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L'Opinione Rassegna Stampa
15.11.2008 Su Sderot piovono missili, ma la UE chiede a Israele di allentare la sicurezza
la cronaca di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 15 novembre 2008
Pagina: 5
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «SDEROT, PIOVONO I MISSILI MA LA UE CHIEDE A ISRAELE DI ALLENTARE LA SICUREZZA»

Su L'OPINIONE di oggi, 15/16/2008, la cronaca di Dimitri Buffa sul lancio dei missili da Gaza sulle città israeliane. L'opinione del commissario europeo è in puro stile dalemiano.


Dal giorno dell¹elezione di Obama, la tregua già fragile tra i terroristi di
Hamas e lo stato di Israele sembra definitivamente essere saltata.
Dal 4 novembre a oggi, infatti, sono stati sparati da Gaza sulla cittadina
di confine di Sderot ben 70 razzi.  he hanno colpito quello stesso
territorio che  da metà dello scorso giugno viveva una tregua apparente che
esisteva solo nelle parole dei diplomatici.
Solo ieri ben 10 razzi hanno colpito Sderot e quello che irrita è la
contemporaneità di questo attacco con quello politico da parte dei paesi Ue
che sempre ieri hanno chiesto a Israele di allentare le misure di sicurezza
su Gaza.
Nell¹attaco di ieri una donna è rimasta leggermente ferita ma la popolazione
di confine ormai vive come gli ebrei in Polonia durante la seconda guerra
mondiale: perennemente rifugiata negli scantinati.
Basti pensare che i missili Qassam caduti su Sderot e Ashkelon, dall¹inizio
della seconda Intifada a tutt¹oggi sono stati oltre diecimila. Oramai anche
i termini guerriglia e terrorismo stanno stretti ad attacchi di vera e
propria guerra di logoramento, chiaramente supervisionata da Siria e Iran.
Israele ieri ha prontamente colpito alcune postazioni di guerriglieri a Gaza
provocando due feriti a sua volta.
Ma la "confrontation" armata, man mano che ci si avvicina alle elezioni
politiche israeliane di febbraio, sembra destinata ad aumentare
esponenzialmente. Cosa che rende particolarmente odiosi e  paradossali gli
ossessivi appelli europei a che lo stato ebraico allenti la sicurezza su
Gaza, con il pretesto della mancanza di energia e di rifornimenti.
Tramite l'Egitto, che ha condotto la mediazione per la tregua, Israele ha
fatto sapere di non voler giungere ad una escalation ma di  voler rispondere
ad ogni provocazione.
Si diceva dell¹Europa: la Commissione europea ieri invece di solidarizzare
con Israele ha lanciato un forte appello al governo in carica a Gerusalemme
affinchè apra  subito i valichi di Gaza alle forniture di gasolio e
all'assistenza umanitaria.
"Sono profondamente preoccupata per le conseguenze
in cui incorre la popolazione di Gaza per la totale chiusura dei valichi di
Gaza alle forniture di gasolio e assistenza umanitaria di base²" ha
affermato in
una nota diffusa a Bruxelles il commissario europeo alle Relazioni Esterne,
Benita Ferrero-Waldner , "pertanto
invito Israele a riaprire i valichi ai flussi
umanitari e commerciali, in particolare cibo e medicine".
 Il comunicato poi prosegue perentoriamente affermando che le "forniture di
gasolio alla centrale
elettrica di Gaza devono riprendere immediatamente".
La Waldner molto solomonicamente sottolinea anche che le "norme
internazionali prevedono l'accesso ai servizi essenziali come elettricità e
acqua potabile alla popolazione civile" e a proposito delle recenti
violazioni da parte di Hamas della tregua concordata
in giugno  se la cava con il solito auspicio all¹europea: "non devono
portare a un nuovo ciclo di violenze, per questo invito tutte le parti alla
moderazione".
Tradotto in linguaggio "non ipocritese" la cosa si traduce così: " cari
israeliani prendetevi i razzi e non reagite in maniera sporporzionata".

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