Orologi a cucù, cioccolato e diritti umani, che grande paese Michel Sfaradi fotografa la Svizzera
Testata: L'Opinione Data: 15 novembre 2008 Pagina: 3 Autore: Michael Sfaradi Titolo: «Orologi a cucù, cioccolato e diritto umani, che grande paese»
Sull' OPINIONE di oggi, 15/11/2008, un articolo di Michael Sfaradi, nel quale analizza le contraddizioni della Svizzera.
Due notizie arrivano dalla Svizzera e ci fanno capire il nuovo modo di intendere la neutralità. Il governo elvetico ha protestato per l'abbattimento di case costruite a Gerusalemme est e nella zona di Ramallah asserendo che queste demolizioni sono contro le leggi internazionali. Gli immobili però erano stati costruiti senza autorizzazioni e la decisione di abbatterli è stata presa in base alle leggi vigenti. In ogni stato, e questo
la Svizzera lo sa, per costruire occorrono le licenze edilizie, altrimenti i lavori sono abusivi e, nella migliore delle ipotesi, si va incontro all'abbattimento. Ci chiediamo se il governo elvetico sia mai intervenuto su questioni di questo tipo in altre parti del mondo, a quali leggi faccia riferimento la nota di protesta e se essi valgano per tutti o soltanto per le autorità israeliane. Sembra proprio un altro fantasioso sistema per gettare fango su Israele. Una volta ancora le autorità svizzere hanno dato una prova della quale avremmo fatto volentieri a meno. L'altra notizia riguarda un appello di Amnesty International. Il ministero degli interni elvetico, infatti, ha dato un nuovo esempio di quanto è=2 0facile predicare bene e comportarsi come conviene. Tre ex prigionieri di Guantanamo, rilasciati perchè non più potenzialmente pericolosi, vedendosi rifiutare il permesso di rientrare nelle loro nazioni di origine, cioèCina Algeria e Libia, hanno inoltrato domanda di asilo politico presso le autorità elvetiche che però hanno opposto un netto rifiuto. Ci troviamo davanti all'assurdo, dopo che si è urlato per anni contro l'amministrazione Bush, pretendendo l'immediata liberazione dei detenuti di Guantanamo, una volta che questi sono rimessi in libertà nessuno li vuole e loro non sanno dove andare; siamo sicuri che al Qaida sarà felice di arruolarli nuovamente.