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Su Barbara Spinelli 01/12/2008
Leggo l'articolo di Barbara Spinelli 30.11.08 e mi domando (e vi domando):
a parte la fumosità del linguaggio e dello stile, in genere indice di mancanza di chiarezza di idee, ma come fa un giornale serio come La Stampa a pubblicare deliri di questo genere, che a mio modesto avviso non sarebbero stati degni di considerazione neppure nel 1938?
lettera firmata

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Al computo dei genocidi del secolo passato , probabilmente ne manca uno. Forse meno cruento dei cinque descritti, ma certamente esistente, perchè si tratta di un genocidio culturale. Il genocidio cultural tibetano.

Barbara Spinelli (o forse sarebbe meglio dire la compagna di un certo Tommaso Padoa Schioppa), dimentica che gli stati di cui ha parlato nel suo articolo, e di cui ha elecato i confini, confinano sì con la Cina, ma con una Cina particolare, una Cina che anni addietro ha militarmente occupato quello stato indipendente che si chiamava Tibet, e che in quell stato sta portando avanti un genocidio culturale.

Non è concesso di poter conoscere la propria religione, la propria lingua... si deve diventare cinesi e basta.

Dimentica Donna Barbara che molte madri in Tibet, per salvare i propri figli da questo genocidio culturale li avviano a piedi, verso l'India, verso la cittadina dove risiede il Dalai Lama...evidentemente donna Barbara non ha visto i documentaari televisivi che davano anche il numero di questi piccoli che vivevano presso il Dalai Lama ... mi pare di ricordare un numero superiore alle diecimila unità.

Per alcuni così come per Barbara Spinelli, il Tibet è, in effetti, già cancellato dalla geografia e quindi, necessariamente, tra un poco sarà anche cancellato dalla storia...
lettera firmata

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Mi sfugge completamente il collegamento che la Spinelli fa tra il celebre libro di bloch e quello che e' successo in india.

Devo dire che la vostra critica all'articolo mi sembra completamente fuori strada,cosa c'entra hitler?

Nulla!

Siete sicuri che i metodi utlizzati da G. Bush non abbiano finito per moltiplicare il numero dei potenziali,e poi tremendamente reali,terroristi?

Dal mio punto di vista e' come utilizzare una 44 magnum per liberarsi di un alveare,ottieni l'effetto di spargere le api,non di eliminarle.

c' e' da dire che indipendentemente dalla risposta Usa a 11/9 ,sarebbero di molto aumentati gli atti terroristici in giro per il mondo,questione di emulazione.

Questo non significa dire che sono in accordo con la spinelli,semplicemente non condivido le sue e vostre analisi.
lettera firmata

Hitler c'entra, perchè nei suoi confronti vi fu la stessa cecità e la stessa disponibilità all'appeasement che oggi  si vorrebbe, da parte di certi ambienti intellettuali, verso il fondamentalismo islamico.
Redazione IC

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In tutti i media europei ed internazionali si parla di Bombay, solo in Italia invece questa città la si chiama Mumbai....In omaggio a chi?agli islamici? sugli atlanti in mio possesso, e negli aereoporti, leggo ancora il nome Bombay. infatti quel nome Mumbai non mi diceva proprio nulla.
incmoprensibili, e gravi, queste operazioni e distorsioni nella toponomastica.

Arrivederci e buon lavoro,
lettera firmata
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Vorrei chiedere alla signora Spinelli se davvero crede in quel che scrive. Rilevare dal discorso di un Premio Nobel, solo l’utopico desiderio di pace (ci dia la ricetta, invece), fino ad altre citazioni francamente inutili (tra cui Bernardo Valli “Al Qaeda non è un’organizzazione ma un’ispirazione” -  evidentemente né Valli né la signora Spinelli si trovavano a Mumbai in questi giorni), è esercizio di pochezza intellettuale. Elencare i confini geografici di alcune regioni, senza peraltro citare le minacce più concrete, che da queste regioni si spandono – e non da oggi – contro la modernizzazione degli stati mediorientali ed orientali (per la Spinelli un male, ma non ci spiega perché, mentre è acclarata dall’ideologia islamista) e contro l’occidente in particolare, è un limite che dimostra il suo dilettantesco approccio alla geopolitica. Infine, la signora Spinelli come troppi, dimentica che l’inizio della guerra all’occidente è avvenuto quando Arafat ha lasciato di colpo il vertice di pace di Camp David, su ordine saudita, e si è recato in circa 37 paesi islamici prima di sferrare la sua bestiale rivolta contro Israele e contro chiunque, in campo palestinese, appoggiasse la pace con quello Stato. La sua peculiarità è stata di estremizzare le piazze islamiche con l’apporto di al-Jazeera, ma soprattutto grazie ai volonterosi media europei che citavano e diffondevano solo fonti palestinesi. Non c’è dubbio che vi siano stati errori – molti gravissimi – da parte degli occidentali (ad esempio, l’Italia dovrebbe fare quel famoso “mea culpa” che la Spinelli voleva imporre agli ebrei nel 2001, ad un anno dall’inizio dello stragismo palestinese, non fosse altro perché si ha salva la vita se ci si dichiara di cittadinanza italiana), ma sono tutti ricollocabili a governi di appeasement con il terrorismo. Che finché colpiva Israele, lasciava tranquille anche le coscienze più sporche d’Europa. Non è la guerra – obbligata per difendere la pace – l’imputata. Non si venga a dire che si possa dialogare con i terroristi, con i talibani, con gli ayatollah. Ognuno di questi ha la sua ragione di essere proprio in ciò che persone come la Spinelli vorrebbero cambiare a suon di parole e che invece richiede una continua lotta fino a sconfiggerli. La loro è una mentalità criminale che va debellata così come vanno sconfessati i falsi profeti che dalle pagine dei quotidiani disinformano quando non mentono, e tramutano le vittime in carnefici e i carnefici in vittime. La signora Spinelli sa altrettanto bene che la guerra è sempre l’ultima opzione.

Danielle Sussmann

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Eccezionale l’analisi dell’articolo della Spinelli. Complimenti. Sembra davvero che viviamo in un mondo senza memoria e in cui le parole non significano nulla.
lettera firmata


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