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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
16.12.2008 "Jasad" (corpo), la rivista libanese in lingua araba dedicata alla sessualità
la cronaca di Viviana Mazza

Testata: Corriere della Sera
Data: 16 dicembre 2008
Pagina: 17
Autore: Viviana Mazza
Titolo: ««Corpo»: la rivista araba che spezza gli ultimi tabù»
Dal CORRIERE della SERA del 16 dicembre 2008, riportiamo l'articolo di Viviana Mazza "«Corpo»: la rivista araba che spezza gli ultimi tabù"

«Era una giornata di primavera che improvvisamente divenne molto più calda. Lei indossava dei collant di nylon con scarpe basse leggere e, all'aumentare della temperatura, mi annunciò che non li sopportava più. Ci allontanammo dagli sguardi curiosi, rapidamente si tolse i collant e ricordo ancora il momento esatto in cui i suoi piedi furono denudati, liberi dal loro involucro nero trasparente...». Così Ibrahim Farghali, scrittore egiziano, si confessa feticista del piede in un articolo che apparirà questa settimana sul primo numero di una rivista in lingua araba edita in Libano.
Sulla copertina nera spicca un corpo di donna avvolto in un drappo rosso. In alto, la scritta
Jasad, corpo. La «J» è disegnata come una manetta aperta. Non è un invito al sado-maso, ma «si riferisce alla necessità di spezzare i tabù», spiega l'ideatrice e direttrice, Joumana Haddad, 38 anni, poetessa e giornalista libanese cattolica. Nonostante la copertina ricca di metafore, Jasad è un tentativo di chiamare le «cose del corpo» col loro nome, in arabo. Oggi nella lingua araba, non appena si parla di corpi, «si annega in un mare di metafore », spiega Haddad, che parla 7 lingue, tra cui la nostra, ed è in Italia per curare il suo primo libro di poesie in italiano, Adrenalina
(Edizioni del Leone; uscirà in primavera). «Per il pene usano la parola colonna. Clitoride non si può dire. Per l'organo femminile ci sono più di 100 parole, tutte di letteratura, di grande bellezza. Ma non siamo abituati a pronunciarle, solo nella nostra testa o a voce bassa. Un'amica mi ha detto: preferisco leggerti in inglese, quando ti leggo in arabo ho paura del peso delle parole».
Sesso orale, omosessualità, cannibalismo sono tra i temi trattati nei 50 articoli del primo numero, firmati da scrittori arabi, la maggior parte musulmani.
Jasad è un trimestrale, vietato ai minori. L'attesa è grande. «O Signore, fa che sia in vendita in Giordania», scrive un lettore sul sito di Al Arabiya. Sarà venduto in edicola e libreria a Beirut, inviato per corriere in Medio Oriente e Maghreb. Gli abbonati sono centinaia. Ma ci sono anche giudizi negativi (e insulti per Haddad). Alla fiera del libro di Beirut, membri del partito sciita Hezbollah hanno tentato di chiudere lo stand di Jasad. L'Arabia Saudita ha bloccato il sito web della rivista. «Ma è il paese con il più alto numero di abbonati ».
Haddad va avanti. « Jasad è una rivista di cultura in cui si tratta del corpo, non solo nella dimensione erotica, ma anche in quella sociale, etica e linguistica », spiega. A quella erotica è dato molto spazio anche perché «è stata rubata agli arabi». A chi la accusa di copiare gli occidentali, consiglia di leggere Il giardino profumato di Nafzawi e i testi non censurati de Le mille e una notte. «E ho trovato dei testi in arabo del secolo X e IX che farebbero arrossire lo scrittore occidentale più osceno. La scrittura araba parlava del corpo con una bellezza e una facilità che si è persa». Perché? «Una ragione è il potere gradualmente più grande della religione sulla nostra vita». Non si riferisce solo all'Islam. «Sono cresciuta in una famiglia molto tradizionalista, con un padre che se avesse immaginato quello che avrei fatto si sarebbe buttato dal terzo piano». Ma oggi papà è al suo fianco.

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