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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Sara Houghteling Il mercante dei quadri perduti 16/12/2008

Il mercante dei quadri perduti          Sara Houghteling

 

Traduzione                                                Massimo Ortelio

 

Neri Pozza                                                  Euro 16,50

 

 

 

“I quadri sono spariti, Max. Li hanno portati via. Non ne è rimasto neppure uno…”

 

Se si paragona l’immane tragedia della deportazione e dello sterminio degli ebrei che nella sola Francia ammontavano a trecentomila, settantaseimila dei quali condotti nei campi di sterminio, il trafugamento di migliaia di capolavori artistici di inestimabile valore è un crimine di minore entità.

 

L’autrice, Sara Houghteling, che ha conseguito il master in Storia dell’Arte all’Università del Michigan ci regala un romanzo storico avvincente e intrigante che fa luce su una delle pagine più oscure della Storia della Seconda Guerra Mondiale: la razzia di opere d’arte in Francia per mano di funzionari del Terzo Reich.

 

Proprietari della rinomata Galleria d’arte di Rue de La Boétie, Daniel e Max Berenzon tornano a Parigi nell’agosto del 1944 dal villaggio di Le Puy dove si erano rifugiati quando i tedeschi avevano invaso il suolo francese, nel tentativo di sottrarsi alla ferocia nazista insieme a migliaia di altri ebrei.

 

Nella fattoria di Monsieur Valland, un contadino protestante che “per una cifra esorbitante” accetta di nasconderla, la famiglia Berenzon, abituata a vivere nell’agio e nella ricchezza si deve adattare ad una esistenza grama e pericolosa; una situazione ancor più penosa per la madre, pianista di talento, che si trova a contendersi con Monsieur Valland il possesso di una fisarmonica per il piacere di udire qualche nota musicale.

 

Il ritorno in quel grigio mattino di agosto del ’44 in una Parigi abbandonata dai tedeschi da poche ore è un evento traumatico per Daniel e Max Berenzon: immaginando di ritrovare la collezione di quadri esposta nella Galleria di Rue de la Boétie dove opere di rara maestria come la Donna in bianco della Morisot, la bellissima Colazione di Pierre Bonnard o Les Amandes di Manet avevano fatto la gioia di artisti e mercanti d’arte, rimangono esterrefatti di fronte ai locali vuoti e completamente bruciati.

 

Se Daniel, avvilito dalle difficoltà burocratiche e dallo squallore dell’alberghetto in cui hanno trovato alloggio, si lascia prendere dallo sconforto e si chiude in se stesso, Max abbandona il padre e inizia a peregrinare per la città alla ricerca dei quadri perduti con una speranza ancora viva nel cuore: ritrovare Rose Clément la giovane di straordinaria bellezza che faceva l’assistente del padre e della quale si era perdutamente innamorato.

 

Di quanto è accaduto agli ebrei nei campi di sterminio Max non sa quasi nulla; all’Hotel Lutetia dove vengono accolti gli ebrei ritornati dai campi di sterminio apprende la sorte dell’amico Bertrand deportato insieme alla famiglia con il convoglio 62 e al quale lo legava una profonda amicizia adolescenziale.

 

Grazie all’ospitalità di Chaim, un ebreo chassidico che lo accoglie in casa ritrova quel mondo ebraico di cui non si era mai curato e riscopre le sue radici nelle preghiere che condivide con Chaim in sinagoga. L’ebreo chassidico che nei campi di sterminio ha perso la moglie e il figlio offre a Max l’appiglio per continuare a sperare e a credere nonostante le dimensioni di una tragedia di cui a poco a poco si  intuisce la vastità e l’orrore.

 

Max nella sua continua ricerca dei dipinti perduti entra in contatto con altri mercanti d’arte, scaltri e disonesti come Monsieur Cailleaux e Madame de la Porte des Vaux nelle cui Gallerie d’arte rivede alcuni quadri appartenuti alla sua famiglia, come il prestigioso Les Amandes di Manet del quale purtroppo non riesce a rientrare in possesso perché, misteriosamente è già stato venduto.

 

Vagando per le vie di Parigi Max giunge nella Basilica di Saint Sulpice dove casualmente ritrova Rose Clément, la giovane donna della cui bellezza si era invaghito, ormai molto cambiata nel fisico e nell’anima a causa delle difficoltà e dei pericoli che ha dovuto affrontare nel suo lavoro prima al museo del Louvre e in seguito in quello del Jeu de Paume.

 

Personaggio realmente esistito con il nome di Rose Valland (ex Sovrintendente del Jeu de Paume) e al quale Sara Houghteling si è ispirata, la giovane Rose è una figura indimenticabile: bella, volitiva e determinata ha saputo giocare d’astuzia per salvare quelle opere d’arte che la bramosia dei nazisti avrebbe voluto trafugare.

 

E’ per impedire il saccheggio sistematico di opere d’arte che Adolf Hitler e Hermann Göring avevano ideato che la vera Rose redige meticolosi resoconti “su predatori e prede e sulla destinazione del bottino salvato” grazie ai quali fu possibile salvare migliaia di dipinti consentendone il successivo rimpatrio.

 

A seguito dei contatti tra Rose Valland, le forze libere e gli Alleati migliaia di vagoni carichi di opere artistiche saccheggiate non furono né bombardati né fatti uscire dalla Francia negli ultimi giorni del conflitto.

 

Con un balzo temporale di venticinque anni ritroviamo Max Berenzon (che nel romanzo è una figura immaginaria) a New York, sposato e ormai padre di due figlie adolescenti che per il suo anniversario di matrimonio decide di tornare a Parigi in visita alla sua famiglia; alla Galleria Drouot durante un’asta di quadri alla quale trascina una riluttante Ellie, il lettore assisterà a un colpo di scena sconvolgente che getterà una nuova luce sulla figura affascinante e misteriosa di Rose Clément.

 

E’ un romanzo di raffinata sensualità, colto ed avvincente nel dipanarsi di una trama che scorre fluida grazie a una prosa e a un’architettura ben delineate.

 

Seppur il romanzo storico sia uno dei generi più difficili, l’opera di Sara Houghteling è un libro che convince per la passione artistica e il rigore storico, oltre che per le stupende descrizioni di una Parigi fascinosa, brillante e contraddittoria capaci di regalare a chi legge atmosfere di indubbia qualità.

 

 

 

Giorgia Greco

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