Riceviamo da Israele copia di una lettera inviata a Sergio Romano al Corriere della Sera:
E vai con “sta musica...
Gentile Sig. Romano,
Non č la prima volta che Lei asserisce che Israele “usi” la Shoah come “arma diplomatica”.
Ora mi sembra esagerato ed inopportuno che Lei si occupi di fornire un celato ed astuto “ma” circa l“entitį del Genocidio in questione. Č una questione molto delicata, da trattare con una certa sensibilitą; tuttavia mi permetto di farLe notare che assassinare o lasciar crepare sono esattamente la stessa cosa. Per quanto poi riguardano i “numeri” di questa Tragedia, ci dobbiamo purtroppo rassegnare al fatto di doverli far precedere da un ALMENO…
Passiamo ora alla cosiddetta evocazione della Shoah nell“ intento di “giustificare la politica israeliana nella questione palestinese”. Gradirei se Lei potesse gentilmente spiegarmi in quale ambito viene espressa. Lei, -ancora una volta astutamente- suggerisce il termine “dibattito pubblico” senza fornire alcun altro indizio. Troppo generalizzato il concetto, non le pare? Forse Lei intendeva quel tipo di dibattito pubblico diffuso tra i dittatori di stati e pseudo-stati canaglia che vorrebbero trasferire gli ebrei-israeliani in Baviera o meglio, che li vorrebbero poter gettare direttamente nel Mediterraneo, o meglio che li vorrebbero poter scorticare vivi con le proprie zampe? Mi sembra che il crescendo del famigerato motto “fanno-ai-poveri- palestinesi-ció-che-č-stato-fatto-a-loro” provenga proprio da quella direzione da almeno un decennio ad oggi, o sbaglio? Riterrei onesto affermare che QUESTA sia la famigerata, assassina, crudele strumentalizzazione di un Genocidio che ancora non č terminato, dato che ancora oggi soffrono e muoiono Ebrei a causa dell“ odio e ferocia con i quali č stato perpretato. Siamo –ribadisco purtroppo- ancora ben lungi dallo stilare un elenco definitivo delle vittime della Shoah, e c“ č chi volentieri desidererebbe “finire il lavoro”.
Lo Stato di Israele esiste per la volontį del Popolo Ebraico di garantire al Mondo intero che MAI PIŁ SI RIPETERĄ!
Paolo Scanferla – Ein Harod Meuchad - Israele