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La Stampa Rassegna Stampa
18.12.2008 Gli antisemiti esultino pure per il caso Bernard Madoff: come al solito, i fatti li smentiscono
l'analisi di Elena Loewenthal

Testata: La Stampa
Data: 18 dicembre 2008
Pagina: 46
Autore: Elena Loewenthal
Titolo: «Antisemiti esultate: il perfido ebreo esiste»
Da pagina 46 La STAMPA del 18 dicembre 2008, riportiamo l'articolo di Elena Loewenthal "Antisemiti esultate: il perfido ebreo esiste":

«I Rothschild non sono più quelli di una volta», lamenta reb Mendele in quella vecchia storiella, dopo aver assistito a un concerto a quattro mani nel palazzo dei magnati, «in due a suonare sullo stesso pianoforte! Pezzenti...». Per un mito che se ne va c’è sempre uno stereotipo che tiene. Chissà che cosa direbbe, reb Mendele, di Bernard Madoff. L’ex presidente del Nasdaq sta mandando a catafascio i mercati di mezzo mondo, in compenso rende felici schiere di antisemiti. È l’incarnazione dei loro incubi peggiori, o meglio dei sogni più arditi: risponde, senza fallo, a tutti i canoni dell’odio contro i figli d’Israele. È l’ebreo che controlla i gangli del potere, avido oltremisura, astutissimo e soprattutto capace di vendersi pure la mamma, per fare illecito profitto.
Nel caso specifico, la mamma è rappresentata da tutti quegli enti benefici ebraici che, partendo da Elie Wiesel, passando per Steven Spielberg e giungendo alla Yeshiva University, gli avevano fiduciosamente consegnato i loro risparmi, in attesa di trovare un’equa destinazione. Madoff si era costruito una rispettibilità fondata su quella sua indole heyimish, come si dice in yiddish, «domestica», «affabile». Pareva uno cui si potesse affidare tranquillamente se non la mamma, almeno la suocera. E adesso, invece, eccolo lì, in pasto agli odi più feroci, alle insinuazioni più soddisfatte: allora è proprio vero che gli ebrei sono…
Meno male, si fa per dire, che tanto accanimento di avidità pare trovare proprio negli enti e negli ambienti ebraici un bersaglio privilegiato, come a beffa del proprio e altrui destino. Madoff pareva particolarmente compiaciuto nel buggerare i suoi correligionari. Il che comporta due conseguenze. La prima è che costoro sono doppiamente indignati con lui, vuoi per le ingenti somme che sfumano come neve al sole, vuoi per il mortale abbraccio fra questo esemplare di ebreo e lo stereotipo. Da cui, mentre l’esemplare incriminato starà comodamente scontando la sua pena, toccherà a tutti gli altri trovare il modo di sbrogliarsi. La seconda viene quasi da sé, ed è una banalità talmente ovvia che in questo caso ha dell’eclatante: e cioè che, come talvolta accade, la realtà supera la fantasia. La moltiplica o, per meglio dire, la mortifica. L’ebreo Madoff fa impallidire anche la più bieca delle caricature antisemitiche. L’ebreo Madoff in carne, ossa e furfanteria, aderisce talmente al pregiudizio da far pensare che sia stato creato apposta per lui, il pregiudizio. È il sogno incarnato d’ogni antisemita. È l’idea platonica dell’ebreo perfetto da detestare, di cui quello vero rappresenta solo un’ombra fioca, una vaga reminiscenza.
Peccato solo che a guastare la festa dell’antisemita ci siano, tanto per cambiare, gli ebrei: pure loro gliel’hanno giurata, al perfido Madoff.

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