Pubblichiamo una e-mail inviata a Gianni Perrelli dopo la nostra critica al suo pezzo sulla Siria uscito sull'Epresso.
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Data: 14 novembre 2008 18:54:32 GMT+01:00
Oggetto: per Gianni Perrelli
Il suo articolo pubblicato oggi illustra un paese, la Siria, che non può essere
quello reale. Lei parla di un paese idilliaco, dove sorgono alberghi a 5 stelle
in disprezzo della crisi mondiale, dove si aprono night club in disprezzo del
pensiero islamico più severo, e dove trovano rifugio i poveri capi palestinesi
costretti, cito il suo articolo, ad una personale "diaspora". Addirittura lei
finisce il suo articolo con queste parole: "Il nostro principale intento è
quello di mostrare al mondo il nostro grado di civiltà, smentendo le
distorsioni di tanti media occidentali".
Vede, signor Perrelli, io non so quale sia la sua personale conoscenza del
mondo medio orientale, ma lei non può non sapere, ad esempio, che
i palestinesi che vivono la loro "diaspora" sono i capi di organizzazioni
riconosciute terroristiche da America ed Unione Europea, e, soprattutto,
lei non avrebbe dovuto chiudere il suo pezzo con quelle parole senza
ricordare, ultimo misfatto in ordine di tempo, l'invasione di truppe
siriane nel vicino Libano, come ampiamente riferito dalla stampa
internazionale, solo poco tempo dopo aver dovuto ritirare i propri
soldati proprio da quel Libano nel quale erano da lungo tempo stanziati,
nel disprezzo delle regole internazionali.
Saluti
Emanuel Segre Amar