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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
20.12.2008 Parigi si muove, Roma che fa ?
Salviamo il soldato Shalit, prigioniero di un'entità criminale

Testata: Corriere della Sera
Data: 20 dicembre 2008
Pagina: 15
Autore: Francesco Battistini,Gilad Shalit
Titolo: «Gilad Shalit diventa cittadino francese»

Gilad Shalit diventa cittadino francese Il sindaco di Parigi: «Siamo con lui»

Questo il titolo del CORRIERE della SERA a pag.15, nella corrispondenza da Israele di Francesco Battistini. La notizia riguarda però la capitale francese, dove il sindaco Betrand Delanoe ha concesso la cittadinanza francese a Gilad Shalit, un gesto che onora la politica francese. Che succede a Roma ? che succede alla nostra classe politica ? Qualcuno avrà il coraggio che il sindaco di Parigi ha dimostrato di avere ? O si continueranno a gridare slogans pacifisti al vento, tanto non costano nulla e non implicano alcuna responsabilità ? Il sindaco Alemanno e qualche cardinalone in vena di crociate moraliste digitino su Google il nome del sindaco di Parigi, ne verrà fuori il suo Corruculum Vitae, da leggere e meditare.

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME — Ha due passaporti, adesso. Ma non ne può usare nemmeno uno. Al suo giorno di prigionia numero 908, Gilad Shalit riceve la cittadinanza onoraria di Parigi e la solidarietà internazionale che, di solito, non si nega dopo una settimana. Come avevano fatto per Ingrid Betancourt o Florence Aubenas, i parigini qualche mese fa appesero una grande foto del caporale israeliano nel Sedicesimo Arrondissement. L'altra sera il sindaco Bertrand Delanoë l'ha decretato: a Gaza, prigioniero di Hamas, d'ora in poi ci sarà un citoyen.
Un francese. Un europeo. «È un messaggio al mondo — s'è detto nella cerimonia — noi non l'abbandoniamo e non lo dimentichiamo ».
Il problema è salvarlo, il soldato Shalit. La fine dei sei mesi di tregua nella Striscia, proclamata ieri all'alba dal movimento islamico, rende più complicate le trattative. Gli appelli si moltiplicano: 24 parlamentari italiani hanno presentato una lettera-petizione bipartisan alla Croce Rossa (alla quale, peraltro, Hamas non ha mai concesso di visitare l'ostaggio). La mossa del sindaco di Parigi è nata dall'esibizione di domenica scorsa, quando a Gaza un finto soldato è stato portato sul palco e fatto inginocchiare in pubblico, un punto a favore della diplomazia israeliana, che per quello show ha chiesto proprio ieri una presa di posizione anche da parte dell'Onu. È un goal elettorale anche per la destra Likud di Bibi Netanyahu: nelle stesse ore della cittadinanza onoraria, Bibi stava in visita dal presidente Sarkozy, a parlare proprio di Shalit.
Ci si prepara a un'azione armata? I quattro razzi tirati su Israele, gli spari su un kibbutz al confine, sono un assaggio. La Striscia è allo stremo, un milione e mezzo di palestinesi è costretto da un mese e mezzo a campare con quel poco che passa per i tunnel. «La situazione umanitaria è pesante, lo sappiamo », dice al Corriere il generale israeliano Amos Gilad, braccio destro del ministro Barak: «Ma c'è un limite a quel che possiamo sopportare. Immaginate che cosa succederebbe in Italia, se ogni giorno piovessero razzi su Roma. Responsabile della fame nell'Hamastan è Hamas, che se ne frega della popolazione». Tutto è possibile: «Se il lancio di razzi non cesserà, reagire sarà inevitabile». Molti dirigenti di Hamas sono nascosti: «In passato, avevamo una piccola lista di obbiettivi da colpire. Ora la lista è lunga. E non esiteremo a usarla».
Il target numero uno si chiama Ahmed Jaabri, 45 anni: comanda le Brigate Ezzedine al-Qassam, quelle che lanciano i razzi. Risponde direttamente ai dirigenti siriani, ha 20mila uomini suoi, non usa cellulari per non essere localizzato ed è il vero uomo forte della Striscia. Ha potere di vita e di morte: quest'anno ha inflitto undici condanne capitali, tutte per «collaborazionismo ». L'ha rapito lui, il soldato Shalit. E solo lui può salvarlo.
Francesco Battistini In piazza
Manifestazione per Gilad Shalit a Parigi. Sopra, il sindaco Bertrand Delanoë

 
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