Cacciare i cristiani dall'Iraq è l'obiettivo di Al Qaeda
Testata: Avvenire Data: 19 novembre 2008 Pagina: 5 Autore: Lorenzo Fazzini Titolo: «In Iraq non c’è posto per gli infedeli cristiani»
Da pagina 5 di AVVENIRE del 19 novembre 2008 riportiamo l'articolo di Lorenzo Fazzini : "In Iraq non c’è posto per gli infedeli cristiani":
« N on c’è posto per i cristiani tra i musulmani in Iraq». Nuova, pesante minaccia dei terroristi fondamentalisti di al- Qaeda contro i cristiani iracheni, già provati da attentati, assassini e la conseguente emigrazione, violenze che hanno dissanguato la piccola comunità presente nel Paese tra il Tigri e l’Eufrate, un tempo il 3 per cento dell’intero popolo iracheno, oggi ridotta a meno della metà. Ieri il quotidiano araboAl- Ittihad ha pubblicato sul suo sito internet una lettera minatoria di Ansar al- Islam, un gruppo terroristico affiliato alla rete di Ossama Benladen. La missiva – ricevuta da un alto rappresentante della comunità cristiana presente in Iraq – ordina ai cristiani di lasciare il Paese minacciando pesanti ritorsioni sul modello di quanto avvenuto a Mosul dove – solo nell’ultimo mese – si sono verificati almeno 22 omicidi di cristiani e circa 2mila famiglie cristiane sono fuggite per evitare gli attacchi degli integralisti islamici. Nella lettera minatoria – segnala l’agenzia Aina – il « Segretariato generale della Brigata islamica » afferma di « aver deciso di rivolgere l’avvertimento finale agli infedeli cristiani crociati » . Il documento intima « di lasciare, completamente e in maniera definitiva, Baghdad e le altre province » irachene e « raggiungere Papa Benedetto XVI e i suoi seguaci che hanno calpestato i simboli più grandi dell’umanità e dell’islam » . Ansar alIslam, inoltre, dichiara che « da oggi non c’è posto per voi, cristiani infedeli, tra i credenti musulmani in Iraq. Le nostre spade si rivolgeranno su di voi così come successo ai cristiani che vivevano in Mosul. Allah ce n’è testimone » . Che il paragone venga fatto con Mosul non è un caso: tale città è diven- tata l’epicentro delle violenze anticristiane in questi ultimi tempi. Se qui nel 2003 ( prima dell’invasione americana e dello scoppio del terrorismo islamista) i cristiani erano 25 mila, oggi sono ridotti a 5mila. Solo nelle ultime 4 settimane si sono contati almeno 22 morti; le ultime, le due sorelle, Lamyaa Sabih e Walaa, cattoliche rito siriaco molto note nella zona – avevano lavorato per l’amministrazione statale locale –, uccise il 12 novembre nel quartiere residenziale di Alquahira, zona nord della città. Quest’ultimo fatto di sangue ha gettato nello sconforto la comunità cristiana locale: negli ultimi tempi le insistenti segnalazioni delle autorità governative sul miglioramento delle condizioni di sicurezza avevano con- vinto 500 famiglie esuli a far ritorno a Mosul. Padre Bashar Warda, rettore del St. Peter’s Seminary di Erbil, ha dichiarato alla sezione inglese di Aiuto alla Chiesa che soffre che « molti pensano di lasciare di nuovo Mosul. Il governo sta cercando di dire che la città è di nuovo sicura, e poi succedono fatti come l’omicidio delle due sorelle cattoliche … » . Intanto si registra una notizia positiva: dopo oltre un anno e mezzo, l’esercito degli Stati Uniti ha restituito alla Chiesa cattolica la sede del Babel College, l’unica Facoltà di Teologia cristiana esistente in Iraq, situata nel quartiere di Dora, a Baghdad, zona a maggioranza cristiana. Il College era stato trasformato in una base militare americana.
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