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La Stampa Rassegna Stampa
28.10.2008 L'attacco della Lega araba a Napolitano
e Paolo Passarini fa un buon commento su Israele

Testata: La Stampa
Data: 28 ottobre 2008
Pagina: 13
Autore: Paolo Passarini
Titolo: «Sauditi e siriani inveiscono contro Israele»
Da La STAMPA del 28 ottobre 2008 un articolo sulla visita del Presidente della Repubblica Italiana in Egitto, al termine della quale i rappresentanti di Siria e Arabia Saudita lo hanno chiamato in causa, nel corso delle loro invettive antisraeliane e antiamericane.

L'autore dell'articolo,  Paolo Passarini, commentando l'intervento del rappresentante saudita, fa un'osservazione pertinente e condivisibile sulla storia di Israele, che abbiamo sottolineato nel testo.

Ecco l'articolo:

La visita di stato effettuata da Giorgio Napolitano in Egitto, molto positiva riguardo ai colloqui avuti con Hosni Mubarak e con gli altri esponenti della Repubblica Araba da lui guidata, si è però conclusa ieri su una nota di evidente imbarazzo. Il presidente della Repubblica era stato invitato a prendere la parola nella sede della Lega Araba, un onore mai tributato prima ad alcun capo di stato o di governo europeo e condiviso solo con il brasiliano Ignacio Lula Da Silva. Ma, dopo aver pronunciato un discorso pieno di lodi per la moderazione e l’opera di mediazione condotta dalla Lega per ricomporre il conflitto israelo-palestinese, il Presidente è stato sgarbatamente chiamato in causa da due saluti rivoltigli dai rappresentanti di Siria e Arabia Saudita, che hanno inveito con virulenza contro Stati Uniti e Israele. In evidente difficoltà, Napolitano, sul momento, ha declinato di rispondere per non enfatizzare l’incidente e solo più tardi, nel corso di una veloce conferenza-stampa, ha preso educatamente le distanze.
Il Capo dello Stato è stato ricevuto nel parlamentino in cui sono rappresentati 22 Paesi arabi da un cordiale saluto rivoltogli dal segretario generale della Lega, l’egiziano Amre Moussa, che ha sottolineato la necessità di chiudere, con «una pace equa e giusta» in Medio Oriente, «una guerra durata troppo a lungo». Napolitano ha ricordato che «l’Italia intrattiene da sempre eccellenti rapporti di amicizia e collaborazione con il mondo arabo e con tutti gli Stati rappresentati nella Lega», «una costante di lungo periodo - ha aggiunto - della politica estera italiana», consolidatasi «al di là delle alterne vicende politiche del nostro Paese».
Oggi, ha proseguito il Presidente, la Lega Araba è più ascoltata che in passato grazie a «una maggiore coesione tra i suoi membri», e per i «suoi sforzi di mediazione e moderazione» nel contribuire a risolvere «le crisi regionali». Naturalmente, Napolitano si riferiva alla maggiore coesione rispetto a una linea che dia a Israele «adeguate garanzie di sicurezza» e ai palestinesi «uno Stato indipendente, coeso ed economicamente vitale». Ma, più tardi, nella conferenza-stampa, si è trovato a invocare una coesione anche maggiore.
Infatti, dopo il suo intervento, Ahmed El-Qattamy, rappresentante del Paese più ricco, l’Arabia Saudita, aveva sostenuto che «Israele non potrà vivere in pace e in sicurezza» se non «dopo il ritiro da tutti i territori occupati nel ’67», come se, invece, fosse stata sicura prima di venire attaccata nella guerra dei Sei Giorni. El-Qattamy, prima di concludere con un improbabile elogio al calcio italiano e al Paolo Rossi del mondiale 1982, ha anche lasciato intendere che gli sforzi di mediazione dell’Egitto servono solo a dare più tempo a Israele per armarsi e ampliare i propri insediamenti. Prima di lui, con un violento attacco alla «dissennata» politica dell’amministrazione americana che «ha l’hobby di uccidere» e, con il suo sostegno alle «politiche estremiste» di Israele, costituisce «il maggior ostacolo al processo di pace», il siriano Youssef Ahmad aveva deplorato l’incursione di domenica scorsa e chiesto a Napolitano di pronunciarsi in merito.
Nella conferenza-stampa, il Capo dello Stato ha parlato della «vocazione distinta» dell’Unione Europea, che attribuisce tuttavia «grande importanza alle relazioni transatlantiche».

lettere@lastampa.it

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