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Il Giornale Rassegna Stampa
18.10.2008 Israele discute la propria storia
come si fa in una vera democrazia

Testata: Il Giornale
Data: 18 ottobre 2008
Pagina: 17
Autore: La redazione
Titolo: «Israele, a teatro finisce sotto accusa il padre della Patria Ben Gurion»

In un teatro di Tel Aviv ritorna in scena il processo Eichmann, e ritornano le polemiche di quegli anni che videro contrapposte destra e sinistra nell'interpretazione soprattutto della distruzione degli ebrei d'Ungheria. Su quegli anni terribili Ben Hecht scrisse " Perfidy", un atto d'accusa contro la dirigenza laburista dello Yishuv, per i compromessi con i nazisti. Polemiche roventi riesplose con lo spettacolo di Hillel Mittelpunkt, come racconta una corrispondenza del GIORNALE, oggi 18/10/2008, a pag. 17, dal titolo " Israele, a teatro finisce sotto accusa il padre della Patria Ben Gurion ". Cosa del tutto normale, in un paese come Israele, dove non esitono censure, la storia nazionale e la sua critica è uno degli sport più praticati, e, come in questo caso, non ne sono immuni neppure i padri della Patria.

Il significato del processo al gerarca nazista Adolf Eichmann, uno dei momenti-chiave nella memoria storica di ogni israeliano, viene ora ridiscusso da una pièce teatrale, Anda, che mette sotto accusa il fondatore di Israele e leader storico dei laburisti, David Ben Gurion. Secondo l’autore e regista Hillel Mittelpunkt il premier avrebbe cinicamente utilizzato quel processo per rafforzare l’establishment laburista ed isolare il rivale nazionalista Menachem Begin. In particolare, avrebbe ordinato di escludere fra i testi dell’accusa quanti simpatizzavano per la destra nazionalista ebraica. Da sinistra si grida all’eresia. L’autore, viene affermato, «ha stravolto la realtà, ha dato libero sfogo alla sua strana fantasia». A destra invece si esulta: «Erano decenni che aspettavamo che la verità venisse a galla» esclamano increduli e commossi i suoi dirigenti.
In Israele non c’è chi non provi orgoglio nel tornare col pensiero alla drammatica cattura di Eichmann in Argentina da parte del Mossad (1960) e allo sconvolgente processo di Gerusalemme in cui 110 sopravvissuti alla Shoah incrociarono il loro sguardo col suo per raccontare al mondo le nefandezze patite. Molti ricordano la requisitoria dell’accusatore Gideon Hausner e l’impiccagione dell’imputato: nella percezione locale, il trionfo della Giustizia sul Male. Possibile che dietro ad uno scenario così solenne, quasi religioso, si fossero sviluppate trame politiche disdicevoli? E che in realtà a Gerusalemme, accanto al processo storico al nazismo, si sia celebrata anche una sceneggiatura dettata a tavolino da Ben Gurion per neutralizzare Begin?
In Anda Ben Gurion (che viene solo evocato) è un «Grande Fratello», meschino e dispotico ai limiti della paranoia, che vieta le deposizioni al processo di Eichmann di ebrei di destra: in particolare quelli ungheresi. Perché - spiega Mittelpunkt - Ben Gurion voleva assolutamente evitare che tornasse a galla un accordo segreto fra un dirigente laburista e gerarchi nazisti per l’espatrio in extremis da Budapest di 1.700 ebrei («un patto col Diavolo»), che aveva già traumatizzato Israele negli anni Cinquanta. Ieri c’era tensione nella sala teatrale di Tel Aviv, dove è stato rappresentato Anda. E sulla stampa proseguono le polemiche. Il ministro Rafi Eitan, che orchestrò la cattura di Eichmann, sostiene che Mittelpunkt «ha trasformato aspetti marginali in centrali, e viceversa». Eppure adesso un centro di studi storici pubblica per la prima volta una denuncia scritta nel 1961 dall’ideologo nazionalista Abba Achimeir, in cui lamenta l’assenza di testimoni di destra nel processo.

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