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Pio XII – L’assenza di un serio dibattito storico fomenta l’antico e il nuovo odio 20/10/2008

Da ieri, il dibattito polemico e non sulla beatificazione di Pio XII non c’entra proprio più nulla con il dibattito storico su Papa Pacelli. Padre Gumpel, postulatore della congregazione gesuita che si occupa di beati e di santi, ha dato un’impronta pesantemente antigiudaica ed antisraeliana alla questione. Prontamente smentito da padre Lombardo, responsabile dell’Ufficio Stampa del Vaticano. Il neo Ambasciatore di Israele presso la S.Sede, Mordechai Lewy, ha dimostrato la sua consumata abilità diplomatica nel non farsi trascinare in una sterile e pericolosa polemica. Beata diplomazia quando può consumarsi in modo tanto tagliente quanto raffinato! Israele e il Vaticano hanno esautorato l’esuberanza di padre Gumpel, ma le conseguenze sui fedeli più fideisti? Per quanto comprenda che la Comunità ebraica dovesse attendere la reazione ufficiale del Vaticano prima di pronunciarsi, sarà indispensabile riflettere sugli obiettivi che certe frasi di padre Gumpel hanno scatenato. Mi ricollego senz’altro all’opinione condivisa sulla “filosofia dei paletti” del Prof. Antonio Ferrarese. Vale anche per un certo cattolicesimo, il concetto di  "sanfedisti relativisti". Anche per coloro che magari sembrano avere aperture, ma guai a toccare i loro “paletti”. Nel caso di Pio XII, già si sono aguzzate e si aguzzano le frecce contro gli ebrei. Ma, poiché anche in campo cattolico ci sono state delle relazioni di studiosi che denunciano i silenzi di Pio XII, e dopo la sua affermazione categorica Benedetto XVI (in seguito al convegno su Papa Pacelli) ha saggiamente scelto il periodo di riflessione su quel pontefice, la tensione non si è ancora del tutto avvertita. Fino ad ieri. Tralasciando le opinioni velenose e partigiane senza alcun costrutto scientifico, da ieri abbiamo invece un primo segnale allarmante perché proviene, anche se non ufficialmente, dal Vaticano. Il segnale si riassume in alcune frasi di padre Gumpel: 1) riferito agli ebrei «Ci sono «alcuni che continuano ad attaccare la Chiesa cattolica dicendo che Cristo era il figlio di un soldato e di una prostituta»”. Di che far esplodere la cristianità intera, non solo i cattolici. Addirittura, la frase completa del padre gesuita attribuisce l’insegnamento di questa fola in alcune sinagoghe. Considerato che Gesù non è una figura storica, ma solo testimoniata dai Vangeli in un contesto storico, non si vede come gli ebrei possano collocarlo come nascita e vita in modo diverso da come viene assunto dai Vangeli. Poi, certo, la mamma dei cretini è sempre incinta, ma simili insulti saranno solo provocati dall’humus cerebrale di fanatici odiatori del cristianesimo. Di certo non insegnamento nelle sinagoghe. E, per quanto riguarda l’insulto, per idiota che sia, vogliamo mettere con duemila anni di insulti, umiliazioni, abusi, uccisioni singole e massacri fino al più grande sterminio di massa della storia?! Che, guarda caso, si incentrano sulla storia del Vaticano e, per la Shoah, su Pio XII. 2) riferito ad Israele, per via della didascalia alla foto di Papa Pacelli a Yad Vashem: «Finché rimane nel museo Benedetto XVI non si può recare in Israele perché sarebbe uno scandalo per i cattolici» rappezzato addirittura con «la causa di beatificazione di Pio XII, ormai conclusa e su cui manca solo la firma di Benedetto XVI, non si sblocca perché il Papa «vuole avere buoni rapporti con gli ebrei». Per aggiungere un commento velenoso al rabbino di Haifa Shear Yashuv Cohen che si è dichiarato solo all’esterno e non durante il sinodo «Con grande ospitalità il Papa ha invitato un rabbino come uditore al sinodo e questi, abusando della nostra gentilezza, per tre volte ha attaccato Pio XII. Il rabbino può dire ciò che vuole, ma se è ospite e parla in questo modo non aiuta il miglioramento dei nostri rapporti». Come non leggere non solo una forte posizione critica verso Benedetto XVI «amico di Israele», ma anche un pesante ricatto da parte di Israele al Vaticano???!! Il padre gesuita come da costume secolare della sua congregazione rilancia la palla ad Israele, quando di fatto, il suo è l’evidente ricatto. C’è chi l’ha letto addirittura come avvertimento mafioso e…non è proprio lontano dal vero. La Redazione di Informazione Corretta giustamente evidenzia: “ci sembra un esercizio inutile schierarsi pro o contro la figura storica di papa Pacelli, come avviene ormai da troppi anni.  Gli storici devono poter esaminare tutti i documenti. Poi se ne potrà trarre un giudizio definitivo. Fino ad allora ci saranno solo polemiche. Da parte nostra ci limitiamo a ricordare i fatti accaduti, e, per quanto se ne sa, il silenzio di Pio XII è un fatto acclarato, confermato ancora di più da un altro silenzio, quello del Vaticano sui suoi archivi. ” Se ne evince che, non potendo controbattere sul piano storico, c’è chi al Vaticano – e non solo – preferisce alimentare l’odio, non proprio spento, contro gli ebrei e contro Israele.

Danielle Sussmann


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