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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Avvenire Rassegna Stampa
19.11.2008 Cacciare i cristiani dall'Iraq
è l'obiettivo di Al Qaeda

Testata: Avvenire
Data: 19 novembre 2008
Pagina: 5
Autore: Lorenzo Fazzini
Titolo: «In Iraq non c’è posto per gli infedeli cristiani»

 Da pagina 5 di AVVENIRE del 19 novembre 2008 riportiamo l'articolo di Lorenzo Fazzini : "In Iraq non c’è posto per gli infedeli cristiani":

« N on c’è posto per i cri­stiani tra i musulmani in Iraq». Nuova, pesan­te minaccia dei terroristi fondamen­talisti di al- Qaeda contro i cristiani i­racheni, già provati da attentati, as­sassini e la conseguente emigrazione, violenze che hanno dissanguato la piccola comunità presente nel Paese tra il Tigri e l’Eufrate, un tempo il 3 per cento dell’intero popolo irache­no, oggi ridotta a meno della metà.
  Ieri il quotidiano arabo
Al- Ittihad ha pubblicato sul suo sito internet una lettera minatoria di Ansar al- Islam, un gruppo terroristico affiliato alla rete di Ossama Benladen. La missiva – ricevuta da un alto rappresentante della comunità cristiana presente in Iraq – ordina ai cristiani di lasciare il Paese minacciando pesanti ritorsio­ni sul modello di quanto avvenuto a Mosul dove – solo nell’ultimo mese – si sono verificati almeno 22 omicidi di cristiani e circa 2mila famiglie cri­stiane sono fuggite per evitare gli at­tacchi degli integralisti islamici.
  Nella lettera minatoria – segnala l’a­genzia

  Aina
– il « Segretariato gene­rale della Brigata islamica » afferma di « aver deciso di rivolgere l’avverti­mento finale agli infedeli cristiani crociati » . Il documento intima « di la­sciare, completamente e in maniera definitiva, Baghdad e le altre provin­ce » irachene e « raggiungere Papa Be­nedetto XVI e i suoi seguaci che han­no calpestato i simboli più grandi dell’umanità e dell’islam » . Ansar al­Islam, inoltre, dichiara che « da oggi non c’è posto per voi, cristiani infe­deli, tra i credenti musulmani in I­raq. Le nostre spade si rivolgeranno su di voi così come successo ai cri­stiani che vivevano in Mosul. Allah ce n’è testimone » .
  Che il paragone venga fatto con Mo­sul non è un caso: tale città è diven-
tata l’epicentro delle violenze anti­cristiane in questi ultimi tempi. Se qui nel 2003 ( prima dell’invasione a­mericana e dello scoppio del terrori­smo islamista) i cristiani erano 25 mi­la, oggi sono ridotti a 5mila. Solo nel­le ultime 4 settimane si sono contati almeno 22 morti; le ultime, le due so­relle, Lamyaa Sabih e Walaa, cattoli­che rito siriaco molto note nella zo­na – avevano lavorato per l’ammini­strazione statale locale –, uccise il 12 novembre nel quartiere residenziale di Alquahira, zona nord della città.
  Quest’ultimo fatto di sangue ha get­tato nello sconforto la comunità cri­stiana locale: negli ultimi tempi le in­sistenti segnalazioni delle autorità governative sul miglioramento delle condizioni di sicurezza avevano con-
vinto 500 famiglie esuli a far ritorno a Mosul. Padre Bashar Warda, retto­re del St. Peter’s Seminary di Erbil, ha dichiarato alla sezione inglese di Aiu­to alla Chiesa che soffre che « molti pensano di lasciare di nuovo Mosul. Il governo sta cercando di dire che la città è di nuovo sicura, e poi succe­dono fatti come l’omicidio delle due sorelle cattoliche … » .
  Intanto si registra una notizia positi­va: dopo oltre un anno e mezzo, l’e­sercito degli Stati Uniti ha restituito alla Chiesa cattolica la sede del Babel College, l’unica Facoltà di Teologia cristiana esistente in Iraq, situata nel quartiere di Dora, a Baghdad, zona a maggioranza cristiana. Il College era stato trasformato in una base milita­re
americana.

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