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La stretta di mano peccaminosa 03/11/2008
La massima autorità dell'Islam sunnita, il Grande Imam della Moschea di Al-Azhar, nonché Grande Sceicco della correlata Università di Al-Azhar (Cairo), Muhammad Sayid Tantawi, non sa chi è Shimon Peres.
O quantomeno, questa è la spiegazione che ha addotto per giustificare la stretta di mano con il presidente Israeliano durante una cena nel corso dell'incontro interreligioso svoltosi a New York lo scorso 14 novembre, sotto l'egida dell'ONU.
La foto della stretta di mano ha provocato il disdegno di numerosi politici egiziani, per la maggior parte gli indipedenti affiliati ai Fratelli Mussulmani, tanto che c'è stato chi, come il parlamentare Moustafa Bakri, ha chiesto le dimissioni di Tantawi dalle sue autorevoli cariche, sostenendo che l'incontro con Peres sia stato "un affronto a tutti i Mussulmani in qualsiasi luogo".
Frattanto, nell'evenienza che qualcuno avesse potuto pensare diversamente, un portavoce del Ministero degli Esteri Iraniano non ha mancato di riaggiornarci sulla posizione del suo paese, per cui "l'Iran esprime il suo dissenso in merito alla normalizzazione dei rapporti con Israele sotto ogni profilo".
(E pensare che "lo scopo dell'incontro interreligioso è quello di promuovere una comprensione reciproca", aveva detto il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-Moon, aggiungendo: "Spero che si crei un'atmosfera favorevole che possa portare ad affrontare le differenze nelle questioni politiche". Ma questo non ci turba particolarmente, perché non abbiamo mai riposto troppa fiducia in questo genere di incontri).
 
Per difendersi dagli attacchi, Tantawi ha dichiarato al giornale egiziano Al Masri Al Youm: "Ho stretto la mano di chi me la porgeva. Tra questi c'era anche Shimon Peres, che non ho riconosciuto, così gli ho stretto la mano come ho fatto con gli altri, per caso, senza nemmeno sapere chi era. Ma anche se avessi saputo chi era, una stretta di mano è un'eresia?". Inoltre Tantawi ha definito quanti hanno pubblicato la foto incriminata "uno branco di lunatici".
 
Non so cos'è peggio: essere un leader mondiale di tale stazza, un'autorità spirituale e giuridica rappresentativa del 90% della popolazione egiziana (per limitarci al paese che firmò, nel 1979, gli accordi di pace con Israele) e non sapere chi è quel vecchietto onnipresente di Shimon Peres, o quantomeno l'attuale presidente di quello Stato che quotidianamente occupa ampi spazi sui giornali egiziani; oppure mentire spudoratamente per non fare saltare i gangheri a quanti, a 30 anni dalla firma degli accordi, ancora mettono in discussione la pace con Israele.

lettera firmata

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