Abbiamo ricevuto da un nostro lettore una mail sul carattere fascista del nostro paese. Gli abbiamo risposto ( la nostra risposta segue la sua lettera), ma il nostro lettore ce ne ha richiesto la pubblicazione, riaffrontando lo stesso tema in un'altra mail. L'argomento è serio, fascismo,negazionismo, differenze tra destra e sinistra, passato, futuro, non volevamo essere trascinati in una polemica infinita. Ma il lettore ci ha scritto " se non pubblicate non amate Israele", e questa è stata la nostra resa. Ecco le tre e-mail; partendo dalla prima:
Il negazionismo è uno dei temi ricorrenti e puntuali del neofascismo. La stampa e la "cultura"neofascista finiscono sempre per esaltare i padri del negazionismo, da Daivd Irving a Faurisson, individui ignoranti e depravati nel senso di Celine, cioè con la tipica esaltazione del macabro proprio della "cultura"nazifascista. Quello che rileva tuttavia è il fatto che in Italia manifestazioni anche a stampa di tale odiosa teoria sono difficilmente sanzionate nei Tribunali, mentre in paesi di cultura mitteleuropea o anglosassone tali fatti costituiscono reati puniti con pena detentiva. La cultura italiana è quella di un paese che fu, al tempo dele leggi razziali, vile bifolco e opportunista, con responsabilità maggiori di quelle del popolo tedesco, che dalla sua ha la giustificazione di una apparato terroristico di polizia che avrebbe spaventato chiunque e che invece in Italia non c'era, tanto che la maggior parte delle iscrizioni delle famiglie ebraiche italiane nelle liste di deportazione, venne copiata dai fascisti dalla genealogia empirica ebraica (listra Schaert e altre fonti giudaiche). L'Italia è un paese fascista, qui è nato il fascismo e qui si riprduce nelle sue forme più subdole e ignoranti, in ciò riproducento la scarsa inteligenza di fondo della cultura latino- mediteranea e soprattutto la pavidità insita nel fatto stesso di essere italiano. Un popolo di scrittori, di poeti di naviganti e di tifosi dello stadio. Molti dei quali, per assicurarsi un posto all'Olimpico di Mussolini, diede indicazioni per catturare ebrei da consegnare ai nazisti, a Roma e altrove.
Gentile lettore, lei tocca dei punti molto discutibili, ai quali non è possibile rispondere in una lettera. come si può affermare che l'Italia è un paese fascista tout court ? se così fosse non avremmo più nessuna speranza in un futuro migliore. come vede sono temi che richiedono un confronto, come altri nella sua mail, poco adatti ad un sito monotematico come il nostro e legato alla attualità. se crede, perchè non affronta casi specifici a sostegno della sue affermazioni ?
Un saluto cordiale,
IC redazione
Risposta: Il caso specifico, l'ultimo, è il massacro di botte che quatro vigili urbani di Parma hanno riservato ad un negretto di vent'anni per il solo fatto che era negro. Lo avrete pur letto anche voi sui giornali; il penultimo è il processo di Brescia per la strage di Piazza della Loggia al gruppo neofascista di Ordine Nuovo. Controllate il rinvio a giudizio e vedrete chi sono gli imputati: generali dei carabinieri, parlamentari, uomini dei servizi. A Bologna con la strage del 2 agosto 1980 la stessa cosa. Ma mi fermo: sono trent'anni che faccio processi e l'apparato fascista, soprattutto il suo aspetto giudiziario, non spaventa solo chi non lo conosce. Per finire, controllate il testo della legge fascista sulla razza: non lo ha redatto e concepito lo squadrista o il politicante: lo hanno redatto magistrati dell'ordine giudiziario che dopo la caduta del regime hanno continuato ad occupare le più alte cariche giudiziarie. L'Italia è irrimediabilmente fascista perchè lo fu Roma e dal mito di Roma, il più forte del fascismo, questa nazione di ignoranti e di conformisti è ben lontana dall'essercsi miminamente emancipata: articolo 1 Legge 1728/1938 sulla razza: "ebreo è chi manifesta idee ebraiche".
Questa è l'intelligenza giuridica del littorio romano, la "culla" (!) del diritto. La stessa culla di Faurisson, Evola, Irving e pattume residuo. Se non pubblicate questa, non amate Israele e chi non ama Israele non ama i nostri morti. Salutoni