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ANSA Rassegna Stampa
20.12.2008 Disinformazione Ansa: finalmente Baquis mette la firma
invitiamo i nostri lettori, in primis quelli israeliani, a scrivergli

Testata: ANSA
Data: 20 dicembre 2008
Pagina: 1
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «TREGUA FINITA, LANCI SPORADICI E TENSIONE»

Pubblichiamo questo lancio ANSA per due motivi. Il primo, perchè riferisce, come al solito, fonti palestinesi, incurante che da parte israeliana non sia venuta alcuna conferma. E' noto, infatti, come queste notizie siano o inventate o esagerate dalla propaganda palestinese. La seconda, perchè contiene una lunga cronaca di Aldo Baquis, il corrispondente, o uno dei corrispondenti, il quale, almeno in questo scritto, può essere citato da noi con tanto di nome e cognome. Ed è quello che stiamo per fare.

Scrive Baquis: Ma sostanzialmente la giornata di ieri é trascorsa nella calma. Israele e Hamas sono adesso intenti a studiare le intenzioni dell'avversario. L'atmosfera è di grande mobilitazione. Per aggiungere, poche righe più avanti:
Fra i villaggi ebraici a ridosso del confine con la Striscia serpeggia il nervosismo. Gli agricoltori di un kibbutz sono stati bersagliati da cecchini palestinesi e costretti alla fuga. In un altro villaggio agricolo gli abitanti - alcune centinaia - hanno avuto ordine di preparare le valige. Essendo a portata dei mortai palestinesi, il loro sgombero potrebbe essere ordinato con brevissimo preavviso. Come si vede, Baquis definisce la giornata di ieri " sostanzialmente calma", il fatto che i kibbutzim siano sotto il fuoco dei cecchini Baquis lo registra come una "giornata di calma". Che gli abitanti dei Kibbutzim , a centinaia, come scrive, stiano per fare le valigie per rifugiarsi altrove, per Baquis è una "giornata di calma". Riporta poi largamente tutte le posizioni di Hamas, ma si guarda bene dal fare altrettanto con quelle israeliane. Noi chiamiamo tutto questo DISINFORMAZIONE, e visto che oggi abbiamo avuto l'onore di vedere la sua firma sotto un testo ANSA, possiamo legittimamente chiedere ai nostri lettori di scrivergli per chiedergli conto di come informa i lettori italiani su quanto accade tra Israele e i suoi nemici.

Chiediamo ai nostri lettori di protestare con ANSA per la disinformazione prodotta da Aldo Baquis, scrivendo alla e-mail sottostante, e chiedendo che venga inoltrata a Baquis.

» 2008-12-20 11:13
GAZA, PALESTINESE UCCISO IN RAID AVIAZIONE ISRAELIANA
GAZA - Un palestinese è rimasto ucciso e altri due feriti nel corso di un raid compiuto dall'aviazione israeliana presso Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza, secondo quanto riferito da fonti mediche palestinesi. Nessuna conferma della vittima palestinese è venuta finora dall'Esercito israeliano. Il giovane palestinese ucciso nel raid aereo - ha precisato alla France Presse una fonte del ministero della sanità palestinese - si chiamava Ali Hijazy e aveva 22 anni.

Sia lui sia gli altri due palestinesi rimasti gravemente feriti, è stato precisato da parte di testimoni, sono membri delle Brigate dei martiri di al-Aqsa, il braccio armato di Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas).

Nell'incursione israeliana - avvenuta verso le 9 locali (le 8 italiane) e che è stata la prima dopo la cessazione della tregua - è rimasta ferita una terza persona, un civile. Il velivolo di Israele, sempre secondo le fonti palestinesi, ha lanciato tre missili mentre un gruppo di militanti si accingeva a sparare razzi sul sud di Israele.

