Sara Palin, una grande amica d'Israele la candidata repubblicana alla vicepresidenza degli Stati Uniti secondo Piera Prister
Testata: Informazione Corretta Data: 02 ottobre 2008 Pagina: 1 Autore: Piera Prister Titolo: «Sara Palin, una grande amica d'Israele»
A Hugh Hewitt che ieri 30 settembre, 2008 l'intervistava, Sara Palin ha confermato che e' vero che nel suo ufficio di governatore dell'Alaska, dietro la sua scrivania c'e la bandiera con la stella di Davide, e che aveva rivelato a Shimon Peres, in un suo recente incontro che: "You Know, my heart is with you, il mio cuore batte per Israele per tutte le prove e tribolazioni che ha attraversato nella Storia ...e' un paese democratico ed e' un nostro grande alleato, I do love that country". Governatrice dell'Alaska, ex sindaco di Wasilla, Sara Palin rappresenta l'altra America, quella che non vive nei centri nevralgici del potere, ma negli immensi spazi del Nuovo Mondo dove in molti si rifugiarono, fuggendo dai loro paesi perche' perseguitati o in cerca di fortuna, in terre fredde e selvagge un tempo percorse solo da slitte trainate da cani, immortalate nelle pagine di Jack London, autore di "Zanna Bianca". Guardandola correre, riaffiorano alla mente quelle storie di intrepide di cani, di avventurieri alla ricerca dell'oro, di aquile in una natura selvaggia, e' una donna che respira aria incontaminata su nevi inviolate, che percorre sentieri nello scenario di alti e trasparenti ghiacciai di cristallo e ci offre un'immagine inedita di forza tutta al femminile, di bellezza e di energia. Sara e' una donna che non imita gli uomini, ha tenuto a dirlo subito che lei si identifica nella media delle mamme americane. Ha una grande famiglia ed un figlio soldato in Iraq, e' molto sobria e frugale com' e' la sua casa dalle cui finestre puo' scorgere la Russia che e' vicina, al di la'dello stretto di Bering. Come amministratrice e' incorruttibile e rigorosa, come pochi politici, come governatrice ha venduto su e-Bay il jet che lo stato dell'Alaska aveva messo a sua disposizione e ne ha ridistribuito il ricavato ai cittadini, i tax payers, come anche ha licenziato il suo cuoco che pesava proppo sulle spalle dei contribuenti. E' una donna che subito cattura il video, che veste in gonna, quando qui le donne in America indossano quasi tutte i pantaloni, si pettina alla maniera di Audrey Hepburn e sorride sempre con una freschezza e spontaneita' che disarmano. Sara rappresenta il pragmatismo americano delle terre di frontiera, va a caccia sin da quando era piccola, una tradizione che si e' mantenuta da quando senza caccia e pesca non c'era certo il grano con cui sfamarsi in quelle terre inclementi e desolate, ed e' per questo che e' anche odiata; non e' elitista e non ti guarda dall'alto in basso con aria di superiorita', se non hai una laurea di quelle che contano o se sei provinciale,come fanno gli altri, i manipolatori dell'informazione, dagli intellettuali agli attori di Hollywood, ai politici, ai molti che magari sono per l'apertura delle frontiere a tutti, ma si guardano bene dall'abitare nei vicinati dove si ammassano i poveri immigranti clandestini che mai vorrebbero avere come vicini. Vorremmo che Mc Cain e Sara Palin vincessero, non e' tipo lei da farsi mettere sotto i piedi, l'ha dimostrato quando Charlie Gibson, il mostro del giornalismo americano l'ha intervistata. Lei s'e' difesa bene, il giornalista di CBS sembrava il Grande Inquisitore e lei Giovanna d'Arco, quando incalzandola e mettendola alle strette, le ha chiesto brutalmente: " Lei approva o disapprova la dottrina di Bush? Yes or no?" Voleva farla cadere, quel Torquemada, ma lei non c'e' cascata e ha risposto molto bene, quando gli ha detto nel modo piu' candido ed ovvio possibile che non ci penserebbe due volte a difendere Israele contro l'Iran. Ci piacerebbe vedere Sara Palin vicepresidente degli Stati Uniti, magari faccia a faccia con Ahmadinejad, lei si' che difenderebbe le donne. Gli chiederebbe ragione della sua misoginia, del perche' il suo regime riserva alle donne quella morte atroce, e lo farebbe non certo a capo coperto, come fece Nancy Pelosi, presidente della Camera dei deputati, quando si avvolse testa e capelli con un ingombrante fazzolettone al cospetto di Bashar Assad di Siria. Quella fu un'umiliazione per tutte le donne del mondo! Che faccia farebbe, Mahmoud Ahmadinejad, se dovesse parlare in pubblico con lei, con la vicepresidente degli Stati Uniti, con una donna! Apriti cielo, che pena dantesca da contrappasso sarebbe per lui, un sudar freddo su tizzoni ardenti! Piera Prister http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90