Dal CORRIERE della SERA di oggi, 08/11/2008, a pag.10, un articolo di Guido Olimpio sulla reazione di Al Qaeda all'elezione di Barack Obama:
WASHINGTON — Osama, per ora, resta un fantasma, incapace di dire una parola sul cambio della guardia alla Casa Bianca. E le poche parole di commento vengono da un altro «spirito», Abu Omar Al Baghdadi, emiro dello Stato islamico del-l'Iraq. Personaggio che forse esiste oppure è solo un nome. Con un audio di 23 minuti rivolto ai «nuovi governanti della Casa Bianca», il capo estremista ha invitato gli Usa a «ritirare» le truppe e restare «neutrali». Al Baghdadi mescolando politica e religione ha aggiunto: «I vostri alleati ebrei hanno infangato l'onore della vergine Maria e hanno ucciso Cristo... Cristo vi ha insegnato a porgere l'altra guancia: ma dove avete la testa? Perché non osservate questo precetto? ». Quindi celebra il disastro economico americano attribuendolo alla guerra e canta vittoria. L'intervento di Al Baghdadi non colma il vuoto di comunicazione di Al Qaeda. Bin Laden e Al Zawahiri sono rimasti stranamente silenziosi malgrado la svolta in America. Non lo hanno fatto prima del voto — c'era il tempo — e neppure dopo. Diverse le interpretazioni fornite. 1) Militare - I bombardamenti americani sui possibili rifugi in Pakistan rappresentano un pericolo per i capi. In particolare l'uso degli aerei senza pilota, in grado di rimanere in volo per ore nelle missioni di ricognizione armata, avrebbero spinto i qaedisti sulla difensiva. 2) Problemi - Osama e Al Zawahiri non possono più comunicare: per motivi tecnici o personali (malati? Morti?). 3) Hacker - Da settembre molti siti islamisti hanno subito attacchi da parte delle intelligence e sono stati messi fuori uso. Forse i capi non si fidano più del web e aspettano tempi migliori. In assenza del Califfo, Al Qaeda ha lasciato la parola nell'imminenza del voto a un comprimario, Abu Yahya Al Libi che ha auspicato la sconfitta repubblicana. Una fugace apparizione seguita da un dibattito su Internet contraddistinto dalla diffidenza degli estremisti verso Obama. E' nuovo, tutto da scoprire, non sanno come «prenderlo» e temono che sia un «bianco con i guanti neri».
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