TREGUA FINITA, LANCI SPORADICI E TENSIONE
di Aldo Baquis

Sei mesi di tregua a Gaza sono finiti con un nuovo annuncio formale del braccio armato di Hamas, Brigate Ezzedin al-Qassam, accompagnato da lanci sporadici di razzi verso Israele. 

 Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-mon ha rinnovato la sua preoccupazione per la situazione a Gaza e chiesto il ristabilimento della tregua negoziata dall'Egitto e la fine delle violenze.

Ma sostanzialmente la giornata di ieri é trascorsa nella calma. Israele e Hamas sono adesso intenti a studiare le intenzioni dell'avversario. L'atmosfera è di grande mobilitazione.

Nei mass media palestinesi di Gaza si riferisce con rilievo di parate militari e di esercitazioni condotte da questa o da quella organizzazione. Il tono delle dichiarazioni degli incappucciati portavoce dei bracci armati è sempre il medesimo: "Siamo pronti - dicono - ad affrontare l'esercito israeliano, se decidesse di entrare a Gaza. Ma presumiamo che non intenda farlo, essendo ancora fresca la memoria dell'insuccesso del luglio 2006 in Libano", contro gli Hezbollah. Ammassamenti di truppe si avvertono anche nel Neghev. Fra i villaggi ebraici a ridosso del confine con la Striscia serpeggia il nervosismo. Gli agricoltori di un kibbutz sono stati bersagliati da cecchini palestinesi e costretti alla fuga. In un altro villaggio agricolo gli abitanti - alcune centinaia - hanno avuto ordine di preparare le valige. Essendo a portata dei mortai palestinesi, il loro sgombero potrebbe essere ordinato con brevissimo preavviso.

"La tregua con Hamas - ha detto ieri il ministro delle infrastrutture Benyamin ben Eliezer, laburista - non è stata un errore. Ci è servita ad 'acquistare tempo' ", ossia a concedere respiro agli abitanti del Neghev che vivono vicino a Gaza, da anni bersagliati dai razzi palestinesi. In questo lasso di tempo loro hanno recuperato le energie mentre Tsahal, le forze armate israeliane, "sono adesso più pronte che mai", ha garantito Ben Eliezer, un ex ministro della difesa.

Dall'altra parte del confine, anche i dirigenti di Gaza sono stati impegnati ad asssicurarsi il sostegno della popolazione. Al termine delle preghiere del venerdì Ismail Haniyeh, leader locale di Hamas, ha rigraziato gli Hezbollah libanesi per il sostegno morale e politico espresso ed ha espresso l'auspicio che altre manifestazioni di solidarietà siano organizzate altrove nel mondo arabo. Da parte sua la Jihad islamica ha organizzato una grande manifestazione nel rione Sajaya, a Gaza.

 Fra gli oratori uno dei dirigenti della organizzazione, lo sceicco Nafez Azzam. Questi ha spiegato alla popolazione che sei mesi fa la tregua era stata accettata dalla Jihad islamica nella persuasione che sarebbe stata utile a migliorare le condizioni del popolo, che viceversa si sono ulteriormente deteriorate. Ragion per cui, ha aggiunto, la tregua non potrà essere estesa oltre. Caratterizzato da durezza, l'intervento ha tuttavia preso una piega inaspettata quando riferendosi ai dissidi interni dei palestinesi Azzam ha sostenuto che al momento attuale è necessario operare per la riconciliazione e la unità nazionale.

Forse un tentativo di avvicinare le posizioni fra Hamas - secondo cui il mandato di Abu Mazen scadrà il 9 gennaio - e il presidente dell'Anp che già pensa di indire elezioni anticipate all'inizio del 2009, in un gesto di aperta sfida agli islamici. Riferendosi infine alla nuova amministrazione di Barack Obama, il dirigente della Jihad islamica ha detto di non farsi illusioni. Se gli Stati Uniti vorranno cambiare approccio nei confronti dei palestinesi, ha concluso, che prima "chiedano perdono per i loro crimini".

redazione.internet@ansa.it

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