Romano Prodi, rieccolo! E' proprio una macchietta degna di Charlie Chaplin, questa fotografia di Prodi e di Ahmadinejad, apparsa su "Informazione Corretta" e su " Il Giornale", che li ritrae come due vecchi amici che se l'intendono e se la ridacchiano insieme stringendosi calorosamente la mano, e' davvero un'istantanea che sapientemente mette bene a fuoco i due personaggi. Cosi' ormai nessuno potra' piu'negare cosa bollisse in pentola nei due anni di presidenza Prodi-D'Alema che ci siamo lasciati alle spalle, la verita' e' tutta in questa eloquente fotografia. Con il suo viaggio a Teheran, su cui e' caduto ovviamente il silenzio stampa (ci sara' pure un motivo per cui i giornali non la pubblicano), Prodi ha di fatto favorito l'ingresso dell'Iran al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, progetto fortunatamente fallito. Ha voluto ripercorrere ancora la stessa rotta dell'asse Roma–Teheran, quell'intesa politica ed economica con quel Regime del Terrore che aveva inaugurato due anni fa quando era Presidente del Consiglio, quando zitto zitto aveva fatto navigare l'Italia in solitaria lontano dal Patto Atlantico eludendo le sanzioni dettate dall'ONU. Romano Prodi dopotutto e' sempre stato in buona compagnia, oggi alla corte di Teheran con Ahmadinejad, un nemico delle democrazie occidentali e di Israele, ieri all'indomani del sequestro Moro, in quel di Bologna, intorno ad un tavolo durante una seduta spiritica inventata di sana pianta, mentre qualcuno che in realta'apparteneva al braccio armato della sinistra eversiva che aveva indicato il nome di Gradoli. Ma nessuno se non i poveri di spirito poteva credere alla balla degli spiriti che fanno muovere i piattini! Il luogo della detenzione del primo ministro Aldo Moro era a Roma, in via Gradoli, ma Prodi aveva riferito solo il nome di Gradoli senza specificare altro, cosi' che gli inquirenti s'erano messi su piste sbagliate perdendo del tempo prezioso. Nessuno, mistero, neanche un magistrato lo interrogo' o lo mise alle strette, ne' lo accuso' di reticenza o di obstruction of Justice, anzi proprio all'indomani dell'assassinio Moro, nasce la straordinaria ascesa politica di Romano Prodi. Da presidente dell'I.R.I. diventera' ministro dell'Industria nel governo di Giulio Andreotti e poi sempre piu' in alto nel suo cursus honorum fino a ricoprire le piu' alte cariche dello Stato e la presidenza della Commissione U.E. Come si evince dalla fotografia Prodi e' il continuatore di quella politica stolta che ha caratterizzato i passati governi cattocomunisti italiani che si erano illusi che, stipulando il patto mefistofelico con il diavolo, avrebbero salvaguardato l'Italia da attentati terroristici mentre invece, strage dopo strage la bagnarono di sangue e non salvarono ne' la dignita', ne' l'onore. Ma alla luce delle ultime notizie trapelate sulla stampa, la presenza a Teheran dell'addetto militare italiano, colonnello Vittorio Maria Boccia alla parata militare di settembre, ci riempe di indignazione, tanto piu' che l'Iran sta ultimando i suoi ordigni nucleari che sono una minaccia per Israele e per tutto il mondo. Eppoi ritorniamo un attimo indietro a quello che ha dichiarato Il senatore Cossiga recentemente al giornalista israeliano Menachem Gantz nella recente intervista del 3 ottobre 08 : "Posso dire con certezza che anche oggi esiste una simile politica [ l'accordo Moro]. L'Italia ha un accordo con Hizbullah per cui le forze Unifil chiudono un occhio sul processo di riarmamento, purche' non siano compiuti attentati contro gli uomini del suo contingente". Ma Hizbullah e' il braccio armato di Teheran ed e' inoltre responsabile delle sanguinose stragi antisemite di Buenos Aires del 1992 e 1994 secondo i coraggiosi magistrati argentini e i delegati dell'Interpol. Che abbia ragione il senatore Cossiga nel sostenere che il patto con il diavolo sia tuttora in vigore? A noi sorge un legittimo sospetto! http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90