Da LIBERO del 17 ottobre 2008:
La Bbc ha paura dell'Islam. Forse più dei budget ridotti, dei tagli al personale, del canone che i britannici non vogliono più pagare per una televisione pubblica sempre più lontana dal mito della qualità che l'ha resa famosa in tutto il mondo. E nemmeno i tanti scandali degli ultimi mesi fanno così tanta paura. Negli studi della “Zietta” (Auntie in inglese), come qui chiamano l'ente radiotelevisivo del Regno, si possono fare battute, anche pesanti, sui cristiani.
Non solo, sono permessi programmi televisivi definiti come blasfemi dai gruppi cristiani, come (nel 2005) il musical spazzatura “Jerry Springer - The Opera”, in cui si vede un Gesù ospite di un talk-show che ammette di essere “un po’ gay”. Invece, prendere in giro la religione musulmana è diventato un vero e proprio tabù. Lo ha deciso, come riporta la stampa, Mark Thompson, direttore generale del servizio pubblico. Per il numero uno della Bbc i musulmani «sono più suscettibili» dei cristiani e quindi è meglio non irritarli.
Meglio non aizzare la numerosa comunità musulmana che detta legge nella zona della capitale britannica, ribattezzata per l'appunto Londonistan. Alla Bbc, memori delle rivolte antioccidentali che scoppiarono per le cosiddette vignette “blasfeme” su Maometto pubblicate in Danimarca, non vogliono alimentare il fuoco della jihad che in alcuni ambienti cova sotto la cenere. Il timore, per esempio, è di subire un attentato incendiario, come è successo, sempre a Londra, alla casa dell'editore del libro sulla moglie bambina del profeta Maometto. E quello sarebbe il minimo, la Bbc non vuole diventare un bersaglio. Da tempo. Le accuse a questa “sudditanza” sono arrivate un po’ da tutte le parti.
Nei mesi scorsi Ben Elton, autore di importanti sit-com, ha accusato l'ente di aver adottato una vera e propria censura per le battute riguardanti il mondo musulmano. Come ha spiegato lo stesso Elton, la paura è soprattutto nei confronti dei radicalisti islamici. Una minoranza tiene in scacco un'intera rete televisiva. «Non c'è dubbio a proposito, una battuta su un prete passa senza problemi, quella su un imam no», ha dichiarato l'autore. Non solo in questo la televisione britannica è schiava delle minoranze. È stato lanciato un programma interno che privilegia le assunzioni di persone appartenenti alle minoranze etniche. La Bbc ha negato che si tratterebbe di razzismo al contrario ma i dubbi sono tanti.
Il precedente direttore generale, Greg Dyke, aveva accusato l'ente di essere «troppo bianco» e fissato addirittura un obiettivo: il 7% dei dirigenti deve appartenere a minoranze. Questo mentre periodicamente gli scandali infangano il buon nome della “Zietta”. A luglio è stata multata con la cifra record di 400mila sterline - circa 515mila euro - per aver “ingannato” gli ascoltatori di alcuni suoi programmi televisivi. Inoltre, sempre più britannici ritengono che il canone per il servizio pubblico radiotelevisivo - 139,50 sterline (circa 180 euro), da versare obbligatoriamente ogni anno - rappresenti una spesa ingiustificata. La Bbc basa il proprio funzionamento sul canone: niente pubblicità. Stando al sondaggio, il 41% degli intervistati ha definito «appropriato» il sistema del canone mentre il 37% si è detto contrario.
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