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Immagino che non pubblicherete la mia lettera visto che è difforme dalla linea editoriale di I.C. ma provo ugualmente sperando di poter esprimere le mie opinioni come gli altri lettori. Vorrei sottolineare alcune scorrettezze nei commenti da voi fatti sull'articolo apparso sull'unità a firma De Giovannangeli.
Il commentatore sostiene che se Israele dovesse restituire i territori conquistati durante le guerre vinte altrettanto dovrebbero fare tutti gli altri stati al mondo i cui confini sono storicamente cambiati nel corso della storia a seguito di conquiste. questa tesi è inesatta, perchè attualmente le questioni aperte, ossia quelle contemporanee, in cui un popolo rivendica un territorio conquistato sono pochissime.
Le altre sono ormai storia morta e sepolta e anche qualora Israele restituisse i territori non credo che per questo il messico rivendicherebbe la california,o la germania avanzerebbe pretese sui territori ora divenuti polacchi. A dimostrazione di ciò si puo' dire che Israele è uno dei pochi casi in cui un paese riconosce come sua una terra che per tutta la comunità internazionale, che si è espressa in numerose risoluzioni , non le compete. Altre occupazioni che pur esistono sono solo temporanee (come in iraq) e l'occupante non avanza nessunissima pretesa sulle terre in cui i suoi soldati stazionano ne attua colonizzazioni. Peggio ancora è quando si paragonano i territori palestinesi al sud tirolo che, pur essendo di lingua tedesca, era stato "inglobato" dallo stato italiano che si è ben guardato dal restituirlo. E' vero, le cose sono andate cosi',l'Italia ha conquistato quella zona in guerra e se l'è tenuta, ma chi scrive dimentica un piccolo particolare, lo stato italiano ha inglobato il territorio insieme con la sua popolazione a cui ha immediatamente concesso la cittadinanza italiana piena e completa, e anzi, proprio in virtu' del malcontento di cui si fa cenno nel commento, gli ha elargito e gli elargisce tuttora, ricchi contributi e sgravi fiscali nonostante quella sia una delle zone piu' ricche d'italia. Dubito che Israele voglia annettersi i territori occupati e la sua popolazione garantendogli pieni diritti in uno stato binazionale. L'anomalia è tutta qui, chi rivendica come israeliani i territori orientali lo fa senza la relativa popolazione, quindi implicitamente chiede uno stato binazionale, la pulizia etnica, o un regime non democratico e segregazionista. nemmeno la cina comunista si spinge a tanto, ha si occupato il tibet e si rifiuta di renderlo, ma ha concesso a tutti i tibetani piena cittadinanza,stessa cosa fa la russia con la cecenia, non gli vuole concedere l'indipendenza per nessun motivo ma gli concede ovviamente la cittadinanza russa. Rifiutare la cittadinanza a chi abita nelle zone annesse senza concedere però l'indipendenza significa creare uno stato di apartheid in cui le persone di etnia minoritaria non sono cittadini ne dello stato occupante ne di un altro stato indipendente, sono nulla e non hanno alcun diritto. questo non avviene in nessuna parte del mondo dalla fine del colonialismo ottocentesco.
lettera firmata 1) Immaginiamo che lei non segua la rubrica dei lettori, altrimenti saprebbe che pubblichiamo molte lettere di critica, a differenza della maggior parte dei quotidiani italiani 2) Sono per esempio "ormai storia morta e sepolta" i conflitti territoriali tra Grecia e Turchia, tra India e Pakistan (con l'eccezione del problema del Kashmir), tra Germania da un lato e Polonia e Repubblica Ceca dall'altro, tra Italia e Croazia. In trutti questi casi non c'è stata nessuna concessione di pieni diritti di cittadinanza: ci sono stati espulsioni di massa e scambi di popolazione. 3) Quando lei paragona i "diritti di cittadinanza" cinesi con quelli israeliani è serio ? 4)Oggi Gaza è governata da Hamas, la gran parte della Cisgiordania dall'Autorità palestinese. Oltre il 60% degli israeliani approva la nascita di uno Stato palestinese, che per altro è stato offerto, sulla quasi totalità dei territori conquistati nel 67, a Camp David e a Taba, ottenendo un rifiuto. Se i palestinesi non sono ancora indipendenti è solo perché le loro classi dirigenti li hanno ripetutamente condotti alla guerra contro Israele. Israele ha il diritto di difendersi, e non ha per nulla il dovere di garantire l'autodeterminazione dei palestinesi a rischio della propria sopravvivenza. Questo non è "colonialismo ottocentesco", ma il giusto comportamento di una democrazia liberale minacciata di distruzione. Infatti, il primo dovere e l'unica giustificazione di un governo che non sia dispotico è la difesa della vita e della libertà dei suoi cittadini. Cordiali saluti
redazione IC |
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