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Ho letto l'intervista di Alain Elkann ad Andrea Cordero di Montezemolo, ex Nunzio apostolico in Israele. Effettivamente le risposte sembrano un po' generiche. Tuttavia vorrei soffermarmi su un punto in particolare. Quando il sig. Alain Elkann rivolge l'ultima domanda al vescovo: "E quindi cosa fare?", quest'ultimo inizia la risposta con queste parole: "Entrambe le parti devono rinunciare ad alcune pregiudiziali: per esempio bisogna riconoscere alcune risoluzioni dell'Onu". Non mi sembra che qui Mons. Andrea Cordero di Montezemolo sia molto chiaro. Chi deve rinunciare a che cosa? Perché le risoluzioni dell'Onu sono diverse e non tutte hanno lo stesso peso. Così fondamentale, e non solo a parer mio, è la risoluzione dell'Onu che riconosce la piena legittimità dello stato d'Israele. E come si sa non è riconosciuta dalla stragrande maggioranza dei paesi arabi. E' forse questa una pregiudiziale a cui si deve rinunciare? Parafrasando un versetto del "Sant'Ambrogio" di Giuseppe Giusti si potrebbe dire: "Che fa il nesci, Eccellenza? o non l'ha letta?" Fuor di metafora, a parer mio ritengo opportuno che ci sia più chiarezza negli interventi di alcuni ecclesiastici. Lo so che è un rischio inimicarsi alcuni paesi arabi, ma forse il cristianesimo insegna che bisogna evitare i rischi? Non insegna forse che bisogna dire la verità? Almeno così mi avevano insegnato al catechismo. E come si proclamano ad es. i diritti dei poveri, dei diseredati, degli emigranti, così bisogna dire a chiare lettere che lo stato d'Israele ha diritto all'esistenza. Questa è una "condicio sine qua non" è possibile intavolare ulteriori discussioni. Saluti Dario Bazec |
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