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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
11.11.2008 Gianni Alemanno in visita ad Auschwitz
condanna con parole chiare il nazismo e il fascismo

Testata: Corriere della Sera
Data: 11 novembre 2008
Pagina: 14
Autore: Ernesto Menicucci
Titolo: «Alemanno ad Auschwitz «Fascismo come il nazismo»»

Visitando Auschwitz, il sindaco di Roma Alemanno ha condannato con chiarezza il fascismo, al pari del nazismo.
Tra i grandi quotidiani, La STAMPA si distingue per l'assenza della notizia, a nostro avviso ingiustificata.

Di seguito, dal CORRIERE della SERA,  a pagina 14, la cronaca di Ernesto Menicucci, "Alemanno ad Auschwitz «Fascismo come il nazismo» ":


AUSCHWITZ — Ha visitato per la prima volta Auschwitz e Birkenau (nel '92 era stato a Dachau), si è commosso nell'abbraccio col presidente della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, ha ascoltato le storie degli ex deportati e si è pietrificato di fronte alle bacheche con gli oggetti degli ebrei morti nei campi nazisti. E, alla fine della giornata, in una saletta dell'hotel di Cracovia che ospita autorità del comune e i 248 studenti del viaggio della memoria Gianni Alemanno ha detto: «La mia condanna per il fascismo e il nazismo è ugualmente netta. Ho fatto degli errori comunicativi, dando giudizi storici in un'intervista, ma non ho mai avuto posizioni ambigue ». È un'ulteriore svolta, quella del primo sindaco di centrodestra della capitale, un ulteriore passo avanti nella sua vita politica. Se a Gerusalemme aveva detto «di non definire il fascismo come il male assoluto», tirandosi dietro un bel po' di polemiche e di problemi (l'arrabbiatura di Fini, le dimissioni di Veltroni dal Museo della Shoah, l'addio di Amato alla commissione Attali), stavolta le frasi del sindaco non lasciano spazio ad interpretazioni. Spiega il suo passato, come se parlasse agli studenti delle scuole romane: «Sono un uomo di destra, e capisco che il fatto di venire dagli anni '70, anni difficili, può far nascere delle domande. Ma per uno di destra come me, misurarsi col fascismo e il nazismo, significa avere a che fare con le degenerazioni delle idee di destra, come chi è di sinistra si deve confrontare col comunismo. Il cuore degli ideali di destra è credere nelle radici, nell'identità e nell'appartenenza. Ma questi concetti vanno tenuti vivi senza odio verso gli altri ». Cita ancora quella stagione in cui ci si scontrava, e si moriva, per la politica: «Sono stati proprio gli anni '70 ad insegnarci che l'intolleranza che c'era va superata: e dopo piazza Navona ho avuto paura che certe cose tornassero. Il '900, invece, ci ha fatto capire che bisogna condannare i totalitarismi di destra e di sinistra. Gli altri sono una cosa che ci completano, pur difendendo i nostri valori come fanno gli israeliani che sono orgogliosi del loro stato e lo vivono come un riscatto». Intitolerebbe ancora una via ad Almirante? «L'Almirante che ho conosciuto io condannava l'antisemitismo.
Sul suo passato, serve una valutazione storica. Sull'intitolazione della via, deciderà la commissione toponomastica ». Parla del padiglione italiano ad Auschwitz, che la stessa comunità vorrebbe cambiare perché troppo legato all'ideologia comunista: «Lì si è utilizzato l'orrore del nazismo per coprire il comunismo e usare la falce e martello come simbolo positivo». I rapporti con la comunità di Roma, sembrano molto forti: lo testimonia anche l'abbraccio tra il sindaco e il presidente Riccardo Pacifici che ha toccato il primo cittadino («mi ha commosso, perché non me lo aspettavo», ha detto Alemanno). Sulla Shoah, il sindaco si è documentato: «Ho letto il diario di Anna Frank, molti memoriali e altri libri che mi ha dato la comunità anche sulla razzia del ghetto di Roma, con le responsabilità dei fascisti». Positiva la reazione della comunità ebraica: «La memoria — ha detto Pacifici — non può appartenere ad un solo schieramento politico. Destra e sinistra non hanno mai avuto ambiguità sull'antifascismo e il merito del sindaco Alemanno è aver accettato questa sfida vista anche la sua provenienza culturale ».
Alemanno ha visitato anche la baracca degli zingari a Birkenau («il primo sindaco a farlo», ha sottolineato il presidente dell'Opera nomadi Massimo Converso) e ha annunciato che lo sterminio di rom e sinti «dovrà essere una tematica da spiegare ai ragazzi».


lettere@corriere.it

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