A pag. 10 del Manifesto del 02/12/2008 compare l'articolo "Aiuti libici per Gaza, Israele li respinge" di Michele Giorgio.
Nel suo pezzo, Michele Giorgio si premura di sottolineare la tragica situazione nella quale si troverebbero i palestinesi di Gaza, che sarebbero ormai ridotti alla fame dallo stato di Israele.
Questa volta gli israeliani si sarebbero macchiati della colpa di aver bloccato una nave libica che trasportava cibo e medicine.
L'autore è molto preciso e fornisce parecchie informazioni sulla nave e sul rapido deperimento del suo carico, ma non lo è altrettanto per quanto riguarda la conclusione della vicenda e cioè che Gaza sarebbe un territorio occupato da Israele.
Non si chiede nemmeno se la nave libica non potesse rappresentare un pericolo per la sicurezza di Israele, e trasportare armi o denaro per i terroristi anziché aiuti umanitari. Non ricorda, ovviamente, che cibo e medicinali vengono forniti a Gaza dagli "assedianti" israeliani, nè i razzi kassam sparati dalla Striscia verso il territorio israeliano. .Queste omissioni gli permettono di giungere alla conclusione, della quale tutto si può dire meno che sia precisa
Distrazione?
Ecco l'articolo:
Finiranno per marcire nel porto egiziano di el Arish le 3.000 tonnellate di cibo e medicine inviate dalla Libia ai civili di Gaza, la Striscia di terra palestinese sul Mediterraneo sotto embargo e vietata da quasi un mese alla stampa internazionale. Salpato da Tripoli, il mercantile al-Marwah è stato intercettato ieri dalla marina israeliana al largo di Gaza city e costretto a dirigersi verso el Arish, con grande delusione per i palestinesi messi in ginocchio dal blocco imposto da Israele. Adesso il carico di cibo e medicine sarà affidato a camion che cercheranno di farlo passare per il valico terrestre di Rafah ma ben pochi si fanno illusioni: l'Egitto collabora attivamente a tenere sigillata Gaza. Dalla Turchia, dal Qatar e dal Kuwait salperanno altre imbarcazioni cariche di aiuti per Gaza, ma tutto lascia prevedere che subiranno la stessa sorte della nave libica. «Quest'ultimo atto di sopraffazione conferma che Gaza era e rimane un territorio occupato da Israele. Un'intera popolazione è nelle mani dell'occupante, priva di diritti e senza sostegni internazionali», dichiara al manifesto il dottor Eyad Sarraj, esponente di spicco della società civile palestinese, lamentandosi anche per «l'ipocrisia dei regimi arabi, che sanno soltanto parlare e rimangono immobili di fronte al dramma di Gaza».
Israele intanto si prepara a fare pressioni su Bruxelles per ottenere cambiamenti nel documento allo studio all'Unione europea che indica i punti base di un accordo tra israeliani e palestinesi nel 2009. In base alla bozza del testo, di cui il quotidiano Ha'aretz ha ottenuto una copia, l'Ue farà pressioni affinché vengano riaperte le istituzioni palestinesi a Gerusalemme Est, chiuse dalle autorità di occupazione israeliane e chiederà alla comunità internazionale di monitorare con attenzione l'interruzione della colonizzazione israeliana prevista dalla Road Map.
Per inviare un'e-mail alla redazione del Manifesto clicca sul link sottostante