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La Stampa Rassegna Stampa
21.11.2008 Si chiama Napolitano e l'ha nominata Obama alla guida dell'antiterrorismo
l'analisi di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 21 novembre 2008
Pagina: 18
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Obama affida la sicurezza a Janet, la sceriffa italiana»
Barack Obama ha scelto Janet Napolitano, governatrice dell'Arizona, la guida della lotta al terrorismo.
Di seguito, da pagina 18 della STAMPA del 21 novembre 2008, l'articolo di Maurizio Molinari " Obama affida la sicurezza a Janet, la sceriffa italiana":

Barack Obama affida ad uno sceriffo italoamericano la protezione degli Stati Uniti dal rischio di nuovi attentati terroristici. Lo sceriffo in questione è una donna: Janet Napolitano, 51 anni, governatrice dell’Arizona teatro della lotta contro l’immigrazione illegale in arrivo dal Messico, volto di punta dei democratici negli Stati dell’Ovest, clintoniana all’origine ma schieratasi con Barack dall’inizio della sfida delle presidenziali.
Scegliere Napolitano, avvocato ed ex procurator, significa premiare un politico liberal con un curriculum molto simile a quello del repubblicano Rudolph Giuliani: tanto ferrata sul terreno della sicurezza quanto orgogliosa delle proprie radici italiane. Nata a New York e cresciuta in Pennsylvania, di religione metodista, Janet Napolitano deve la propria origine al padre, figlio di immigrati, ed ha sempre tenuto a conservare, e sottolineare, tale eredità. Non a caso quando nel 2007 era la presidente del consiglio dei governatori dei 50 Stati scelse l’ambasciata italiana a Washington per far svolgere la conferenza annuale. E pochi mesi dopo l’ambasciatore Gianni Castellaneta le organizzò un viaggio in Italia per festeggiare i suoi 50 anni con un incontro al Quirinale per incontrare il Capo dello Stato con il quale condivide lo stesso cognome.
Indicata dai sondaggi d’opinione come uno fra i governatori più capaci, Napolitano fu nominata procuratore in Arizona da Bill Clinton nel 1993 divenendo con gli anni uno dei volti di punta del progressivo insediamento dei democratici negli Stati dell’Ovest, di fede conservatrice. È passata indenne attraverso decisioni controverse, come quella di difendere Anita Hill, che nel 1991 accusò Clarence Thomas di violenza sessuale tentando invano di impedirne la nomina alla Corte Suprema, e tre anni più tardi di non perseguire penalmente Cindy McCain che aveva contraffatto una ricetta per l’acquisto di psicofarmaci. Negli ultimi tempi il banco di prova è stato quello dei clandestini e la ricetta di Napolitano è stata di opporsi a leggi aggressive contro gli immigrati dedicandosi piuttosto a trovare rimedi efficaci, dalla creazione di un’unità segreta della polizia per dare la caccia a chi stampa documenti falsi alle severe sanzioni contro chi assume degli illegali. Toccherà ora alla governatrice-sceriffo guidare il ministero creato nel 2001 per difendere l’America da nuovi attacchi terroristici e il fatto di aver annunciato il nome all’indomani delle minacce di Al Qaeda a Barack Obama lascia intendere su quale terreno dovrà subito mettersi a lavorare.
Le altre novità del team Obama riguardano l’ex senatore Tom Daschle, che avrà le redini del ministero della Sanità da cui si attende varare entro un anno la riforma promessa agli elettori, e David Axelrod, stratega della campagna elettorale, nominato «senior advisor» alla Casa Bianca, la stessa carica che aveva Karl Rove con Bush: un incarico che consente di essere sempre vicino al presidente nel momento delle scelte più importanti per valutarne l’impatto nella politica interna pensando già alle prossime elezioni.
Resta da sciogliere il nodo della designazione di Hillary al Dipartimento di Stato. Bill Clinton farà avere al team di Obama la lista completa degli oltre 200 mila finanziatori della sua Fondazione. Era stato Obama a chiedere questo gesto di sottomissione politica da parte dei Clinton, spiegandolo con la necessità di allontanare ogni ombra da Hillary, e Bill lo ha fatto precisando di «essere pronto a tutto» pur di aiutare la moglie.

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