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Cambio di strategia in Medio Oriente ? Botta e risposta tra un lettore e Federico Steinhaus 23/09/2008

Sull'articolo di Federico Steinhaus che si può leggere al link seguente,

http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=25947

riceviamo e volentieri pubblichiamo

Spett. Redazione

Ho letto il pezzo di Federico Steinhaus relativo al ruolo della Russia in Medio Oriente, a seguito della crisi georgiana.
E’ ovvio che è una situazione estremamente preoccupante. Soprattutto – ma non solamente - per Israele.
Tuttavia di questo ritengo si debbano ringraziare gli USA.
Il perché si sia arrivati ad un nuovo (e non sarà l’ultimo) confronto tra Russia ed Occidente, a mio avviso, va infatti ricercato nella politica aggressiva che gli USA stanno compiendo nei confronti della Russia; che non è più l’URSS, ma resta pur sempre un pericoloso concorrente, ora soprattutto politico ed economico.

Mi spiego.

Quando stava nascendo l’euro, valuta che gli USA già percepivano come una minaccia all’egemonia del dollaro, Clinton trascinò l’Europa nell’ingiustificabile e vergognoso attacco alla Serbia, colpevole di difendere la propria integrità territoriale da rivendicazioni autonomiste di una minoranza da tempo ospite sul suo territorio (più o meno è il medesimo copione seguito a Timor Est, con la differenza che allora fu il vaticano a guidare le danze per mettere una spina nel fianco al più grande stato islamico del mondo).

E l’Europa e l’Italia (allora guidata dal peggior premier e poi altrettanto peggiore ministro degli esteri della nostra storia recente) tutti dietro agli americani, tante pecore ubbidienti al padrone.

Fatto il danno, e lasciata in eredità una situazione potenzialmente esplosiva come quella del Kosovo (un vero e proprio aborto diplomatico) gli USA si defilarono, e toccò all’Europa riparare i cocci di tasca propria. Questa guerra era infatti stata voluta dagli USA all’unico scopo di affossare l’euro sul nascere, ma fortunatamente l’economia europea riuscì a sostenere lo sforzo e l’euro prese vigore.

Negli anni seguenti l’Europa si avvicinò comunque a Mosca, ed il pericolo che gli USA videro, e tuttora vedono, all’orizzonte è una grande Europa finalmente unita, dall’Atlantico al Pacifico.

Ed eccoli allora pianificare operazioni per seminare zizzania in casa nostra e compromettere questo processo: le principali: staccare definitivamente gli stati ex URSS dall’orbita della Russia, soprattutto l’Ucraina e poi la Georgia; riconoscere l’indipendenza dello stato fantoccio Kosovo; piazzare missili in Est Europa (e contro quale minaccia, di grazia?).

In questo contesto di provocazioni e violazioni di norme e trattati internazionali da parte americana, gli europei – incapaci di vedere quale sia il vero obiettivo americano, cioè impedire che Europa e Russia si avvicinino troppo, creando un colosso economico e diplomatico mondiale che li metterebbe in secondo piano – cosa fanno? I bovini: seguono passo passo il padrone, annuendo con muggiti all’unisono ogniqualvolta egli fa o dice qualcosa.

Nel 1963 il presidente “buono quello” J.F.Kennedy minacciò di fare scoppiare un conflitto mondiale perché l’URSS aveva piazzato i missili a Cuba, alle porte di casa USA. Nooo ! Nooo!

Ora gli USA piazzano i missili in Polonia, alle porte di casa russe, e Mosca dovrebbe stare muta e rassegnata. Muuu! Muuu!

La provincia serba Kosovo si autoproclama (con copertura USA) stato indipendente. Muuu! Muuu!

Sud Ossezia ed Abbazia, con motivazioni ben più valide, fanno la medesima cosa (con copertura russa). Nooo ! Nooo!

Questo è l’Europa: una mandria cieca. Ed è logico che la Russia - sentendosi circondata da una mandria ostile e pronta alla carica alle porte di casa – cerchi nuovi fronti ed alleati, in questo caso in Medio Oriente, ove poter rendere i mal di pancia ad USA ed alleati.

Al solito, però e purtroppo, le conseguenze le pagheranno altri, non chi ha organizzato il giochino.

 

Stefano Cappai

La risposta di Federico Steinhaus:

Egregio signor Cappai,
la redazione del sito informazionecorretta mi ha inviato per competenza le sue considerazioni.
Prescindo dalla facile ironia sulla sua affermazione che gli Stati Uniti non vogliano vedere un’Europa “finalmente unita dall’Atlantico al Pacifico” e rinuncio a chiederle quale stato europeo – se escludiamo l’estremo lembo orientale della Russia, che non mi pare sia europeo – confini coll’ Oceano Pacifico.
Trovo invece interessante lo sforzo che lei fa per dimostrare, con argomentazioni da dietrologo, che la colpa di ogni cosa è sempre e solo della smodata sete di strapotere americana e tutto il mondo ne è la vittima designata. Nel quadro che lei delinea non c’è spazio per altri protagonisti “malvagi per natura” o per altre tesi.
La ringrazio per aver letto la mia breve analisi, anche se non coincide con la sua. Cordialmente
Federico Steinhaus


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