittime di un´operazione militare israeliana, rafforzerebbe l´estremismo a Gaza e potrebbe far crollare il regime di Abu Mazen in Cisgiordania, che sarebbe sostituito dagli estremisti di Hamas.
Il mondo arabo stringerebbe le fila attorno alle spaventose scene che Al-Jazeera manderebbe in onda da Gaza, e l´opinione pubblica mondiale si affretterebbe ad accusare Israele di crimini di guerra. Si tratta della stessa opinione pubblica che non si lascia scalfire dai bombardamenti sistematici sulla popolazione civile in Israele.
Su Israele sarà esercitata una massiccia pressione per un contenimento della propria reazione: una pressione che a Hamas non toccherà mai sopportare, perché nessuno intende fare simili pressioni e perché e non restano quasi più strumenti per esercitarle. Israele è uno Stato, mentre Hamas è una banda.
Cosa ci resta da fare? Il modo migliore di agire per Israele è quello di ottenere un cessate il fuoco completo in cambio di un allentamento dell´assedio a Gaza. Ma se Hamas insisterà nel respingere la tregua e continuerà a bombardare le comunità civili israeliane, allora occorrerà fare in modo che l´operazione militare non faccia il suo gioco. Il calcolo di Hamas è semplice, cinico e malvagio: se restano uccisi degli innocenti israeliani, bene; se restano uccisi molti palestinesi innocenti, meglio ancora. A fronte di una tale posizione, Israele deve agire saggiamente e non soccombere all´onda emotiva.
(Copyright Yediot Ahronot. Traduzione di Guiomar Parada)
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