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Cari amici, la questione sulla beatificazione di Pio XII, o meglio sulla sua figura, sta montando al calor bianco. Ritengo che sia utile esaminare le cose "sine ira et studio", però senza tralasciare nulla. Però per poter esaminare le cose bisogna essere documentati. Se ben vi ricordate sulla questione dei documenti ho già scritto parecchie volte. Questa volta però vi mando in allegato una delle più recenti disposizioni, emananata da Giovanni Paolo II sulle cause di beatificazione. Nella lettura del testo noterete che la questione della "documentazione completa" prodotta dal potenziale beatificando è essenziale e deve essere esaminata ancora prima del pronunciamento sulle eroicità delle virtù. E questo vale per chiunque sia in atto una causa di beatificazione che è un vero e proprio processo. Sorprende peraltro che l'apposita commissione presso la Congregazione dei Santi si sia già pronunciata sull'eroicità delle virtù, quando anche i bambini sanno che i documenti prodotti da Eugenio Pacelli sono pressoché sconosciuti e non riguardano soltanto il periodo dal 1939 al 1945. Per quanto ne so non è vero ciò che dice P. Guempel, ossia che bisogna andare a consultare i documenti, ma semmai è il postulatore che li deve pubblicare. Né si può nicchiare sulla presentazione di tali documenti: la norma è uguale per tutti. Mi ricordo infatti che quando ci fu la canonizzazione di P. Kolbe, morto ad Auschwitz, nella parrocchia di S. Francesco nella mia città c'erano dei Padri francescani che distribuivano le opere complete di P. Kolbe, fatte stampare appunto dal postulatore. Perciò se qualcuno vuol prender tempo, "jemandem einen Baeren aufbinden", raccontando la storia dell'orso, bisogna opporgli le norme canoniche, che devono essere osservate. Ciò non toglie che si possa discutere su Pio XII o ritenere che sia stato un bravo Papa, che abbia fatto quanto ha potuto, come ad esempio ritengo anch'io. Ma da qui a dire che è santo ce ne corre e come. Innanzi tutto la fama di santità è qualcosa che parte dalla "vox populi", cioè quello che si chiama il "consensus fidelium". E' noto che la questione nacque quando i vescovi convenuti al Concilo Vaticano II vollero proclamare beato Giovanni XXIII. Ne avevano la facoltà purché Papa Paolo VI avesse dato il consenso. Invece il Papa volle che fosse seguita la norma ordinaria, ma non solo, volle che fosse anche aperta la causa di beatificazione di Pio XII. Non spetta a me fare valutazioni su quella decisione. Però considerando che la Chiesa non deve mai sottovalutare il "consensum fidelium" i risultati sono palesi: Giovanni XXIII è già beato, mentre su Pio XII infuriano le polemiche, ma a quanto pare è solo una questione di alti livelli. Il popolo cristiano, a quanto sembra, non ne prende parte, salvo che non si lasci influenzare, pro o contro, dalla stampa. E per oggi "de hoc satis". Saluti Dario Bazec |
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