E' vero: Israele ha bisogno di un Nelson Mandela. Magari si facesse luce un personaggio che lotta contro la violenza, il sopruso e l'apartheid!
Dominique Lapierre segue il cammino inverso rispetto a quello dei suoi colleghi intellettuali europei. Questi hanno, da sempre, l'abitudine di chiamare con il nome di "Palestina" lo Stato di Israele. Fa molto Presepe. Ricordate? Gesù, figlio di una fanciulla palestinese, ammaestrava per le strade della...Palestina; lo si sente quotidianamente in bocca ai nostri sacerdoti, magari neanche tanto sprovveduti, per altri versi. Un po' come Tolstoj, illustre scrittore...sovietico!
Lapierre invece quando si riferisce alla "Palestina", non ancora Stato sovrano per colpa anzitutto della sua leadership, la chiama "Israele". Che confusione! Ma forse non c'è malizia nel nostro scrittore (!?!?)....... Voi che ne dite?Certo se ci fosse un Mandela nato da quelle parti, pronto a lottare contro l'odio islamista, il terrorismo, suicida o meno, le cosche mafiose locali e l'apartheid nei confronti di chi o non è musulmano o non lo è come garba ai mullah locali, un uomo davvero interessato alla pace, qualcosa potrebbe cambiare.
Cordialmente. Mara Marantonio (Bologna)