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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
07.10.2008 L'Iran riarma Hezbollah
l'analisi di Guido Olimpio

Testata: Corriere della Sera
Data: 07 ottobre 2008
Pagina: 0
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Più armi e uomini, l'Iran riorganizza Hezbollah»
Dal CORRIERE del SERA del 7 ottobre 2008:

WASHINGTON — Il suo nome è Mohammed Reza Zahedi, alias Hassan Mahdavi. Ed è l'uomo degli intrighi al quale Teheran ha affidato il comando dei pasdaran in Libano. Con una missione speciale: coordinare le attività segrete degli Hezbollah. Sarà lui a tenere i rapporti tra l'apparato clandestino e i servizi siriani, sarà ancora lui ad assistere i militanti nella costruzione di nuove posizioni nel Libano meridionale e a garantire un flusso continuo di armi. Zahedi – secondo fonti libanesi a Washington — eredita la posizione tenuta fino a febbraio da Imad Mughniyeh, l'alto esponente Hezbollah ucciso a Damasco dall'esplosione di un'autobomba.
Dal giorno dell'omicidio — era il 12 febbraio – il movimento libanese pro-Iran aveva affidato le attività clandestine a un «comitato collettivo », un modo per garantire la sopravvivenza in caso di un altro attacco da parte dei tanti nemici (Israele, i sauditi, i giordani) e dare peso a personaggi rimasti nell'ombra. Ma adesso che la situazione sull'asse Libano-Siria è di nuovo tesa serve qualcuno esperto. E Zahedi rappresenta una garanzia. In Iran, come responsabile del reparto «Thar Allah», si è occupato della sicurezza del regime per la regione di Teheran. Parla bene l'arabo, conosce a fondo il paese, dispone di una solida rete di contatti personali. Rapporti forgiati quando operava in passato in Libano come secondo segretario all'ambasciata (1998-2000) e guidava gli uomini dell'apparato Qods, l'unità per le operazioni speciali dei pasdaran. La sua nomina è stata voluta dal capo dei guardiani Mohammed Jaafari, preoccupato di quanto sta avvenendo nella regione. Movimenti di truppe siriane, scambi di minacce tra Israele – che promette «rappresaglie sproporzionate» — e l'Hezbollah che minaccia «una grande sorpresa».
Il ruolo è certamente delicato, rischioso, riservato. L'identità di chi lo ricopre deve essere protetta. Lo rivela un particolare: il nome del suo predecessore – Mohammed Pakpour - non è mai emerso malgrado abbia coperto la posizione per ben tre anni.
Le prime mosse di Zahedi — che è finito nella lista nera statunitense — sono state politiche e militari. In virtù della sua carica ha diritto a una delle due posizioni nel Consiglio Sciita riservate agli iraniani — la occupa con l'alias di Mahdavi — e dunque ha partecipato a una fitta serie di consultazioni. Quindi si è lanciato in un lavoro di «analisi e sviluppo» per migliorare il dispositivo bellico dell'Hezbollah. Una missione che lo avrebbe portato a visitare molti villaggi nel sud. Numerosi centri abitati sono stati trasformati in piccoli avamposti ben mime-tizzati. Con razzi nascosti dietro finte pareti nelle case o in bunker sotterranei. Ogni villaggio è affidato a un nucleo autonomo di guerriglieri pronto a fronteggiare — come è avvenuto nel 2006 — un'eventuale incursione israeliana.
Zahedi, infine, ha affrontato il tema della sicurezza interna. Se sono riusciti ad eliminare Mughniyeh vuol dire che si è verificata una breccia nel sistema di protezione. Un varco che l'Hezbollah vuol chiudere in fretta e con decisione. Per questo sarebbe stato ucciso, in agosto, il dirigente Jamal Saleh. Ai familiari hanno raccontato che è deceduto «in un incidente», ma sembra che lo abbiano eliminato perché aver collaborato con i rivali di Jumblatt.

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