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Libero Rassegna Stampa
21.10.2008 Un' offesa alla memoria della Shoah
Giorgio Israel sull'uso della stella gialla nel corteo anti-Gelmini

Testata: Libero
Data: 21 ottobre 2008
Pagina: 10
Autore: Giorgio Israel
Titolo: «La stella gialla anti-Gelmini che offende tutti gli ebrei»
Da LIBERO del 21 ottobre 2008, un intervento di Giorgio Israel:

Un episodio accaduto nel contesto della manifestazione del 17 ottobre contro i provvedimenti scolastici del governo merita un commento speciale. Il giorno precedente la manifestazione sono comparsi sui muri di Roma manifesti di gruppi di estrema destra inneggianti al licenziamento degli insegnanti usando il bieco termine di “derattizzazione”. È superfluo dire cosa possa pensare qualsiasi persona civile di un simile truculento linguaggio.

I “docenti in lotta” del Liceo Mamiani di Roma, dopo aver rilevato che il termine “derattizzazione” era lo stesso usato settant’anni fa da nazisti e fascisti contro gli ebrei, esibendo un uso della logica indegno di un insegnante, hanno connesso questo episodio con le dichiarazioni del ministro Brunetta, deducendone che «è in corso contro i professori della scuola statale un’autentica campagna diffamatoria, studiata a tavolino con arte, sullo stile di regimi che speravamo già sufficientemente sconfitti dalla Storia. Ci aspettiamo – hanno proseguito – che la prossima mossa dei nostri alti e biondi persecutori sia affiggere immagini con le caratteristiche somatiche della “perfida razza docente”, come fecero in passato i loro nonni nei riguardi di altre minoranze indifese». Per questo hanno deciso di sfilare nel corteo con la stella gialla «che settant’anni fa contraddistinse milioni di deportati, a memoria delle vittime della cieca violenza di tutti i regimi, e come monito per chi usa ancora oggi la denigrazione e la violenza per realizzare i propri scopi».

Qui non si tratta soltanto dell’oltraggio alla logica consistente nel dedurre da una scritta oscena ragioni per accusare il governo di nazifascismo e di apprestarsi a un genocidio dei docenti italiani, ma dell’ormai insopportabile, indecente strumentalizzazione della memoria della Shoah, usata per denunciare qualsiasi cosa dia fastidio. È ormai da attendersi che persino per protestare contro i disservizi nei trasporti o nella raccolta dei rifiuti si sfilerà con la stella gialla.

Mi sento personalmente offeso e ferito come ebreo da un simile abuso della memoria. Vorrei tanto che la gran parte della mia famiglia invece di essere stata deportata, gasata e bruciata nei forni crematori avesse dovuto subire i provvedimenti del Ministro Gelmini. E mi guardo sia pure lontanamente dall’augurare che i docenti del Mamiani sperimentino la differenza. Al contrario, auguro loro di vivere a lungo felici, con i loro figli, nipoti e pronipoti e di non avere a spiegare loro perché abbiano così pochi parenti rispetto ad altre famiglie e le cause di ciò.

Tuttavia, se il rispetto nei loro confronti come persone non viene meno di un grammo, lo stesso non può dirsi del rispetto nei loro confronti come educatori e come insegnanti. Non auguro a me stesso e a nessuno di avere come professori dei propri figli persone che hanno un simile senso della storia e della morale. Se essi conservano un minimo di spirito critico, dovrebbero chiedere scusa per l’oltraggio che hanno commesso e quindi chiudersi in un riflessione silenziosa. Dovrebbero anche chiedersi se quel che hanno messo in scena non possa essere usato da taluno come pretesto per “dimostrare” in quale condizione deplorevole si sia ridotta la scuola italiana. Ma noi non cadremo in questo tipo di deduzioni – le stesse messe da loro in opera – perché sappiamo che la stragrande maggioranza degli insegnanti italiani sono di ben altra stoffa intellettuale e morale.

Da ultimo vorrei dire che un episodio come questo stimola a riproporre alla dirigenza dell’Unione delle Comunità Ebraiche di assumere decisioni opportune per le prossime manifestazioni della Giornata della Memoria nel gennaio 2009. Senza giungere al punto di astenersi dalla partecipazione alla Giornata per lanciare un segnale forte, quantomeno chiedere a tutte le istituzioni che promuoveranno iniziative in quella giornata, di dedicarle alla denuncia di questa degenerazione: il motto dell’“unicità della Shoah” si sta tramutando nella banalizzazione e nell’abuso più volgare della memoria della Shoah.

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