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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.11.2008 Una pausa di riflessione per il dialogo ebraico-cattolico
decisa dall'Assemblea rabbinica italiana, dopo il caso della preghiera del Venerdì Santo e le polemiche su Pio XII

Testata: Corriere della Sera
Data: 19 novembre 2008
Pagina: 6
Autore: Maria Antonietta Calabrò - Gian Guido Vecchi - la redazione
Titolo: «Salta la giornata del dialogo ebrei-cattolici - Tullia Zevi: dobbiamo parlarci non c'è alternativa - La preghiera»

La decisione dell'assemblea rabbinica italiana di sospendere la giornata per il dialogo tra ebrei e cattolici non viene adeguatamente riportata da tutti i quotidiani italiani del 19 novembre 2008.
 Su La REPUBBLICA
troviamo una breve in fondo a pagina 16. Non vi è traccia della notizia su Il GIORNALE, e il MESSAGGERO, L'UNITA' pubblica una breve di quattro righe a a pagina 13, intitolata "Parlando di religioni".

Si occupano invece diffusamente della notizia La STAMPA e il CORRIERE della SERA.

Da pagina 6 del CORRIERE della SERA la cronaca di Maria Antonietta Calabrò,  "Salta la giornata del dialogo ebrei-cattolici":

ROMA — Il prossimo 17 gennaio in Italia non sarà celebrata la giornata per il dialogo tra cattolici ed ebrei. L'iniziativa è «sospesa, il 17 gennaio 2009 sarà solo la giornata dell'Ebraismo». Giuseppe Laras, presidente dell'assemblea rabbinica italiana, annuncia a sorpresa la decisione, paradossalmente proprio a margine di un convegno sul «dialogo interreligioso», organizzato a Montecitorio dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, presenti lo stesso Laras, l'imam Pallavicini e l'arcivescovo Rino Fisichella.
La causa? La preghiera del Venerdì Santo per la conversione degli ebrei, «ripristinata » da Benedetto XVI con il
motu proprio che un anno fa ha reintrodotto il messale tridentino nell'ultima versione approvata prima del Concilio. Nonostante una successiva riformulazione voluta dal Papa proprio per andare incontro alla sensibilità ebraica, la questione è rimasta, almeno in Italia, irrisolta. E quindi la giornata di riflessione comune (che è un appuntamento della Chiesa in tutto il mondo) organizzata dai rabbini italiani assieme alla Cei, non si farà. Spiega Laras: «Abbiamo deciso di non fare come si è sempre fatto, visto che non è stata risolta la vertenza, la questione. C'è stato un dialogo, ma dal nostro punto di vista non si è arrivati a niente di soddisfacente». Laras, tuttavia, non chiude la porta definitivamente: «Nella vita si supera tutto». Ha influito nella scelta anche il processo di beatificazione di Pio XII? «No» perché quella decisione «riguarda solo la Chiesa, noi non dobbiamo intervenire ». Tuttavia «noi rivendichiamo il diritto di esprimere un giudizio storico critico sulla sua figura durante la guerra: bisognava protestare di più». Sulla stessa linea alcuni esponenti ebrei come lo scrittore Stefano Levi Della Torre («mi sembra giusto») e lo storico Gabriele Nissim («talvolta è meglio rendere esplicite le divergenze»).
La notizia della cancellazione dell'iniziativa comune è giunta nei Sacri Palazzi come un fulmine a ciel sereno, visto che la Segreteria di Stato ne era all'oscuro. In Vaticano in ogni caso non c'è stato alcun commento ufficiale del portavoce della Sala Stampa, Padre Lombardi. Si fa notare, però, che non più tardi del 30 ottobre il presidente dell'International Jewish Committee, rabbino David Rosen, sollevando l'argomento nel corso dell'udienza concessa dal Papa, si era detto tranquillizzato: «Siamo molto grati per le chiarificazioni che abbiamo ricevuto dal cardinale Kasper reiterate dal cardinale Bertone nella sua lettera al Rabbino capo di Israele, che affermavano che questa preghiera ha una natura escatologica e in nessun modo riflette nessuna presa di posizione di proselitismo nei confronti degli ebrei». Non più tardi di ieri Rosen e il segretario del Gran Rabbinato Wiener erano a Cipro per l'incontro interreligioso organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio.

