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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.12.2008 Stretta di mano tra Peres e lo sceicco Tantawi
il quale, attaccato dai Fratelli musulmani, afferma di non aver riconosciuto il presidente israeliano

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 dicembre 2008
Pagina: 14
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «Il Gran Mufti dà la mano a Peres I Fratelli musulmani: una disgrazia»
Da pagina 14 del CORRIERE della SERA del 4 dicembre 2008, riportiamo l'articolo di Francesco Battistini "Il Gran Mufti dà la mano a Peres I Fratelli musulmani: una disgrazia".

Ecco il testo: 

GERUSALEMME — La foto dice quel che le bocche non possono. «Sì, non è un falso», ammette il Gran Muftì d'Egitto. Una sala del Palazzo di Vetro, a New York. Sullo sfondo le sedie vuote d'una riunione appena finita, un volto della Lega araba, l'atmosfera degli ultimi saluti. In primo piano, un celebre presidente israeliano d'85 anni e un venerato chierico sunnita d'ottanta. Si guardano. Si stringono le mani. Si stanno dicendo qualcosa, è evidente. Trenta centimetri di distanza. Non può dire che è un falso, Sheikh Mohamed Sayed Tantawi, quasi un Papa per milioni di musulmani, e infatti non lo dice. Ma quasi un mese dopo, quella stretta di mano a Shimon Peres, la rappezza con una scusa che forse è peggio della gaffe: «La foto è autentica, non è stata ritoccata. Però chi l'ha messa in circolazione è un pazzo: io non sapevo neanche chi fosse, quell'uomo».
Una mano leva l'altra. Funziona così, molti a fingere di non vedere, quando un'autorità israeliana si presenta alle conferenze di pace. Il 12 novembre, assemblea generale delle Nazioni Unite, non andò diversamente. E l'arrivo di Peres, quel giorno capace peraltro d'un discorso sulla mano tesa al mondo arabo, quell'arrivo provocò i soliti imbarazzi. Degli sceicchi che si giravano dall'altra parte. Del re saudita, invitato per la prima volta alla stessa tavola, ben attento a non scambiare nemmeno un buonasera. Fra tanti leader, l'incontro tra Peres e Tantawi era finito un po' nell'ombra. Rischiarato solo dal flash d'un rapido paparazzo, che ha messo su internet lo scatto e a soqquadro il fondamentalismo. Prima con l'audio diffuso dal numero due di Al Qaeda, Ayman al-Zawahiri, che ha attaccato il Muftì. Poi in un'interrogazione al Parlamento cairota: «Tantawi si deve scusare formalmente — hanno protestato i Fratelli musulmani —. Quella foto è una disgrazia per i fratelli di Gaza. Si legittimano i crimini di guerra di chi ogni giorno uccide, deruba, scaccia il popolo palestinese dalla sua terra».
Capo di Stato, Peres oppone un tranquillo silenzio ai soliti capi d'accusa e solo l'ufficio di presidenza fa sapere che quell'incontro fu anche un'amichevole conversazione fra i due anziani leader: «Era una giornata organizzata per distendere gli animi — spiega un funzionario — ed è quello che il presidente ha fatto». La grana è tutta di Tantawi, grande imam della Moschea di Al-Ahzar e gran sceicco dell'Università islamica del Cairo, autore di settemila pagine d'esegesi del Corano, oratore funebre per Arafat, ma nel mirino anche per le sue aperture: ha spesso condannato Bin Laden, i Talebani, i kamikaze, l'infibulazione, il fanatismo del velo. «Mi sono passate davanti decine di persone — cerca ora di giustificarsi —, io ho l'abitudine di dare la mano a chiunque me la tenda. L'ho fatto anche con Peres, ma per caso. È stata una fugace, fugace, fugace stretta di mano». Parole che zoppicano: Peres è uno dei fondatori dello Stato d'Israele, dal 1948 ha fatto due volte il premier, più volte il ministro degli Esteri e della Difesa, senza dire del Nobel per la pace assegnato nel 1994. Un giornale israeliano,
Ma'ariv, ha fatto una breve inchiesta e il risultato l'ha pubblicato ieri: Peres non se l'è trovato davanti, Tantawi, è andato proprio a cercarlo. Conoscendolo, ma senza riconoscerlo.

Gli odiatori di Israele non impongono i loro condizionamenti solo nel mondo arabo e islamico. Il Parlamento europeo ha rinviato il voto sulla cooperazione Israele-Ue per le pressioni della sinistra radicale.
A pagina 16 il CORRIERE, nella breve
Protocollo Israele-Ue: rinviato il voto, riporta gli insulti dell'europarlamentare Luisa Morgantini.

STRASBURGO — Il Parlamento europeo ha rinviato il voto sul protocollo di cooperazione tra Israele e Ue: 194 deputati contro 173 hanno chiesto di posporre il voto su richiesta del gruppo Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica e dei Verdi con Socialisti, Liberali e qualche popolare. «È tempo che il governo israeliano non si consideri al di sopra della legalità», ha detto Luisa Morgantini, vice presidente del Parlamento Ue.

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