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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
08.12.2008 Yossi Boublil, eroe di un reality israeliano
la cronaca di Francesco Battistini

Testata: Corriere della Sera
Data: 08 dicembre 2008
Pagina: 16
Autore: Francesco Battistini
Titolo: ««Yossi premier» L'eroe del Reality conquista Israele»
Dal CORRIERE della SERA dell'8 dicembre 2008 (pagina 16), riportiamo l'articolo di Francesco Battistini "«Yossi premier» L'eroe del Reality conquista Israele"

GERUSALEMME — «Perché un ebreo orientale porta sempre la cravatta? Per non far salire troppo sangue al cervello ». «E perché guida solo Bmw col volante piccolo? Perché così può tenere le manette ai polsi». «E perché ce n'è così pochi nell'Aeronautica israeliana? Perché sugli F-16 non possono abbassare il finestrino e appoggiare fuori il gomito ». La sera in cui l'ebreo orientale Yossi Boublil s'è messo a fare il gioco dei perché sugli ebrei orientali, annoiato da non si sa più quante settimane di reclusione nella casa del Grande Fratello israeliano, l'auditel è schizzata: 36% di share. Roba mai vista negli ultimi anni, un successo d'ascolti battuto solo dai drammi telegiornalistici della guerra in Libano o dal ritiro in diretta dei coloni di Gaza. Maschilista, volgare, d'ostentata e orgogliosa ignoranza, catene e anelli quanti capelli, Yossi è un palazzinaro del sud — il prototipo del mizrahi, l'ebreo orientale immigrato dal Maghreb o dall'Iraq o dall'India — che dopo tre mesi di reality, due mesi prima delle elezioni politiche, è ormai vicino a una doppia nomination. Di vincitore dello show. Di personaggio più famoso del Paese: ben più di Tzipi Livni, di Bibi Netanyahu e perfino d'un Nobel come il presidente Shimon Peres. Se lo dice da solo, il buon Yossi: «The most popular men in Israel» — così, al plurale — è il benvenuto sul suo sito web, per simbolo un istrice «che punta all'obbiettivo e punge se l'attaccano ». Sentenze tipo «ruttare Sprite è uno dei piaceri della vita!», i nonsense sulla situazione politica (parlando della sua città, colpita spesso dai razzi di Hamas: «Sogno di fare un'inversione a U nel centro di Ashkelon!») non resteranno nel verbo dei Padri, eppure sono stampati sulle magliette, citati alla radio, rilanciate dai blog. Dal primo settembre un israeliano su sette, vecchi e lattanti compresi, guarda ogni giorno «Ha'Ah Ha'Gadol», su Canale 2, via cavo o su internet, e si prepara al gran finale del reality, il 14 dicembre, quando il cinquantacinquenne Yossi (sondaggi unanimi) dovrebbe vincere i 250mila euro in palio e finalmente uscire dalla Casa alla periferia di Gerusalemme, 56 telecamere e un centinaio di bodyguard, un luogo più protetto d'un insediamento cisgiordano. Per fare che? «Mi compro la macchina e mi rifaccio l'appartamento», promette lui. «La sensazione è che Boublil sia al momento la persona più importante d'Israele — prevede il quotidiano
Yediot Ahronot — Sul web lo vogliono premier, invitano a votarlo. Ci chiediamo se la destra del Likud non abbia già deciso di candidarlo». C'è più Israele in quella Casa, è probabile, che nelle analisi di molti giornali: nessuna edizione del Grande Fratello ha mai avuto tanto successo, nei 62 Paesi che l'hanno trasmesso. Un cast normale e perfetto: l'ebreo gay d'origine russa e malato di moda, la hostess laica di Tel Aviv che odia gli ultraortodossi, il giovane avvocato askenazita, la palestinese emancipata che fa la modella, la francese sexy appena immigrata, il nazionalista osservante... Impegno e leggerezza. Voglia di capire e desiderio di stordimento. Un micromondo in una microterra: quando non si scatena la rissa tra arabi e religiosi, tiene banco l'antica rivalità tra sefarditi ed europei, o tra Gerusalemme la spirituale e Tel Aviv la secolare.
«E' raro che in tv si dibatta in modo così acceso su queste cose — ha notato Yediot Ahronot — nonostante i pregiudizi e un sottile razzismo siano più diffusi di quanto s'ammetta. Il trionfo di Yossi è la rivincita degli ebrei di serie B». Anche d'un Paese meno conosciuto, di sicuro molto cambiato, che da settimane ride amaro con una sit-com sulla vita difficile degli arabi di Gerusalemme e condivide i gusti del nostro eroe: il cinema poco raffinato di Ze'ev Revach, l'odio per «i circoli culturali e gli snob», l'ansia più per i crolli in Borsa che per la caduta dei missili, gli sghignazzi un po' beceri al racconto d'un partouze... Condonando pure i privilegi della popo-larità tv, un tempo impensabili: durante il reality, un muratore ha denunciato Yossi per non avergli pagato i contributi, 9mila euro, ma s'è dovuto accontentare d'un decimo. «Sta ancora chiuso dentro la Casa», ha deciso il giudice: «E chi non può venire a difendersi, ha diritto a condanne lievi ».

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