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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
15.10.2008 Aggrediti a Foggia atleti israeliani
ma chi li ha aggredditi sapeva che erano arabi ?

Testata: Corriere della Sera
Data: 15 ottobre 2008
Pagina: 25
Autore: Carlo Vulpio
Titolo: «Aggredita la squadra dei ragazzi israeliani»

Aggressione contro sportivi israeliani, forse identificati come ebrei e colpiti per questo (in realtà si trattava di arabo-israeliani)
Ecco il testo della cronaca pubblicata dal CORRIERE della SERA :

FOGGIA — È ancora presto per dire «razzismo» o «xenofobia », ma con questi chiari di luna non è un azzardo pensare che i cinque ragazzi (tre dei quali israeliani) aggrediti lunedì sera siano state vittime di una vera e propria «spedizione punitiva » di stampo squadrista.
Quindici persone incappucciate che puntano dritto contro i cinque ragazzi appena usciti dal campo di calcetto e li pestano con cinghie, bastoni, calci e pugni, è difficile che si siano mosse in branco e con tanta «scientifica» determinazione senza una motivazione «forte». E se, come dice la polizia, escludiamo la lite post partita — visto che i quindici non hanno preso parte alla gara — ed escludiamo moventi passionali, come sostengono le vittime del pestaggio, beh, resta poco altro. O l'impazzimento simultaneo di quindici teste calde, che però non spiegherebbe la «preparazione » dell'agguato, oppure la volontà di punire i tre ragazzi israeliani per il fatto stesso di essere israeliani.
In realtà, i tre, che studiano Medicina a Foggia, sono cittadini israeliani di nazionalità palestinese, ma queste sono sottigliezze ininfluenti per chi decide di menar le mani in ragione di un pregiudizio, religioso, politico o razziale. E se poi ci vanno di mezzo anche due «ariani» foggiani, amici e colleghi dei tre israeliani, vuol dire che se lo sono meritato, così imparano a scegliersi gli amici.
La polizia dice che è sulle tracce degli aggressori e che già oggi ne acciufferà qualcuno, cosa che permetterà di capire qual è il vero movente di questo pestaggio eseguito poco dopo le nove di sera, in un quartiere residenziale semicentrale e piuttosto popolato a quell'ora, anche perché i campi di calcetto sono tre, fanno tutti parte della parrocchia dell'Annunciazione e sono frequentati più o meno sempre dalle stesse persone. Come i cinque studenti aggrediti, che ogni lunedì sera si danno appuntamento per il calcetto.
Non era difficile, anzi era molto probabile beccare proprio lì i tre palestinesi israeliani, se erano loro l'obiettivo degli incappucciati. E allora ecco che dopo la doccia e due chiacchiere di rito, appena fuori dalla struttura sportiva, i cinque studenti vengono accerchiati e riempiti di botte.
Nessuno ne avrà per più di cinque giorni, per fortuna, ma forse solo grazie al fatto che qualcuno è stato tempestivo nel chiamare il 113. I quindici del branco sono subito eroicamente scappati, imprecando contro le loro vittime, ma senza pronunciare una sola parola «razzista ». Quasi che l'azione punitiva dovesse essere sì «visibile», ma senza rivelare nulla dei giustizieri. E infatti, mentre picchiavano, i quindici sono stati laconici, anche quando uno degli studenti è finito per terra con la bocca sanguinante e li implorava di smetterla. Un'aggressione «muta» insomma — e questa è l'altra vera stranezza, assieme all'uso dei cappucci —, che richiama proprio le spedizioni punitive dei razzisti incappucciati del Ku Klux Klan, i quali picchiavano e uccidevano stando bene attenti a non parlare, per non essere riconosciuti. La polizia non lo esclude. I tre ragazzi israeliani nemmeno. «Se venisse confermato l'episodio, si tratterebbe del primo caso in Puglia. Un'azione che crea angoscia», il commento della comunità ebraica di Trani.

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