La storia di Rashid Rauf esemplare per capire la guerra al terrore
Testata: Il Foglio Data: 25 novembre 2008 Pagina: 3 Autore: la redazione Titolo: «La storia di Rashid R. è la sintesi perfetta della guerra al terrore»
Da Il FOGLIO del 25 novembre 2008 riportiamo l'articolo "La storia di Rashid R. è la sintesi perfetta della guerra al terrore":
Islamabad. Se a bordo dei voli di linea è proibito portare mezzo litro di acqua minerale, lo dobbiamo a Rashid Rauf, mente del piano terroristico – sventato – dell’agosto del 2006 per far precipitare una decina di aerei diretti da Londra negli Stati Uniti. Cresciuto a Birmingham, in Inghilterra, Rauf è stato ucciso sabato scorso da un missile lanciato da un drone americano nell’area tribale del Pakistan. La storia del ventisettenne Rauf riassume la storia degli ultimi sette anni di guerra al terrorismo. Il piccolo Rashid passò i primi dodici mesi della sua vita nel nativo Kashmir, per poi crescere in Inghilterra dove la famiglia si era trasferita. Il giovanotto è diventato ben presto cittadino britannico e ha a lungo lavorato nella panetteria di famiglia. Nel 2002, dopo il misterioso omicidio di uno zio, la polizia voleva interrogarlo, ma Rauf fece perdere le sue tracce. Da Birmingham volò in Pakistan trovando rifugio a Bahawalpur, 725 chilometri a sud di Islamabad. Nella cittadina aveva preso contatto con l’imam locale, che era già stato ospitato dalla sua famiglia in Inghilterra. Rauf sposò la figlia del predicatore islamico, imparentata con Maulana Masood Azhar, il leggendario fondatore del Jaish-i-Mohammad, l’Esercito di Maometto, un feroce gruppo estremista che combatte la guerra santa per l’indipendenza del Kashmir. La “patria” dimenticata di Rauf. Frange dell’organizzazione erano confluite in al Qaida e attirarono il ragazzo cresciuto in Inghilterra. Dopo l’addestramento, il giovane tornò a Birmingham e lì concepì il piano per far precipitare una decina di aerei americani partiti dall’aeroporto inglese di Heathrow, in volo sull’Atlantico. Rauf e la sua banda di 24 attentatori, tutti arrestati, avevano trovato il modo di portare a bordo esplosivi liquidi mascherati da integratori come il Gatorade, da far detonare grazie a cellulari e lettori Mp3. L’attacco, sventato nell’agosto del 2006, sarebbe stato ordinato da Ayman al Zawahiri, il numero due di al Qaida. Rauf era scappato in Pakistan, ma fu arrestato a un posto di blocco nel sud del Pakistan. Il giorno dopo fu sventato il complotto degli esplosivi liquidi, pronto a scattare e a provocare la paralisi del traffico aereo di mezzo emisfero. In alcune foto in mezzo ai poliziotti pachistani Rauf appare smilzo, con lo sguardo dimesso e la barba islamica d’ordinanza. Secondo le ricostruzioni, Londra non fornì in tempo prove convincenti per estradare Rauf. E così, lo scorso anno il super sospettato è “riuscito” a fuggire mentre lo trasferivano nella prigione di massima sicurezza di Adiala. Leggenda vuole che riuscì a dileguarsi dopo aver chiesto di fermarsi a pregare. Gli agenti di scorta furono arrestati per complicità nella fuga, che sarebbe stata organizzata dai seguaci dell’Esercito di Maometto. La famiglia è sempre stata convinta che Rauf non scappò, ma sia stato fatto sparire per continuare a estorcergli informazioni sotto tortura. Fatto sta che sabato scorso un missile americano lo avrebbe ucciso, pure se i resti del suo corpo non sono stati recuperati per l’esame del dna. L’attacco a Rauf arriva tre giorni dopo l’uccisione da parte degli islamisti del generale Amir Faisal Alvi, il comandante delle forze speciali dell’esercito pachistano che sgomberarono con la forza la Moschea Rossa di Islamabad. Tra i due attacchi ci potrebbe essere una relazione, dal momento che è cominciata una collaborazione contro il terrorismo – con aree di competenza ancora divise – tra Islamabad e Washington. L’intesa tra il capo di stato maggiore pachistano, Ashfaq Parvez Kayani, e il generale David Petraeus, neocomandante del comando centrale americano, è stata siglata nell’incontro di tre mesi fa sulla USS Abraham Lincoln, e sta dando i primi frutti. Gli americani si sono impegnati, per ora, a non lanciare azioni di commandos oltre la frontiera afghana in territorio pachistano. In cambio Islamabad accetta gli attacchi mirati con i droni armati di missili, organizzati dalla Cia e dalle operazioni speciali, e ha appena deciso di smantellare l’ala dell’Isi che si occupa di politica interna per concentrarsi soltanto sull’antiterrorismo. Il servizio segreto è accusato di appoggiare al Qaida.
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