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"Cambio di strategia in Medio Oriente", due nuove lettere 24/09/2008

Federico Steinhaus ha giustamente liquidato la sarcastica replica dietrologica (distorta quanto ignara di un barlume di storia anche recente) del lettore Stefano Cappai, considerata la visione totalmente astrusa dalla realtà di quest’ultimo. Tuttavia provo a replicare per gli eventuali lettori che avessero interesse a ricordare i fatti e a contrastare le tesi deliranti a cui si abbevera Cappai. Manca la minima conoscenza in campo economico a chi sostiene l’idiozia dell’euro quale minaccia all’egemonia del dollaro. Piacerebbe sapere, quando mai l’Europa abbia deciso di imporre l’euro alla Russia, all’Africa e all’Asia. ???!!! Ma tale assurdità viene superata dalla tesi-conseguenza di un Clinton che avrebbe trascinato l’Europa …nell’attacco alla Serbia, volutamente ignorando il conflitto interno all’ex-Yugoslavia, una volta caduto il muro. Non Clinton, ma le Nazioni Unite, pertanto l’intera comunità internazionale ha deciso per la guerra contro chi stava compiendo una pulizia etnica e stava destabilizzando l’area, minacciando tutti i paesi vicini. Tutti i paesi del mondo hanno minoranze – non ospiti, ma cittadini a tutti gli effetti – nei loro confini, perché tutti i paesi hanno perso o conquistato confini diversi a seguito di guerre. Il Soviet e l’ex-Yugoslavia hanno dominato, riunendoli nei loro blocchi, stati diversi o nati dopo la Prima Guerra Mondiale. E’ naturale che oggi abbiano un desiderio revanchista nazionalista, benché sia importante non sottovalutare questo fenomeno che rischia di esplodere in quasi tutto il pianeta. Per questo si cerca di fermarlo al suo nascere offrendo l’alternativa più pacifica dell’autonomia. Mentre il nazionalismo rischia di sfociare in un continuo conflitto con coloro che si sono sempre ritenuti nemici (con la tentazione di acquisire ulteriori territori ritenuti a torto o ragione, tradizionalmente propri), l’autonomia libera dal potere centrale dello stato ma  consente un’apertura politico-economica di reciproco vantaggio. Di fatto, ed è l’unica cosa su cui concordo benché da prospettiva diversa, appare sempre più chiara la politica aggressiva di Mosca che vuole imperare sull’Europa e sul Medio Oriente. Ma questo accadrebbe solo se l’Europa dei pavidi la vincessse. Cioè quella parte che si è prostrata e si prostra alla dipendenza della  Russia, immemore della libertà conquistata ad oggi, con la Liberazione (IIa Guerra Mondiale) grazie agli Stati Uniti d’America. Quell’Europa che ha del tutto dimenticato o perso i suoi valori e che teme la potenza che gli è più vicina geograficamente rispetto agli USA. Il discorso del candidato presidenziale McCain, sul suo programma di ricerca nazionale di petrolio e gas, non permette dubbi sull’abbandono americano dell’Europa, ove prevalesse la totale prostrazione alla Russia. Diversamente, nemmeno Obama riporterebbe la condizione dello status quo, cioè della guerra fredda. Quest’ultima non è comunque realistica considerata la minaccia iraniana ad Israele, e l’arroganza nazionalista ed imperialista di Putin. O soccombere o difenderci, ormai siamo a questo stadio. Vedi discorso integrale di Ahmadinejad alle Nazioni Unite ed il numero dei paesi non allineati e di altra organizzazione che lo sostengono. Né ha premiato la libertà e la pace, la pluridecennale dipendenza politico/energetica ed alleanza - in chiave antiamericana – della UE a Mosca. Anzi, ha aumentato la sua arroganza. Ironizzare sulla minaccia rappresentata dalla Russia e dall’Iran, è il giochino dei pavidi e nichilisti. Sono gli ex satelliti sovietici, i paesi che hanno patito sotto il dominio sovietico, a non volere il dominio russo e a cercare gli USA! Capai inverte i fatti: i sovietici hanno minacciato gli USA con i missili a Cuba e Kennedy ha raccolto la sfida, non avendo altra scelta. Il Soviet e ora la Russia, così come prima con Cuba e ora con Siria ed Iran, non rischiano mai in prima persona, ma attraverso i loro satelliti e loro gruppi terroristi.
Danielle Sussaman

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Ho letto con interesse il botta e risposta tra un lettore e Steinhaus riguardo alla mutata strategia della Russia in medio oriente, tuttavia vorrei dire che l'analisi del lettore è discutibile ma Steinhaus non fa alcuna analisi opposta (anche se conclude l'intervento dicendo di avrela fatta) ma si limita a ironizzare sull'antiamericanismo del lettore.

I punti che il lettore scrive sono concreti, ossia riguardano il diritto internazionale e la tutela degli interessi delle potenze, in particolare se è lecito che gli usa minaccino una guerra mondiale perchè l'urss vuole posizionare missili a cuba non è lecito che la russia reagisca fortemente a un tentativo simile?

ancora, se gli usa appoggiano le decisioni separatiste di uno stato come il kossovo in nome dell'autodeterminazione dei popoli è possibile criticare la russia quando fa lo stesso con l'ossezia?

io credo sia innegabile che gli usa hanno avuto con mosca una politica aggressiva negli ultimi anni, cosa peraltro comune a tutte le superpotenze in ogni tempo che vedono sempre di buon occhio l'idea di rendere un concorrente nello scacchiere globale il piu' inoffensivo possibile. tuttavia in un contesto complesso come quello attuale io trovo che questa strategia sia dannosa e rischiosa, non tanto e non solo per gli usa ma soprattutto per l'europa e ancor piu' per israele, in particolare in un prossimo futuro, pertanto credo che chi la appoggi dovrebbe calcolare bene costi e benefici, anche in prospettiva di uno o due decenni.
lettera firmata

Solo un osservazione su quest'ultima lettera: l'analisi a cui Steinhaus fa riferimento è evidentemente quella contenuta nell'articolo criticato dal lettore

redazione IC


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