Su Pio XII ricordo un commento di mia nonna: uno strano personaggio, opportunista e – al pari del suo amico Montini- dotato di „losca lungimiranza“. Boh, parole che per me a quell´ etá non erano dotate di uno specifico significato. Dopo la sua morte si parló dell´ impegno di Pacelli nel salvare la vita di ebrei durante l´ occupazione nazista, ma mia nonna con una delle sue tipiche smorfie aggiungeva: “Si, certo. Di vite ne avrá salvate tante; ma non credere che chi patteggia con il diavolo…” e qui si interrompeva senza aggiungere altro.
Nel 2004 visitai per la prima volta lo Yad Vashem e qui vidi la foto di Pio XII e la didascalia che ne riassumeva l´atteggiamento prevalente assunto durante quel fosco e lugubre periodo: il silenzio. Bene, fin qui abbiamo la certezza –comprovata dalle autorevoli fonti dell´archivio dello Yad Vashem- che la politica adottata dal Vaticano era quella del “sento, vedo ma non parlo-o meglio non mi esprimo e non condanno”. Certezza che solo dall´apertura dei secretati archivi della santa sede puó essere avvalorata o meno. Sta di fatto che la beatificazione o no di Pacelli getterá le basi della futura agenda politica del Vaticano, politica che senza dubbio influirá sulle decisioni/posizioni inerenti alle delicate questioni di un alquanto incerto futuro.
Diamine! Cercar di far passare –ribadisco sulla base dei dati oggigiorno disponibili- Pio XII per un Oskar Schindler o un Giorgio Perlasca (tanto per citare i nomi piú noti) significa null´altro che infangare la memoria di tutti coloro che diedero se stessi per ostacolare il barbaro genocidio nazista. Significa insultare la memoria di coloro che per la mancanza di una forte e determinante presa di posizione da parte del Vaticano si sono visti precipitare “nell´inferno terrestre” di quegli anni. Manca il tassello piú importante del mosaico, per definire la condotta del Vaticano prima-durante-e-dopo la seconda guerra mondiale: stipuló il trattato denominato Reichkonkordat, era a conoscenza di tutto il piano concernente l´ imminente sterminio della Nazione Ebraica –e non intervenne- , si diede da fare dopo che il pepe al culo (leggi occupazione nazista e SS che stavano praticamente accigliate alla porta di casa, in attesa dell´ordine di attacco) stava oramai bruciandogli le natiche, e successivamente mostró di avere le palle per mettere al sicuro le piú sanguinarie ed inumane belve che il mondo avesse sino allora conosciuto. Vogliono in Vaticano far di Pio XII un santo per quel che riguarda il suo contributo alla chiesa cattolico-romana? Ok, per caritá nulla da obiettare. Ma nel caso in cui venissero anelate presunte correlazioni riguardanti l´apporto di questo pontefice nell´ ostacolare il compimento del Genocidio ai danni degli Ebrei: Pio XII non ha fatto ció che avrebbe potuto/dovuto fare. Inutile cercare di perdonarsi da soli. Il perdono si riceve da parte di colui che è stato offeso.
Paolo Scanferla Ein Harod Meuchad-Israele