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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
18.09.2008 Le leggi razziali e l'economia
un convegno alla Bocconi di Milano

Testata: Corriere della Sera
Data: 18 settembre 2008
Pagina: 46
Autore: Antonio Carioti
Titolo: «Leggi razziali, i conti che l'economia non ha mai fatto»

 Dal CORRIERE della SERA del 18 settembre 2008:

Al di là del titolo «Le leggi razziali e l'economia italiana», il convegno tenuto ieri a Milano, presso l'Università Bocconi, ha spaziato in modo ampio su molti altri aspetti della campagna antisemita avviata da Benito Mussolini nel 1938. Soprattutto i relatori hanno chiarito che la legislazione razziale non cadde dal cielo e che il suo nefasto influsso non venne completamente meno con la sconfitta del fascismo. Tra coloro che posero le premesse culturali di quella pagina nera, ha ricordato lo storico Luca Michelini, ci fu un grande economista come Maffeo Pantaleoni — scomparso nel 1924, ma di fatto artefice del primo programma finanziario del fascismo — che era un feroce antisemita e promosse la pubblicazione in Italia dei famigerati (e falsi) Protocolli dei savi di Sion.
D'altronde, ha osservato Gian Luca Podestà, dell'Università di Parma, il Duce cominciò a parlare di «rigenerazione della razza» già negli anni Venti, nel quadro della sua campagna demografica. E ancora prima, ha spiegato David Bidussa, della Fondazione Feltrinelli, nel razzismo novecentesco erano confluiti motivi identitari antichi di secoli e linguaggi che tuttora affiorano nel discorso pubblico.
Il filo della continuità ha diversi altri risvolti. Le leggi razziali arrecarono danni permanenti all'Italia, emarginando e spesso costringendo all'emigrazione validi studiosi: oltre agli scienziati, di cui si è parlato parecchio, anche letterati, giuristi, economisti. Per esempio la Bocconi perse il rettore Gustavo Del Vecchio, futuro ministro del Tesoro, e il direttore dell'Istituto di statistica Giorgio Mortara. Anche ai vertici delle aziende ci fu un depauperamento rilevante, con la perdita dei dirigenti allontanati per ragioni razziali: lo hanno illustrato nella loro relazione Renato Giannetti e Michelangelo Vasta, che stanno raccogliendo in un database informazioni riguardanti tutte le società per azioni.
Per giunta, ha sottolineato Piergaetano Marchetti, docente della Bocconi e presidente di Rcs Media Group, le leggi riparatrici che avrebbero dovuto risarcire gli ebrei ebbero un'efficacia parziale, se non altro perché non venne mai preso in considerazione il danno morale subito dalle vittime. Mentre personalità compromesse con l'antisemitismo fascista proseguirono le loro carriere dopo la guerra: l'esempio più clamoroso riguarda il magistrato Gaetano Azzariti, presidente del tribunale della razza sotto il regime e poi presidente della Corte costituzionale dal 1957 al 1961.
D'altronde la vicenda delle leggi razziali è stata a lungo rimossa dalla coscienza nazionale. E ancora oggi, ha osservato Giorgio Sacerdoti, presidente della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea, l'Italia appare in ritardo, specie sul piano della riflessione pubblica, rispetto ad altri Paesi europei.

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