Il mercante di Venezia Riccardo Calimani
Mondadori Euro 18,50
Uno sguardo indietro. Cinquecento anni a ritroso per raccontare le vicende di un gruppo di ebrei nella Venezia che lotta per mantenere la libertà minacciata dai potenti vicini, l’imperatore Massimiliano I, il papa Giulio II. Questo affresco storico, lo scenario costruito con sapienza da Riccardo Calimani – studioso noto per i suoi eruditi saggi – che, nel romanzo “Il mercante di Venezia”, racconta le avventure di Moses Conegliano, personaggio ben distante dai chiaroscuri scespiriani che il titolo inevitabilmente evoca. Certo, la tragedia della condizione ebraica, nell’Italia Rinascimentale, c’è tutta: basta una guerra per rendere fragili le esistenze di famiglie abituate a reagire a ogni stormir di fronda. Ma Moses non ha nulla di ambiguo, di patetico. Non medita vendette, E’ al contrario un uomo coraggioso, un capopopolo che spinge i suoi a lasciare Treviso, nel 1508, prima dell’arrivo delle truppe imperiali e della soldataglia pronta a saccheggi e violenze. Un uomo previdente, che sa intravedere la catastrofe imminente nei piccoli segnali premonitori, brevi razzie, minacce diplomatiche, proclami che lasciano gli altri ebrei veneti indifferenti: “A noi non faranno del male…”. Moses propone una meta: Venezia, protetta dalla sua laguna “color piombo”, città ricca e piena di fascino, sospesa sull’acqua come un sogno. E la Serenissima li accoglierà per prestarsi come scenario – le suggestioni che emergono dalle pagine di Calimani sono quelle di un quadro di Canaletto – per lo svolgersi delle traversie di una famiglia in fuga. Il figlio preferito, Davide, che parte per l’Oriente. Il primogenito, Gabriele, che contesta il padre e si converte al cristianesimo. La figlia Stella che si innamora di un patrizio ma non può far nulla per superare le invalicabili leggi sociali. Le vicende, gli amori, le tragedie, della famiglia Conegliano e degli altri che si sono uniti in questo viaggio della speranza si intersecano con i fiumi della Storia, le eterne lotte umane che superano frontiere e vincoli di appartenenza per portare disperazione e dolore. Moses Conegliano assisterà alla creazione, proprio a Venezia, del primo Ghetto destinato agli ebrei, città nella città, potente simbolo del destino che attende il popolo di Abramo, nelle terre cristiane, per molti secoli a venire.
Paolo Salom
Corriere della Sera
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