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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
23.11.2008 Sono già 200 le condanne a morte eseguite quest'anno in Iran
Uno Stato criminale, ma nessuno protesta

Testata: Corriere della Sera
Data: 23 novembre 2008
Pagina: 20
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «Iran, impiccato un uomo d'affari. Mea culpa in Tv, ho sbagliato»

Iran, impiccato uomo d'affari Mea culpa in tv: «Ho sbagliato»

Ali Ashtari condannato per «spionaggio a favore di Israele»Stretta di Teheran mentre l'Aiea conferma che i 630 kg di uranio arricchito bastano a fabbricare una bomba atomica

Questa la titolazione sul CORRIERE della SERA di oggi, 23/11/2008, nella corrispondenza di Francesco Battistini, accurata e impressionante per gli orrori che rivela. Uno Stato che ha già eseguito 200 condanne a morte, nel pressochè totale silenzio del mondo < civile >. L'ultimo impiccato, con la motivazione di aver fatto la spia per Israele, ha confessato. Ma sappiamo bene quale valore abbiano certe confessioni. La sua fine, come le altre prima della sua, ci rivelano il carattere spietato della dittatura dei mullah. Ora, questo regime, dichiara di essere in possesso della bomba nucleare, notizia confermata dalla pur cauta agenzia dell'Onu. Ci chiediamo se il mondo al quale apparteniamo ha ancora il diritto di chiamarsi civile, se la sola risposta che è riuscito a dare finora è il silenzio. Ecco l'articolo:


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME — Penultima immagine conosciuta: un uomo seduto nell'aula d'una corte rivoluzionaria, a Teheran, pallido come la sua camicia sbottonata, pc e dvd davanti. Da quel 30 giugno non s'era più saputo nulla di Ali Ashtari, 45 anni, un rappresentante d'elettronica arrestato nel 2007 per spionaggio. L'ultima immagine, ripresa chissà quando, è arrivata ieri dalla tv iraniana: l'accusato con la stessa camicia bianca, un pullover. Lì a recitare una confessione, mossa disperata: «Ho avuto probabilmente paura a rivolgermi al controspionaggio iraniano. Questa paura m'ha fatto scegliere la parte sbagliata, m'ha condotto a un punto morto. È bene che tutti imparino la lezione dalla mia vicenda. E non giochino con la loro vita. Guardate che fine ho fatto. Vi sia d'esempio. Mi pento di tutto: non fate i miei stessi errori».
Poi la voce dello speaker si sovrappone. E arriva l'annuncio: «Ali Ashtari, un iraniano che ha spiato tre anni per il regime sionista d'Israele e ha venduto informazioni sensibili sulla nostra organizzazione per l'energia atomica, è stato impiccato la mattina di lunedì scorso ». «La sua salma — aggiunge un'agenzia semiufficiale, la Mehr — è già stata consegnata ai familiari e sepolta».
Erano quasi dieci anni che in Iran non si condannava una «spia d'Israele». A morte, poi. L'ultima volta che accadde, nel 2000, tredici ebrei iraniani furono scarcerati due anni dopo, per intercessione d'un businessman kazako. Ora che cresce la tensione attorno al programma nucleare di Ahmadinejad, però, la mano si fa pesante: «Le prove erano evidenti — dice un ufficiale dell'intelligence islamica. — L'annuncio di questa esecuzione ha uno scopo preciso. Vogliamo dimostrare che la nostra attività di controspionaggio è appena iniziata e che saremo anche più severi». Un segnale che s'era già percepito: nelle ultime settimane, sono state arrestate 14 persone per attività spionistiche. E qualche giorno fa è finito in carcere un giovane blogger iraniano, di ritorno dal Canada, fotografato dai giornali israeliani durante un viaggio a Gerusalemme. Anche Ashtari, a sentire gl'iraniani, faceva da collegamento ed è stato incastrato per alcuni biglietti aerei: «La spia ha confermato che agenti del Mossad gli diedero i nomi di agenti ed esperti di centri militari iraniani, gente da convincere a viaggiare all'estero per incontrare israeliani».
Quest'anno le esecuzioni in Iran hanno di gran lunga superato quota 200. Sempre ieri è stato giustiziato un trafficante di droga ed è arrivata la richiesta di condannare a morte tre persone, «collaborazioniste di Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele », per la bomba alla moschea di Shiraz nell'aprile scorso. E ancora, quattro curdi sono stati arrestati «con armamenti israeliani, mentre organizzavano attentati nel Paese». Poi c'è stata l'ennesima condanna Onu per le violazioni dei diritti umani in Iran, specie nel torturare i detenuti e nell'estorcere confessioni. Di tutte queste coincidenze, però, ce n'è una che coincide più di altre: l'Aiea, l'agenzia internazionale per l'energia atomica, ha confermato che i 630 kg d'uranio che possiede Teheran, sia pure a basso livello d'arricchimento, bastano a fabbricare la Bomba. In queste ore, la Siria ha scelto di chiudere i confini agl'ispettori. E Londra ha avvertito del pericolo incombente: «È ormai chiaro che gl'iraniani hanno accelerato l'accumulazione d'uranio arricchito — spiega un osservatore israeliano, Alex Fishman —, e se questo arricchimento è a un livello più basso di quello a scopi militari, è solo per evitare critiche. In realtà, bastano poche settimane per passare da un basso livello a un arricchimento al 90 per cento. Gl'iraniani possono fare questo passaggio quando vogliono. Ecco perché ora c'è da preoccuparsi davvero».
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