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Il Giornale Rassegna Stampa
16.12.2008 Le ripercussioni della truffa di Bernard Madoff in Israele e nel mondo ebraico
l'opinione di R.A Segre

Testata: Il Giornale
Data: 16 dicembre 2008
Pagina: 1
Autore: R.A. Segre
Titolo: «Ebrei sotto choc: «Noi rovinati dal nostro finanziere»»

Da Il GIORNALE del 16 dicembre 2008, in prima pagina e a pagina 15, riportiamo il commento di R.A. Segre

Poco importa sapere se la frode realizzata da Bernard Madoff sia di 50 o di 500 miliardi di dollari. Ciò che appare certo è che si tratta della maggiore frode mai realizzata a danno di migliaia di persone e di fondi di investimento nella storia della finanza americana.

Le sue conseguenze negative appaiono enormi a molteplici livelli. Primo fra tutti a livello della credibilità di questo simbolo di correttezza finanziaria e di onestà personale ebraica che applicando sfrontatamente il «metodo Ponzi», un sistema di truffa inventato negli anni venti del secolo scorso dall'immigrante italiano Ponzi, ha dimostrato quanto sia labile la memoria dei finanzieri di cui già due secoli fa Voltaire aveva dato questa lapidaria definizione: «Finanziere - Un ladro. Ecco tutto».

Bernard Madoff, 70 anni, ex presidente del Nasdaq, ex tesoriere della Yeshiva University di New York, presidente della Business School di questa università che è considerata la più famosa istituzione accademica religiosa ebraica d'America era considerato con la sua «Bernard L. Madoff Investment Securities LLC» non solo un genio della finanza ma il prototipo della onestà e della generosità della finanza - soprattutto religiosa - ebraica nel mondo.

A livello di perdite, di cui non si conosce ancora l'entità, le vittime che dichiarano di essere state colpite «al 100%» includono fondi di investimento fra i più noti in Borsa: Fair Field Sentry and Sigma; King Gate Global e Euro Found; Equità plus; Thema International Found; Rafale Partners ecc. A livello filantropico, il furto ha già azzerato istituzioni benefiche come la Chais Family Foundation che donava annualmente milioni di dollari a società di assistenza ai poveri di Israele e in Europa dell'Est, oppure la Gift of Life Foundation, specializzata negli aiuti al trapianto del midollo spinale.

Ma non erano soltanto società filantropiche che affidavano a questo truffatore travestito da finanziere religioso la gestione dei loro capitali. Erano anche ditte, come alcune delle principali società di assicurazione israeliane, ad esempio e la Foenix, la Clal, o fondi di ricerca universitari come quelli del Tachnion, il Mit israeliano, che vedevano in Madoff non solo un genio della finanza, l'uomo che grazie alla sua reputazione di onestà aveva fatto del suo fondo una delle 25 più pregiate società finanziarie di Wall Street. Ci era riuscito garantendo per decenni ai suoi clienti profitti del 10%. Ed era in fondo questa reputazione, unita all'alone di tradizionale capacità finanziaria ebraica che aveva attirato nel fondo di Madoff anche soldi di banche private svizzere (come la Reichmuth & Co) e di clienti in tutta Europa.

Il danno causato da questo simbolo del genio e della onestà finanziaria ebraica, in particolare al mondo israelita ortodosso, ma anche alla reputazione ebraica in generale è difficile da calcolare. Fra le sue ricadute ci potrà essere anche quella sulle elezioni generali israeliane del prossimo febbraio. Questo furto di denaro e di fiducia tocca diecine di migliaia di elettori religiosi e le istituzioni caritatevoli che li mantengono agli studi sacri e convogliano il loro voto verso la destra più radicale. Col risultato che cercheranno all'estero aiuti per sopravvivere e per l'educazione dei loro figli in scuole obbligate a chiudere i battenti per mancanza di fondi.

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