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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
27.09.2008 Contro l'indifferenza
la difesa del valore della memoria

Testata: Corriere della Sera
Data: 27 settembre 2008
Pagina: 64
Autore: Paolo Foschini
Titolo: «Binario 21, Memoriale della Shoà»

Sul CORRIERE della SERA di oggi, 27/09/2008, a pag.64, nella cronaca di Milano, un articolo di Paolo Foschini su "Binario 21", il memoriale della Shoà all'interno della stazione centrale.

Binario 21, Memoriale della Shoah Segre: no al rischio indifferenza

Cerimonia alla Stazione. De Bortoli: un luogo per ricordare e riflettere
Entro il 2011 in Stazione settemila metri quadri di testimonianze, nomi, libri e ricostruzioni storiche
L'impegno della «memoria » contro «l'Indifferenza», origine più profonda del Male in ogni tempo e insidia in realtà mai sconfitta: la stessa che in un passato non così lontano portò molti italiani a «voltarsi dall'altra parte» mentre da Milano partivano i treni per Auschwitz, e che oggi consente loro di «continuare a fare il bagno mentre due bambine rom annegano». Liliana Segre, ormai una delle ultime sopravvissute a quei viaggi della morte, sintetizza così le ragioni del «Memoriale della Shoah»: settemila metri quadri di testimonianze, nomi, libri, ricostruzioni storiche e «spazi di riflessione» che sorgeranno entro il 2011 nei sotterranei della Stazione Centrale in corrispondenza di quel Binario 21 da cui, il 30 gennaio 1944, 605 ebrei milanesi furono avviati a morire «per la colpa di essere nati».
Tra i promotori della Fondazione costituita l'anno scorso per tradurre l'idea in realtà ci sono, oltre naturalmente alla Comunità ebraica milanese, quella di Sant'Egidio e poi Regione, Provincia, Comune. Una iniziativa, ha detto il governatore Roberto Formigoni, per «rendere visibile ciò che era stato occultato».
Dal Binario 21, fra il '44 e il '45, di treni della morte ne partirono quindici. «Un luogo sacro — lo ha definito l'amministratore delegato del Gruppo Fs Mauro Moretti — che diventerà un punto di ricordo e riflessione». «E che richiederà a coloro che lo visiteranno — ha aggiunto il presidente della Fondazione, Ferruccio de Bortoli — una partecipazione attiva». «Perché per combattere l'indifferenza — chiarisce Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano — la Shoah non può essere chiusa in un museo ma deve restare insegnamento vivo e quotidianamente tradotto nel mondo contemporaneo».
Il progetto degli architetti Eugenio Gentili Tedeschi e Guido Molpurgo prevede una parte «memoriale» vera e propria — una «Sala delle testimonianze» con volti e storie raccontate dai sopravvissuti, filmati delle deportazioni e dello sterminio, evocazioni dei vagoni della morte, un muro intero con tutti i 605 nomi partiti per Auschwitz quel giorno — ma anche un «Laboratorio della Memoria »: con una biblioteca vastissima, un archivio di documenti, bookshop, un auditorium per eventi e dibattiti, uno spazio per mostre e iniziative varie.
Per trasformare i visitatori, una volta usciti, in altrettanti testimoni.
Paolo Foschini Ricordo Il Binario 21 in Stazione. Nel tondo, Ferruccio de Bortoli 

Oggi la disattenzione al dramma degli ebrei è ancora più insidiosa

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