Pellegrini in "Terra Santa" ? Cercate di non dimenticare Israele a proposito di un viaggio guidato dal vaticansita Andrea Tornielli
Testata: Il Giornale Data: 08 dicembre 2008 Pagina: 33 Autore: Andrea Tornielli Titolo: «I lettori in Terrasanta con il Giornale»
Il GIORNALE del 7 dicembre 2008, pubblica a pagina 33 l'articolo di Andrea Tornielli "I lettori in Terrasanta con il Giornale", presentazione di un viaggio "culturale e insieme religioso"che sarà guidato dallo stesso Tornielli, vaticanista del quotidiano.
Anche in questo caso, com'è purtroppo una regola nei pellegrinaggi cattolici, lo Stato d'Israele non è nominato, sostituito dalla "Terra Santa".
Certo, si può essere ragionevolmente fiduciosi nel fatto che il viaggio del GIORNALE non assumerà i caratteri di autentico indottrinamento antisraeliano che sono stati documentati nel caso di alcuni pellegrinaggi. Tuttavia, ci sembra, si dovrebbe aspirare a qualcosa di più della semplice assenza di propaganda d'odio. I pellegrinaggi in "Terra Santa" potrebbero essere occasioni per conoscere Israele al di là dei pregiudizi e della disinformazione e per comprendere il significato religioso che il legame tra il popolo ebraico e la sua terra ha anche per il cristianesimo.
Speriamo che, anche se l'articolo di Tornielli non fa cenno a queste finalità, il giornalista ne tenga conto nel guidare il gruppo di pellegrini.
Ecco il testo:
Visitare i luoghi santi, la terra calpestata da Gesù durante la sua vita terrena, è un’esperienza indimenticabile. Rappresenta infatti un ritorno alle origini, all’essenziale, a quelle grotte e a quelle pietre dove tutto, duemila anni fa, è cominciato. Per questo il Giornale, dopo il successo delle escursioni in Kenya, ha deciso di proporre ai suoi lettori la possibilità di questo viaggio. Un viaggio culturale e insieme religioso, che permetterà di conoscere meglio le nostre radici e la nostra identità, visitando innanzitutto i luoghi storicidella vita delpopolod’Israele, piccola entità etnica che, isolata nel panoramadei Paesi circostanti nell’età antica, credeva in un Dio unico che interagiva e interveniva nella storia dell’uomo. Un popolo in attesa di un messia, capace di portare a compimento le promesse affidate da Dio stesso ai suoi patriarchi. Nelmomentoin cui piùforteèl’attesamessianica, descritta non soltanto dai profeti d’Israele, in quell’angolo così sperduto dell’impero romano, cosìoscurorispettoaifasti della capitale, mentre a Roma regna Ottaviano Augusto e in Giudea il re Erode, viene alla luce Gesù di Nazaret, l’unico uomo della storia ad aver definito se stesso «Via, Verità e Vita». Il Nazareno è come un puntino insignificante nella storia di quell’epoca, un«ebreo marginale», com’è stato definito. Un uomo che, raccolti attorno a sé pochi discepoli, annuncia un messaggio d’amore e finisce torturato e ammazzato aGerusalemme nel peggiore epiù infamante dei modi, la crocifissione.Maquelgruppuscolo di seguaci, impauriti, abbattuti edistruttiperla sortedel loro «rabbi », tre giorni dopo la sua deposizionenel sepolcro,fannounascopertasconvolgente. Latombascavatanella rocciaaccantoalGolgota viene trovata vuota. E Gesù, quello stesso che avevano visto cadavere, si fa vedere nuovamente in mezzo a loro. In questo evento c’è tutto il cristianesimo. In quellanascita,morteeresurrezione è racchiuso l’evento che ha diviso in due la storia dell’umanità. L’evento che anche chi non crede inconsciamente celebra, ogni qualvolta scrive la datasuunalettera o su un’email calcolando gli anni dalla nascita di Cristo. Il viaggio in Terrasanta, che ci porterà dal 23 febbraio al 2marzo nelloStatod’Israele,eperungiorno nei territori dell’Autorità palestinese, ci permetterà di vedere quei luoghi. Di entrare nella piccola grotta di Nazaret, la casa di Maria, dove una ragazza quattordicenne dicendo il suo «sì» permise l’inizio di quella straordinaria «jointventure»tra il divinoel’umanorappresentata dall’incarnazione del Figlio di Dio, nato a Betlemme. Dio che si fa bambino, un bambino totalmente dipendente dallecurediunpadreediunamadre. Entreremo a Cafarnao, nella sinagogadoveGesùpreselaparola e dove vivevano i fratelli Pietro eAndrea; visiteremo ilMonte delle Beatitudini e avremo negli occhi lo stesso panorama che aveva negli occhi il Nazareno, quando proclamò di fronte alla folla quello straordinario capovolgimento deivalori di alloramaanchedi oggi, annunciando la predilezione di Dio per i piccoli e per gli umili. Vedremo il Getzemani, dove Cristo attese in preghiera di essere arrestato, ci inoltreremo lungo la Via Dolorosa, la stessa che egli percorse con la croce sulle spalle per arrivare alla basilica del Santo Sepolcro, dove sono racchiusi in un’unica e disordinata costruzione sia il Golgota che il sepolcro. Andremo anche aQumran, dovevivevanogli esseniedoveèstataritrovatala lorostraordinaria bibliotecadi antichi manoscritti, comepurevisiteremo l’anticafortezza di Masada. Vedremo il Muro del Pianto e la spianata delle moschee, faremoincontriinteressanti con alcuni protagonisti della vita religiosa e civile perché in Terra Santa non ci sono soltanto pietre, maanchepietre vive dicristianichenonostanteletante difficoltà continuano ad abitarla. Avremoilmodoper conoscerci personalmente, per discutere e approfondire.Cisaràtempodedicato alla preghiera e alle funzioni religiose (con possibili alternativepertutti colorochenonvorrannoparteciparvi), maancheperapprofondimenticulturali, grazieall’accompagnamento di guide espertissime, che da molti anni anni fanno parte del team di «Avvenimenti ». Insomma, ci sono tutte le premesse – non ultima la sistemazione in alberghi che offrono un servizio di qualità – per trasformare il viaggio in Terra Santa in un’esperienza indimenticabile. Sarà possibile partire dagli aeroporti di MilanoMalpensa e di Roma Fiumicino con voli di linea diretti a Tel Aviv: le due comitive si ricongiungeranno la sera del 23 febbraio a Nazaret.
Per inviare la propria opinione alla redazione del Giornale cliccare sulla e-mail sottostante