Sempre da pagina 6 del CORRIERE l'intervista di Gian Guido Vecchi a Tullia Zevi:  "Tullia Zevi: dobbiamo parlarci non c'è alternativa"

MILANO — Che ne dice, professoressa Zevi?
«Mi pare che le parole del rabbino Laras siano un modo civile di esprimere un rammarico, una delusione. Però il dialogo continuerà, deve continuare, non c'è alternativa in un Paese civile: per andare avanti bisogna incontrarsi e capirsi, spiegare e farsi spiegare le cose...». Tullia Zevi, grande anima dell'ebraismo europeo, per sedici anni presidente degli ebrei italiani, affronta la faccenda della preghiera con un filo di ironia, «sarebbe quella dell'oremus et pro perfidis Judaeis? »
Beh, sì, ma quella frase è stata tolta. Resta l'invocazione a Dio perché «illumini i loro cuori affinché riconoscano Gesù Cristo Salvatore di tutti gli uomini».
«Se non è zuppa è pan bagnato, come si dice. D'altra parte la traduzione di perfidis è controversa, in latino non significa "perfidi" o "malvagi" ma increduli, miscredenti... Resta la solita esaltazione appassionata della conversione che nella storia è stata insistente e talvolta crudele, forzata».
Ma «sospendere» è giusto o rischia di peggiorare le cose?
«Dialogare significa parlare assieme e quindi incontrarsi. Se nel dialogo c'è stanchezza, una ripetitività che lo rende banale o pesante, una breve sospensione di meditazione può forse servire per riprendere con l'entusiasmo da cui si era cominciato. Spero avvenga al più presto, perché il dialogo va rivitalizzato con lo studio e lo scambio di idee».
In che forma?
«Bisogna sforzarsi, mettersi insieme, magari creare una commissione mista di studio sui temi che dividono. La cosa più importante è che il confronto continui e diventi sempre più vitale e fertile. Non si parla mai abbastanza, non si approfondisce mai abbastanza».
La controversia sulla beatificazione di Pio XII non aiuta...
«Io considero le beatificazioni un affare interno della Chiesa ».
Perché è così difficile parlare?
«Sono problemi delicati che hanno incrostazioni secolari... Ma il dialogo è pazienza, l'ecumenismo è pazienza. L'essenziale è perseguire degli interessi comuni, ci sono tante cose da fare insieme in tutti gli aspetti delle relazioni umane».
Pazienza e tenacia, visti i tempi.
«Diciamo pazienza creativa... Si è cominciato con grande fatica e lavoro. Ci può essere una fase di stanca ma la tendenza è irreversibile. La cosa fondamentale è continuare a incontrarsi e a conoscersi sempre più. Dialogare necesse est ».

E una scheda informativa storica sulla preghiera del Venersì Santo:

La preghiera del Venerdì Santo per la conversione degli ebrei è stata emendata per la prima volta da Giovanni XXIII (foto, sopra)
nel 1962. Questo il testo del messale: «Ascolta le preci che ti rivolgiamo per l'accecamento di quel popolo, affinché sia sottratto alle sue tenebre» Un secondo emendamento alla liturgia del Venerdì Santo viene apportato sotto il pontificato di Paolo VI (foto sopra) nel 1970. Il nuovo messale recita le seguenti parole: «Il Signore Dio nostro, che li scelse primi tra tutti gli uomini, li aiuti a progredire sempre nell'amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza» L'ultima modifica al Missale Romanum, così è chiamato in latino, viene apportata da Benedetto XVI nel febbraio di quest'anno. Il nuovo testo della Preghiera per gli ebrei, pubblicato dall'"Osservatore Romano", e utilizzato dai cattolici tradizionalisti recita le seguenti parole: «Preghiamo per gli ebrei. Il Signore Dio Nostro illumini i loro cuori perché riconoscano Gesù Cristo Salvatore di tutti gli uomini.
Dio Onnipotente ed eterno, Tu che vuoi che tutti gli uomini si salvino e giungano alla conoscenza della verità, concedi propizio che, entrando la pienezza dei popoli nella tua Chiesa, tutto Israele sia salvo».

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