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Ebrei persecutori di cristiani ? 14/11/2008

In merito alla polemica riguardanye la beatificazione di Pio XII, riceviamo da un nostro lettore una e-mail che non riveste un carattere soltanto teologico, ma anche storico politico. La pubblichiamo volentieri

ALLEGATO N. 1
Riguardo alla questione
dei documenti su Pio XII è bene ricordare a chiunque prende parola
sulla questione  della beatificazione di tale Papa, che tale questione
non è uno sfizio o una mera curiosità o una pretesa degli Ebrei o di
chicchessia, ma è qualcosa di più. E' fatto obbligo esaminare tutti i
documenti del beatificando. Questo lo ha ordinato Giovanni Paolo II
nella "Costituzione apostolica" della quale si allega un brano
esplicito. Quindi è il Papa che ha ordinato di esaminare tutti i
documenti. E così si faccia.
"Coram Deo non est acceptio personarum",
dinnanzi a Dio non c'è preferenza di persona.
Da quanto ne so i
documenti devono essre tutti pubblicati dal postulatore. Me lo ha
raccontato un padre francescano in occasione della canonizzazione di P.
Kolbe, morto ad Auschwitz.
Saluti
Dario Bazec
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ALLEGATO


GIOVANNI PAOLO VESCOVO
SERVO DEI SERVI DI DIO
A PERPETUA
MEMORIA

COSTITUZIONE APOSTOLICA

DIVINUS PERFECTIONIS MAGISTER

CIRCA
LA NUOVA LEGISLAZIONE
PER LE CAUSE DEI SANTI


Per il futuro dunque,
abrogate tutte le leggi di qualsiasi genere in materia, abbiamo
stabilito che si debbano osservare le norme che seguono.

Ai Vescovi
diocesani o alle autorità ecclesiastiche e agli altri equiparati nel
diritto, entro i confini della loro giurisdizione, sia d'ufficio, sia
su istanza dei singoli fedeli o di legittime aggregazioni e dei loro
procuratori, compete il diritto di investigare circa la vita, le virtù
o il martirio e fama di santità o martirio, i miracoli asseriti, e, se
è il caso, l'antico culto del Servo di Dio, del quale viene chiesta la
canonizzazione.
In ricerche di tal genere il Vescovo proceda secondo
le Norme particolari da stabilirsi dalla Sacra Congregazione per le
Cause dei Santi, in questo ordine:
1) Richieda al postulatore della
causa, nominato legittimamente dal promotore, una accurata informazione
sulla vita del Servo ci Dio, e si faccia contemporaneamente da quello
accuratamente illustrare i motivi che sembrano richiedere una causa di
canonizzazione.

2) Se il Servo di Dio ha pubblicato suoi scritti, il
Vescovo li faccia esaminare dai censori teologici.

3) Se non si è
trovato nulla in tali scritti contro la fede e la morale, allora il
Vescovo faccia esaminare gli altri scritti inediti (lettere, diari,
ecc.) e tutti i documenti, che in qualunque modo riguardino la causa,
da persone adatte allo scopo, che, dopo aver compiuto il loro compito
con scrupolosità, devono stendere una relazione sugli accertamenti
fatti.

4) Se da quanto fatto finora il Vescovo riterrà nella sua
prudenza che si possa procedere oltre, faccia interrogare i testimoni
addotti dal postulatore e gli altri che d'ufficio devono essere
chiamati secondo il rito. Se poi fosse urgente l'esame dei testimoni
per non perdere la possibilità di avere le prove, devono essere
interrogati anche se non è ancora stata terminata l'indagine sui
documenti.
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II Parte
Vi allego copia
della nota inviata a "La Stampa" in risposta a quanto asserito dal
teologo  Lucio Casto. Ci sono alcune considerazioni che, a parer mio,
richiedono delle precise risposte dai vescovi, responsabili dei corsi
teologici che si tengono nelle varie diocesi. Perché nonostante le
conclamate dichiarazioni di Benedetto XVI, e prima ancora del Concilio
Vaticano II, si continua a insegnare ininterrottamente che gli Ebrei
hanno perseguitato o prevaricato sui cristiani per non si sa quanti
secoli.
Ora, se  il teologo Lucio Casto ha fatto le asserzioni che ha
detto, ciò significa che esse sono state tramandate nell'insegnamento
teologico che egli ha ricevuto e che, a sua volta, egli ancora continua
a insegnare.
Saluti
Dario Bazec
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ALLEGATO N.
2

Egr. Sig. Direttore,
Il sig. Lucio Casto della Facoltà Teologica  di
Torino, che non si capisce bene se sia un sacerdote o un laico, ha
scritto: “Anch’essi (gli Ebrei)non hanno proprio nessun «severo, onesto
esame di coscienza» da fare del loro comportamento lungo i secoli quand’
erano in posizione di forza nei confronti dei cristiani?”
Presumo che
detto signore sia un docente e insegna ai chierici o laici che poi a
sua volta istruiranno il Popolo di Dio. A dire il vero non so da quali
fonti egli tragga la notizia che lungo i secoli (quanti?) gli ebrei
erano in posizione di forza rispetto ai cristiani. Per favore, chissà
se sarà in grado di citarmi quali sono i paragrafi di un testo di
Storia della Chiesa, ad  esempio quello del Bihlmayer – Tuechle, dove
si trova questa informazione?
Fuor di metafora è sgradevole che un
docente alla Facoltà Teologica  di Torino insegni cose che non hanno
alcun fondamento storico. Se il livello medio di preparazione dei
docenti è pari a quello del sig. Casto, non c’è da meravigliarsi poi se
i credenti sono sempre in numero minore. Perché, forse i signori e
monsignori teologi credono che si possa dare a bere ai fedeli qualsiasi
pregiudizio e inesattezza che passa loro per la testa?
C’è ancora un
fatto su cui desidero richiamare l’attenzione dei lettori. Una volta mi
è capitato di leggere un depliant pubblicitario di corsi teologici. Uno
dei requisiti fondamentali per la frequenza era la presenza per al meno
il 70% delle lezioni. Il motivo era che l’insegnamento teologico si
apprende per tradizione dalla viva voce del docente.
Se questa è la
premessa, ciò sta a significare che per tradizione si sono
ininterrottamente insegnati i principi dell’antisemitismo e dell’
antigiudaismo, nonostante tutti i pentimenti  o cospargimenti di cenere
sul capo fatti dalla gerarchia ecclesiastica. Tertium non datur.
Che ne
dice Sua Eminenza l’Arcivescovo di Torino?
Dario Bazec


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